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GALLERIA ESPOSIZIONE

 

Pregiatissimi,

da oggi, certi di farVi cosa gradita, vi invieremo, in occasione di ogni evento tenutosi al Museo, dei resoconti accurati, così da tenerVi sempre aggiornati sulle attività del Museo, anche quelle alle quali non avete potuto partecipare .

Qui di seguito il report dell’ultimo incontro della rassegna "Memoria e Scrittura: i libri e l’identità", di Sabato 31 Ottobre.

Arricchito dagli interventi appassionati dell’istrionico e vulcanico scrittore ed editore Geri Villaroel, e dalla presenza di un folto e attento pubblico, sintomo di una città fiera, orgogliosa che non vuol perdere di vista il proprio passato ed il proprio presente, si è svolto sabato 31 Ottobre nella sala convegni del museo "Messina nel ‘900" il terzo dei cinque incontri previsti con la rassegna "Memoria e Scrittura: i libri e l’identità". Come in programma è stato presentato il volume a cura dello storico Antonio Baglio, "L’infinito VIALE BOCCETTA (ACCANTO LICEO ARCHIMEDE) 98122 MESSINA-INFO: 090345868 – 3923309727 EMAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

in fondo all’anima ". Un saggio che raccoglie e analizza le omelie di Padre Angelo Sterrantino, dal 1951 e per cinquant’anni sacerdote alla chiesa di S.Nicolò all’Arcivercovado a Messina.

L’opera, presentata egregiamente dal giornalista e critico Matteo Pappalardo, ha colto nel segno, come previsto in fase di programmazione, l’obiettivo del Museo. Finalità, quali la riscoperta dei valori di appartenenza e di identità con la propria città, che come il direttore Angelo Caristi ha ribadito durante l’introduzione il Museo si propone di raggiungere con la realizzazione di svariate e programmate attività culturali. La figura di Padre Sterrantino in questo senso, è valsa e vale da esempio, essendo egli uno di quei – a volte silenziosi, a volte meno – protagonisti che hanno caratterizzato attraverso la propria azione il periodo storico che dalla ricostruzione post bellica conduce ai giorni nostri nella città di Messina. Pastore ben oltre i confini della sua comunità, come ha evidenziato l’autore Antonio Baglio, egli ha saputo sostenere e guidare la gente, risollevare da un decadimento strutturale economico ma soprattutto morale una VIALE BOCCETTA (ACCANTO LICEO ARCHIMEDE) 98122 MESSINA-INFO: 090345868 – 3923309727 EMAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.  zona, il triangolo Via La Farina- Maregrosso- Ponte Americano, particolarmente tartassata durante la seconda guerra mondiale, infondendo, oltre alla speranza, anche un ideale di dinamismo e di interazione con l’ambiente circostante; una filosofia del fare fondamentale per creare un senso di appartenenza e stimolare una volenterosa e attiva ricostruzioneFoto Incontro 31-10.

 

Un affresco di Padre Sterrantino è stato tratteggiato anche da Mons. Angelo Oteri, che nel suo cordiale intervento, dopo aver elogiato il lavoro che il Museo sta svolgendo e la valenza storica del luogo – l’ex bunker Cappellini ndr - rimesso in piedi dopo decenni di abbandono, ha sciorinato aneddoti e curiosità sui metodi, gli insegnamenti e le filosofie che il sacerdote, vice-rettore durante il suo seminariato, gli ha tramandato. Rievocarne e discuterne le gesta ha di fatto generato, fra sentiti e quasi commossi ricordi di chi come l’autore del volume è cresciuto sotto gli insegnamenti del parroco, un’accurata disamina circa la situazione socio-culturale attuale e le prospettive che esistono nella e per la nostra città, alla quale ha VIALE BOCCETTA (ACCANTO LICEO ARCHIMEDE) 98122 MESSINA-INFO: 090345868 – 3923309727 EMAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.  partecipato con svariati interventi il vivace pubblico presente. A conclusione dell’incontro, su richiesta di tutti i presenti l’autore Antonio Baglio ha letto una delle omelie raccolte nel suo volume, dando conferma, qualora ve ne fosse bisogno, del valore dell’operato del sacerdote.

La rassegna "Memoria e Scrittura: i libri e l’identità", ideata e promossa dal Museo "Messina nel ‘900" proseguirà, sempre nella sala convegni dello stesso, con gli ultimi due appuntamenti:

- il 14 novembre "Identikit di un’epoca" di

Anastasio Majolino, presentato da Girolamo Cotroneo, filosofo e saggista;

- il 28 novembre "Messina anni ‘50" di

Geri Villaroel, presentato da Vanni Ronsisvalle, giornalista e scrittore.

 

 

Enrico Montesano

- di Maria Teresa Prestigiacomo -

Messina. Debutterà venerdì 13 novembre, alle ore 21, al Teatro Vittorio Emanuele, con repliche sabato 14 alle 21 e domenica 15 alle 17:30, Omaggio a Trovajoli con Enrico Montesano e l’Orchestra del Teatro Vittorio Emanuele diretta dal maestro Roberto Molinelli.

Omaggio a Trovajoli di Enrico Montesano

Tra aneddoti e canzoni, in uno spettacolo coinvolgente e spensierato, Enrico Montesano ci accompagnerà insieme all’Orchestra del Teatro Vittorio Emanuele in un viaggio nel tempo, tra le tante composizioni del Maestro Trovajoli, una per tutte “Roma nun fà la stupida stasera”, che resta come inno perenne alla sua amatissima città eterna, romantica e feroce, truffaldina ed eroica.

Per continuare con intramontabili canzoni come: “Ciumachella de trastevere”, “Na donna dentro casa”, “La ballata di Rugantino”, “ ‘N zai che pacchia” e tante altre ancora tratte da: “Se il tempo fosse un gambero”, “Bravo”, “Rugantino”, “Il Conte Tacchia” .

 Con Enrico Montesano

Orchestra del Teatro Vittorio Emanuele di Messina

Diretta dal Maestro Roberto Molinelli. Novanta minuti di straordinario spettacolo, un eccezionale amarcord del passato, per tutte le età. 

 

APERTURA

Herat 08.11.2015:Nell’ambito delle attività di Cooperazione Civile e Militare, si è svolta nei giorni scorsi, presso la meeting room del Conference Training Center di Camp Arena, la consegna di materiale informatico ed elettronico a favore del Dipartimento Economico della Provincia di Herat. All’incontro erano presenti il Capo di Stato Maggiore del Train Advise Assist Command West, Colonnello Guglielmo ALFIERI ed i rappresentanti della cellula di cooperazione civile e militare (CIMIC) ed il Capo del Dipartimento Economico Ing. Abdul Naser Aswadi.

La donazione, la cui esigenza è emersa nel primo semestre dell’anno in corso in seguito ad incontri con l’Ing. Abdul Naser Aswadi, consentirà di migliorare i servizi erogati dal suddetto Dipartimento al fine di incrementarne l’efficienza e l’efficacia.

I proficui e i costanti rapporti con il Dipartimento Economico, instaurati nel corso di anni di collaborazione, continuano, oggi, anche grazie al peculiare ruolo svolto da tale Dipartimento per l’organizzazione e l’esecuzione dei vocational courses, tuttora in corso presso Camp Arena.

Mar. Ca. Massimiliano GARIGLIANO

Addetto Nucleo Pubblica Informazione

Distaccamento Comando Brigata Meccanizzata "AOSTA"

Via del Vespro - Palazzo Sant'Elia -

98100 MESSINA

sotrin: 1676102

cell. 3395422015

cell. 3351885378

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ponte 7

Quando il Presidente del Consiglio Matteo Renzi risponde a Vespa con il perentorio “Certo che il Ponte si farà” crea il momento magico dell’euforia, che pervade quanti si sono battuti per la sua realizzazione nel corso di questi lunghi anni. Egli riesce anche ad entusiasmare i semplici cittadini che hanno pensato al ponte come ad un’opera ideata per servire il pendolarismo tra le due regioni del profondo Sudo. Ma quando quella affermazione viene fatta seguire dall’elenco delle cose da fare prima di altre, con la medesima tiritera delle priorità talvolta arbitrarie e non provate, è sembrato sentire l’ennesimo ‘nopontista’ che si rifugia, come sempre, sul ‘c’è ben altro da fare’.

 

Quando poi il premier aggiunge che dopo aver fatto tutte le belle cose elencate (‘primum vivere’) sarà evidente che “la storia, la tecnologia e l’ingegneria andranno nella direzione del Ponte che sarà un altro bellissimo simbolo dell’Italia” si comprende che, seppur questa considerazione sia vera, difetta della motivazione che realmente spinge a fare il Ponte. Non si tratta, infatti, solo di costruire una grande opera ingegneristica per poterci pavoneggiare dinanzi al mondo, né che questa opera sia finalizzata all’interesse esclusivo delle due regioni ‘ospitanti’ e neanche che essa sia costruita solo per attrarre turismo di massa. Tutto vero, ma non solo.

 

Da anni si sostiene, nel silenzio colpevole della stampa nazionale, quasi sempre in concerto con l’ostinazione complice di quella locale, che il Ponte serva essenzialmente all’Europa, essendo l’anello mancante dell’ex corridoio 1 (Palermo-Berlino). In effetti la megastruttura serve in primis all’Italia, che così può inserirsi nel grande business del trasporto merci in container, essendo geograficamente posta di fronte al Canale di Suez è un approdo utile a trasformare il trasporto via mare in trasporto ferroviario, con grande vantaggio di tempo e di noli per i cargo, che non dovranno tutti avviarsi verso Gibilterra per circumnavigare l’Europa e approdare ai porti del Nord. La Sicilia e la Calabria, infatti, hanno una grande proiezione logistica che altre realtà non hanno e non l’avranno mai.

 

Il ‘ponte di comando’ italiano nei vari turni, di anno per anno, pare abitato da personaggi che rifiutano la storia. Dal meso-neolitico il profondo Sud ebbe rapporti stretti con l’Africa, poi nell’età del bronzo con i Micenei, nell’età del ferro con i Siculi, indi la colonizzazione fenicia, quella greca, la conquista romana, i Bizantini, gli Arabi, i Normanni, gli Svevi e Angioini, gli Aragonesi Spagnoli, i Borbone, infine i Savoia. Ma c’è il decennio fatidico 1859-1869 con i lavori di scavo del Canale di Suez a dimostrare la polarità geostrategica principe della Sicilia, quando vi sopraggiunsero le diuturne visite della Royal Navy. Per i loro intensi traffici gli inglesi dovettero interagire soprattutto con il molo dei porti siciliani: allora le banche, le aziende, le imprese siciliane fiorirono… Vennero i Piemontesi che fra fucilazioni, violenze, depredazioni non capirono nulla di tutto ciò, devastando una pompa commerciale di ricchezza, che nei decenni avrebbe fatto veramente coesa, grande l’Italia. Peccato che fatti di così grande importanza siano scomparsi dalla storiografia, rimasti dietro le quinte di celebrazioni monche dell’Unità d’Italia!

 

Infatti le scelte sbagliate sulla politica delle infrastrutture continuano: oggi la polarità macroeconomica della Sicilia sarebbe enormemente potenziata nei due sensi di marcia, al cospetto dei flussi commerciali globali UE-farEast-Afrika e di quelli USA, Brasile, Messico. Su Sicilia e Calabria avevano fatto più di un pensierino i cinesi, che erano disposti a finanziare il Ponte ed anche l’alta velocità fino a Salerno per far viaggiare le loro merci in entrata e in uscita dal Mediterraneo con notevoli risparmi. Dinanzi alle scelte sbagliate e funeste fatte dal Governo Monti (‘compiti a casa’), i cinesi si sono orientati a usare il porto del Pireo in Grecia per raggiungere il resto d’Europa da quella postazione.

 

L’Italia, comunque, fa ancora in tempo a rientrare nel gioco della mobilità e della logistica integrata, perché la quantità di merci attesa ha già spinto l’Egitto a raddoppiare il Canale di Suez, a tempo di record sotto la guida di un ammiraglio della Marina Egiziana. Non è illusorio pensare che entro pochi anni possano transitarvi il doppio dei container rispetto ai 5 milioni al mese di oggi. Gli articoli di Filippo Romeo e di Alessandro Di Liberto (Istituto Alti Studi in Geopolitica) segnalano ulteriori specifici motivi di fondamentale interesse geostrategico e geoeconomico per le imprese italiane a seguito della scoperta dell’immenso giacimento energetico ad opera dell’ENI. Tutti questi elementi rendono inconsistenti le scelte decisionali di chiusura sul campo dei passati governi nazionali e l’attendismo del presente.

 

Non c’è pericolo di concorrenza senza ritegno per quanto la Sicilia, trasformata in piattaforma logistica intermodale a seguito della costruzione del Ponte toglierebbe ad altri. C’è lavoro per tutti - diconsi tutti - i porti del Mediterraneo, da quelli italiani (Augusta, Gioia Tauro, Taranto, Napoli, Genova, Venezia e Trieste) a quelli spagnoli e francesi (Barcellona, Valencia e Marsiglia). Il traffico si presenta talmente massiccio da non creare problemi neanche al sovrano dei Porti europei, qual’è Rotterdam (60 km. di banchine e 165.000 dipendenti nel sistema portuale e logistico). Il traffico via ferrovia AV/AC poi avrebbe una ricaduta formidabile sull’intera penisola a patto di vederlo come elemento trainante per l’economia nazionale, né più né meno come l’UE.

 

Finalizzare subito gli ultimi step nei cantieri del Ponte non si pone in contrasto con altri, importanti, investimenti pubblici (acqua, bonifiche, altre infrastrutture, energia). Con la penale, prevista per la rescissione del contratto dopo un regolare bando di gara, si possono far ripartire i lavori, mentre per le opere complementari a terra va usata l’idea geniale di Francesco Forte demandando i lavori alle Imprese che costruiscono il Ponte, trasformando i relativi costi in crediti d’imposta. Il governo può attrarre capitali dall’estero, previa definizione di una cornice legislativo-amministrativa che consenta a importanti investitori internazionali di scommettere sulla logistica e l’intermodalità della nostra area. Punti di forza: 1) la piena riuscita dell’intera operazione, a costo zero per il bilancio dello Stato; 2) le notevoli ricadute economico-sociali sull’intero Paese;  3) l’avvio a soluzione della storica “Questione Meridionale”.

 

Sapremo dunque trovare, finalmente, in una logica politica bipartisan ‘il ponte di comando’ necessario per innalzare al cielo l’”Iconema dello Stretto”, altro brandy di importanza nazionale?

                                               Giovanni ALVARO* - Cosimo INFERRERA** – Bruno S. SErGI***

Area dello Stretto 9.11.2015

*     Blogger e Cofondatore Comitato Ponte Subito

**   Patologo Università degli Studi di Messina

***  Economista Università di Messina e Harvard University

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- di Gennaro Galdi -

Taormina. Il Castello Duchi de Spuches Fondazione Mazzullo, presidente dr Alfio Auteri, si e' vestito di cultura, con la presentazione della silloge poetica della scrittrice palermitana Maria Vittoria Spinoso con la relatrice prof Maria Teresa Prestigiacomo critico e giornalista e con la relatrice attrice Argentina Sangiovanni, psicopedagigista criminologa.

Era presente per l amministrazione comunale il Comm. Vittorio Sabato e la figlia manager dell azienda Sabato materiali per l edilizia di Trappitello. La presentazione era patrocinata dal Club Unesco di Taormina Valli d Alcantara e d Agro. Del Club era presente il preside Rosario Calabrese e le aspiranti inscrivende dott.ssa Anna Maria Scillama gia vice Console a Ginevra e la manager  dott.ssa Federica  D Adamo.

Inoltre, presenti l 'avv. Guido Scarcella e consorte, Salvo Mannino, organizzatore di eventi di moda e bellezza ed altri illustri ospiti.

Dopo il drink alla Fondazione, e i saluti di Vittorio Sabato, una torta con la cover del libro e uno Champagne la cena a Villa Zuccaro hanno siglato la splendida serata di cultura all' insegna dei diritti umani tradotti in poesia.

 

 

Giuseppe Mobila1

In data 16/10/2015 si è tenuta l’inaugurazione del centro medico polispecialistico “AMEDEO D’AOSTA”, fondato dal Dott .GIUSEPPE MOBILIA ,già primario di ostetricia e ginecologia Osp PAPARDO.
Obiettivo del centro è quello di offrire all’utenza un punto di riferimento per tutte quelle problematiche che  richiedono un trattamento polispecialistico di alta professionalità ,garantendo tempi di attesa brevi e con onorari altamente competitivi equiparabili ai ticket del SSN.

 

 

 

Foto01 Armillaria mellea

- di Angelo Miceli -

Conosciuto, ricercato ed apprezzato in cucina sin dai tempi più remoti, anche se per il suo uso gastronomico non vengono seguiti, soprattutto perché sconosciuti dalla maggior parte dei consumatori, i consigli utili ad un suo corretto utilizzo ai fini della commestibilità, il “Chiodino” è solito fare la sua apparizione sin dall’inizio dell’autunno crescendo cespitoso, da parassita-saprofita, sugli alberi nei boschi di latifoglie e di conifere e, in maniera piuttosto ricorrente, anche su culture arboree da frutto.

Considerato da numerosi micofagi un ottimo commestibile ed annualmente oggetto di una spietata caccia è, in realtà, proprio per la sua ricercatezza, per la sua abbondante crescita e per il suo diffuso consumo, il principale responsabile dei numerosi ricoveri ospedalieri per intossicazione da funghi.

Il suo nome scientifico, Armillaria mellea, derivato dal latino armilla = braccialetto con riferimento all’anello che adorna la parte superiore del gambo e da mellea, attinente al miele, con riferimento al suo colore, lo connota, nel vasto “Regno dei Fungi”, nel Genere Armillaria, famiglia Tricholomataceae, Ordine Agaricales.

I cromatismi del cappello sono vari e diversificati e vanno messi in relazione con la cultura vegetale su cui si sviluppa, variando dal giallo-miele, al brunastro, al grigio nerastro; la superficie è ricoperta da piccole squame feltrose più fitte al centro che risulta di colore più scuro; è sempre presente, in maniera più o meno accentuata, un piccolo umbone.

Le lamelle, leggermente decorrenti (attaccate al gambo e prolungate verso il basso), hanno un colore che va dal biancastro al bruno e, a maturità, sono macchiate di ocra-brunastro. Le spore in massa di colore bianco, lo classificano come leucosporeo.

Il gambo, biancastro, scuro brunastro alla base, è coriaceo e fibroso e non è adatto al consumo. Nella parte superiore è ornato da un anello infero (quando si forma partendo dal basso e si allarga verso l’alto), chiamato “Armilla” da cui prende il proprio nome.

E’ un fungo che cresce, si nutre e riproduce, da parassita, su numerose culture arboree provocando il “marciume radicale fibroso” che attacca la pianta fino a distruggerla completamente. Il fungo, completato il suo lavoro da parassita, continua a vivere sulle sostanze morte delle piante, ora in fase di decomposizione, nutrendosi delle stesse ed assumendo, così, la veste di fungo saprofita.

E’ un buon commestibile ma tossico da crudo. Per il suo corretto consumo bisogna tenere presenti alcune accortezze alle quali ci si deve attenere scrupolosamente: eliminare il gambo, anche negli esemplari più giovani, in quanto fibroso, coriaceo e, pertanto, molto indigesto. Fare bollire, prima del consumo, i funghi in quanto contengono tossine (emolisine) di natura termostabile-solubile che perdono la loro tossicità se Foto02 Armillaria melleaportati a temperatura di ebollizione. Per tale motivo è necessario fare bollire, preventivamente, il prodotto eliminando, poi, l’acqua di cottura e procedendo, successivamente, a regolare cottura per almeno 15-20 minuti a fuoco vivo e senza coperchio. Sono stati registrati casi di disturbi intestinali a breve latenza provocati dall’uso di esemplari di Armillaria mellea congelati a fresco, senza preventiva bollitura. Si ritiene, quale ipotesi maggiormente accreditata, anche se in atto non ancora provata da studi approfonditi, che con la congelazione le tossine vengano fissate nella struttura del fungo e, successivamente, anche se i funghi vengono scongelati e cucinati in maniera corretta, queste perdano la loro caratteristica di solubilità e non vengono più smaltite con la bollitura. Per questa particolare reazione al freddo è sconsigliato raccogliere e consumare questa specie fungina e le specie ad essa affini se la temperatura ambientale è scesa sotto lo zero nei giorni immediatamente precedenti il ritrovamento.

L’intossicazione da Armillarea mellea si manifesta entro poco tempo dal consumo dei funghi, generalmente 1-2 ore, anche se sono stati registrati casi in cui i sintomi si sono manifestati oltre le sei ore. I sintomi principali sono diarrea, sudorazione, rinorrea, astenia, crampi muscolari, confusione mentale, vertigini, atassia cerebellare.

Foyo03 Hypholoma fasciculareFare attenzione, durante la raccolta, a non confonderlo con Hypholoma fasciculare, molto simile ad Armillaria mellea ma particolarmente tossico e con tossine termostabili, (quando le tossine permangono anche dopo la bollitura), non commestibile e causa di sindrome gastroenterica costante di natura violenta con possibili complicazioni epatorenali. Presenta caratteristiche similari ad Armillaria mellea, soprattutto per la analoga crescita cespitosa sopra tronchi di albero ma con caratteristiche morfologiche diverse come il colore delle lamelle che da giallo verdastro diventa nerastro a maturazione, la superficie del cappello sempre liscia e priva delle classiche squamette fibrose tipiche di A. mellea e la mancanza di un anello ben evidenziato, oltre al sapore della carne che è amaro.

Consigli per il consumo: non è necessario utilizzarlo in cucina ma…. se proprio non potete farne a meno fate buon uso di quanto sopra esposto utilizzandolo e cucinandolo in maniera corretta, limitandone il consumo a piccole quantità e mai in pasti ravvicinati al fine di evitare effetti di accumulo e ricorrete sempre, prima del consumo, al giudizio di commestibilità espresso da un micologo professionista. Il servizio è gratuito presso le USP su tutto il territorio nazionale.

Foto:

  • Archivio mico-fotografico del      micologo Franco Mondello

Bibliografia essenziale:

  • Boccardo Fabrizio, Traverso Mido, Vizzini Alfredo, Zotti Mirca, 2008: Funghi d’Italia, Zanichelli, Bologna (ristampa 2013)
  • Milanesi Italo,2015: Conoscere i funghi velenosi ed i loro sosia commestibili, A.M.B. Fondazione Centro Studi Micologici, Trento
  • Papetti Carlo, Consiglio Giovanni, Simonini Giampalolo, 2004:Atlante fotografico dei Funghi d’Italia. Vol. I (seconda ristampa), A.M.B. Fondazione Centro Studi Micologici, Trento

Riferimenti siti web:

http://www.micologiamessinese.altervista.org/

http://www.funghiitaliani.it/

http://www.appuntidimicologia.com/

**********

Se volete imparare a riconoscere i funghi, frequentate la nostra Associazione:

“CENTRO di CULTURA MICOLOGICA”

c/o Dopolavoro Ferroviario – Via Reggio Calabria Is. 11 quater – Messina

incontri settimanali - mercoledì dalle ore 17,00 alle ore 19,00

Approfondimenti micologici con riconoscimento dei funghi dal vero

Info: Enzo Visalli 368676063– Franco Mondello 3282489544 - Angelo Miceli 3286955460

http://www.micologiamessinese.altervista.org

Foto01 Armillaria mellea

- di Angelo Miceli -

Conosciuto, ricercato ed apprezzato in cucina sin dai tempi più remoti, anche se per il suo uso gastronomico non vengono seguiti, soprattutto perché sconosciuti dalla maggior parte dei consumatori, i consigli utili ad un suo corretto utilizzo ai fini della commestibilità, il “Chiodino” è solito fare la sua apparizione sin dall’inizio dell’autunno crescendo cespitoso, da parassita-saprofita, sugli alberi nei boschi di latifoglie e di conifere e, in maniera piuttosto ricorrente, anche su culture arboree da frutto.

Considerato da numerosi micofagi un ottimo commestibile ed annualmente oggetto di una spietata caccia è, in realtà, proprio per la sua ricercatezza, per la sua abbondante crescita e per il suo diffuso consumo, il principale responsabile dei numerosi ricoveri ospedalieri per intossicazione da funghi.

Il suo nome scientifico, Armillaria mellea, derivato dal latino armilla = braccialetto con riferimento all’anello che adorna la parte superiore del gambo e da mellea, attinente al miele, con riferimento al suo colore, lo connota, nel vasto “Regno dei Fungi”, nel Genere Armillaria, famiglia Tricholomataceae, Ordine Agaricales.

I cromatismi del cappello sono vari e diversificati e vanno messi in relazione con la cultura vegetale su cui si sviluppa, variando dal giallo-miele, al brunastro, al grigio nerastro; la superficie è ricoperta da piccole squame feltrose più fitte al centro che risulta di colore più scuro; è sempre presente, in maniera più o meno accentuata, un piccolo umbone.

Le lamelle, leggermente decorrenti (attaccate al gambo e prolungate verso il basso), hanno un colore che va dal biancastro al bruno e, a maturità, sono macchiate di ocra-brunastro. Le spore in massa di colore bianco, lo classificano come leucosporeo.

Il gambo, biancastro, scuro brunastro alla base, è coriaceo e fibroso e non è adatto al consumo. Nella parte superiore è ornato da un anello infero (quando si forma partendo dal basso e si allarga verso l’alto), chiamato “Armilla” da cui prende il proprio nome.

E’ un fungo che cresce, si nutre e riproduce, da parassita, su numerose culture arboree provocando il “marciume radicale fibroso” che attacca la pianta fino a distruggerla completamente. Il fungo, completato il suo lavoro da parassita, continua a vivere sulle sostanze morte delle piante, ora in fase di decomposizione, nutrendosi delle stesse ed assumendo, così, la veste di fungo saprofita.

E’ un buon commestibile ma tossico da crudo. Per il suo corretto consumo bisogna tenere presenti alcune accortezze alle quali ci si deve attenere scrupolosamente: eliminare il gambo, anche negli esemplari più giovani, in quanto fibroso, coriaceo e, pertanto, molto indigesto. Fare bollire, prima del consumo, i funghi in quanto contengono tossine (emolisine) di natura termostabile-solubile che perdono la loro tossicità se Foto02 Armillaria melleaportati a temperatura di ebollizione. Per tale motivo è necessario fare bollire, preventivamente, il prodotto eliminando, poi, l’acqua di cottura e procedendo, successivamente, a regolare cottura per almeno 15-20 minuti a fuoco vivo e senza coperchio. Sono stati registrati casi di disturbi intestinali a breve latenza provocati dall’uso di esemplari di Armillaria mellea congelati a fresco, senza preventiva bollitura. Si ritiene, quale ipotesi maggiormente accreditata, anche se in atto non ancora provata da studi approfonditi, che con la congelazione le tossine vengano fissate nella struttura del fungo e, successivamente, anche se i funghi vengono scongelati e cucinati in maniera corretta, queste perdano la loro caratteristica di solubilità e non vengono più smaltite con la bollitura. Per questa particolare reazione al freddo è sconsigliato raccogliere e consumare questa specie fungina e le specie ad essa affini se la temperatura ambientale è scesa sotto lo zero nei giorni immediatamente precedenti il ritrovamento.

L’intossicazione da Armillarea mellea si manifesta entro poco tempo dal consumo dei funghi, generalmente 1-2 ore, anche se sono stati registrati casi in cui i sintomi si sono manifestati oltre le sei ore. I sintomi principali sono diarrea, sudorazione, rinorrea, astenia, crampi muscolari, confusione mentale, vertigini, atassia cerebellare.

Foyo03 Hypholoma fasciculareFare attenzione, durante la raccolta, a non confonderlo con Hypholoma fasciculare, molto simile ad Armillaria mellea ma particolarmente tossico e con tossine termostabili, (quando le tossine permangono anche dopo la bollitura), non commestibile e causa di sindrome gastroenterica costante di natura violenta con possibili complicazioni epatorenali. Presenta caratteristiche similari ad Armillaria mellea, soprattutto per la analoga crescita cespitosa sopra tronchi di albero ma con caratteristiche morfologiche diverse come il colore delle lamelle che da giallo verdastro diventa nerastro a maturazione, la superficie del cappello sempre liscia e priva delle classiche squamette fibrose tipiche di A. mellea e la mancanza di un anello ben evidenziato, oltre al sapore della carne che è amaro.

Consigli per il consumo: non è necessario utilizzarlo in cucina ma…. se proprio non potete farne a meno fate buon uso di quanto sopra esposto utilizzandolo e cucinandolo in maniera corretta, limitandone il consumo a piccole quantità e mai in pasti ravvicinati al fine di evitare effetti di accumulo e ricorrete sempre, prima del consumo, al giudizio di commestibilità espresso da un micologo professionista. Il servizio è gratuito presso le USP su tutto il territorio nazionale.

Foto:

  • Archivio mico-fotografico del      micologo Franco Mondello

Bibliografia essenziale:

  • Boccardo Fabrizio, Traverso Mido, Vizzini Alfredo, Zotti Mirca, 2008: Funghi d’Italia, Zanichelli, Bologna (ristampa 2013)
  • Milanesi Italo,2015: Conoscere i funghi velenosi ed i loro sosia commestibili, A.M.B. Fondazione Centro Studi Micologici, Trento
  • Papetti Carlo, Consiglio Giovanni, Simonini Giampalolo, 2004:Atlante fotografico dei Funghi d’Italia. Vol. I (seconda ristampa), A.M.B. Fondazione Centro Studi Micologici, Trento

Riferimenti siti web:

http://www.micologiamessinese.altervista.org/

http://www.funghiitaliani.it/

http://www.appuntidimicologia.com/

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