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 Foto della copertina

- di Maria Teresa Prestigiacomo -

 

 

Il teatro di Messina e Taormina negli anni ’70

interventi dei  proff. Rosalba Gasparro e Dario Tomasello

Maurizio Puglisi, presidente del Teatro di Messina

Ninni Bruschetta,direttore artistico del Teatro di Messina

Leggeranno alcuni brani tratti dal libro

Giovanna Battaglia e Margherita Smedile

 

 

Gigi Giacobbe

 

GIGI GIACOBBE giornalista, critico di Teatro, è nato a Caltagirone ma risiede a Messina da sempre. Nel 1975 fonda il gruppo teatrale Teatro 221 int.7. Ha scritto per alcuni quotidiani siciliani e riviste nazionali e attualmente collabora a Sipario, Teatro contemporaneo e Cinema, ai Magazine d’arte e cultura Moleskine, Frammenti e al settimanale regionale Centonove. Ha pubblicato i volumi Senza Sipario (Ed. Intilla, 1993), Tempi teatrali (1997) a cura del Teatro Vittorio Emanuele di Messina e Che cos’è il Teatro? ( Ed. Siciliano, 2010). E’ stato insignito del Premio Giorgio Prosperi (Cefalù 1997) e del Premio Colapesce ( Messina 2012).

 

 

 

 

 

 

 

Rocco Familiari

 

ROCCO FAMILIARI regista, drammaturgo, scrittore. Ha diretto il Teatro Struttura di Messina negli anni ’70. Ha fondato nel 1976 il Festival Internazionale del Teatro di Taormina diretto fino al 1980. E’ stato Consigliere di amministrazione dell’ETI, IDI e INDA. Opere principali per il teatro: Ritratto di spalle (Scheiwiller, 1977); Don Giovanni e il suo servo; Il presidente; Herodias e Salome; Orfeo Euridice; Agata; L’odore; Amleto in prova: tutte raccolte nel volume Teatro (Ed. Gangemi 2008). Narrativa: L’odore, 2006 (Prix du Premier Roman, Chambery), Il sole nero, 2007, Il ragazzo che lanciava messaggi nella bottiglia, 2011 (Premio Joyce Lussu), Il nodo di Tyrone, 2013, tutti editi da Marsilio.

 

 

 

 

enrico-iv

 

- di Maria Teresa Prestigiacomo -

Giovedì 22 ottobre, alle ore 21:00,ENRICO IVdi Luigi Pirandello.

Repliche 22-23-24-25 ottobre 2015

ENRICO IV

di Luigi Pirandello

scene e costumi Margherita Palli. Luci Gigi Saccomandi

regia di Franco Branciaroli

produzione CTB Teatro Stabile di Brescia / Teatro de Gli Incamminati

Personaggi e interpreti

 

Enrico IV                                            Franco Branciaroli

La Marchesa Matilde Spina                   Viola Pornaro

Sua figlia Frida                                    Valentina Violo

Il giovane Marchese Carlo di Nolli          Tommaso Cardarelli

Il Barone Tito Belcredi                           Giorgio Lanza

Il Dottor Dionisio Genoni                      Antonio Zanoletti

I tre finti Consiglieri Segreti:

Landolfo (Lolo)                                     Sebastiano Bottari

Arialdo (Franco)                                   Mattia Sartoni

Bertoldo (Fino)                                      Andrea Carabelli

Il vecchio cameriere Giovanni                   Giovanni Battista Storti

DAlessandroLanza BranciaroliFranco Branciaroli continua la sua indagine sui grandi personaggi del teatro portando sulla scena l’Enrico IV, dramma in 3 atti di Luigi Pirandello, scritto nel 1921. Un grande capolavoro che si inserisce nel ciclo del “teatro nel teatro”, un capolavoro che, come ebbe a dire lo stesso Pirandello,  si stacca dal grottesco per un’ambizione alla tragedia. Considerato il capolavoro teatrale di Pirandello insieme a Sei personaggi in cerca di autoreEnrico IV è uno studio sul significato della pazzia e sul tema caro all'autore del rapporto, complesso e alla fine inestricabile, tra personaggio e uomo, finzione e verità.

 Il protagonista come tanti altri personaggi pirandelliani è un eroe che si estrania dalla vita, consapevole di una visione superiore del reale e dei miseri comportamenti umani.  Ma anch’egli è doppio.  Scisso tra passioni e rimpianti che lo legano alla vita e il rifugio nella maschera che lo isola dal mondo. Il personaggio di Enrico IV, del quale magistralmente non viene mai svelato il vero nome, quasi a fissarlo nella sua identità fittizia, è descritto minuziosamente da Pirandello. Enrico è vittima non solo della follia, prima vera poi cosciente, ma dell'impossibilità di adeguarsi ad una realtà che non gli si confà più, stritolato nel modo di intendere la vita di chi gli sta intorno e sceglie quindi di ‘interpretare’ il ruolo fisso del pazzo, che secondo alcuni critici pirandelliani “può essere letto come la come la manifestazione di una debolezza, la confessione di un’immaturità, di un’incapacità di vivere”

Per informazione sui biglietti: www.ticketone.itwww.ilbotteghino.it.

 

ARYA Quartett

 -di MARIA TERESA PRESTIGIACOMO -

Messina. Nel contesto dell' - Anno Placidiano, in collaborazione con la Chiesa di San Giovanni di Malta e l'ensemble musicale ARYA Quartett, Armonie dello Spirito eseguirà

ConTemporaneaMenteMusica

concerto di musica contemporanea

dell'ARYA Quartett

musiche inedite di

Alessio Fabra e Ferdinando D'Urso

Giovanna Morabito, violino;Alessia Pitali, Arpa;

Fabio Chillemi, corno; Mauro Leonardo, fagotto  

Mercoledì 21 Ottobre 2015 alle ore 19.00 presso la Chiesa San Giovanni di Malta in Messina

GIGI GIACOBBE

Nov 25, 2024

Giornalista, critico di Teatro, è nato a Caltagirone ma risiede a Messina da sempre. Nel 1975 fonda il gruppo teatrale Teatro 221 int.7. Ha scritto per alcuni quotidiani siciliani e riviste nazionali e attualmente collabora a Sipario, Teatro contemporaneo e Cinema, ai Magazine d’arte e cultura Moleskine, Frammenti e al settimanale regionale Centonove. Ha pubblicato i volumi Senza Sipario (Ed. Intilla, 1993), Tempi teatrali (1997) a cura del Teatro Vittorio Emanuele di Messina e Che cos’è il Teatro? ( Ed. Siciliano, 2010). E’ stato insignito del Premio Giorgio Prosperi (Cefalù 1997) e del Premio Colapesce ( Messina 2012).

Regista, drammaturgo, scrittore. Ha diretto il Teatro Struttura di Messina negli anni ’70. Ha fondato nel 1976 il Festival Internazionale del Teatro di Taormina diretto fino al 1980. E’ stato Consigliere di amministrazione dell’ETI, IDI e INDA. Opere principali per il teatro: Ritratto di spalle (Scheiwiller, 1977); Don Giovanni e il suo servo; Il presidente; Herodias e Salome; Orfeo Euridice; Agata; L’odore; Amleto in prova: tutte raccolte nel volume Teatro (Ed. Gangemi 2008). Narrativa: L’odore, 2006 (Prix du Premier Roman, Chambery), Il sole nero, 2007, Il ragazzo che lanciava messaggi nella bottiglia, 2011 (Premio Joyce Lussu), Il nodo di Tyrone, 2013, tutti editi da Marsilio.

Uomo pronto al dialogo e al confronto, pastore delicato e sensibile

L’Arcivescovo Ignazio Cannavò si è spento serenamente, concludendo il suo cammino terreno per vivere la pienezza della sua esistenza in Cristo e celebrare la liturgia del cielo.

Con la mitezza e la riservatezza che sempre lo ha contraddistinto, ritorna alla Casa del Padre all’età di 94 anni, dei quali più di 70 spesi per il Signore e la Chiesa del sacro ministero.

Nella serata di domenica 18 ottobre, ad Aci S. Antonio, diocesi di Acireale – sua Chiesa d’origine – si addormenta nel sonno dei giusti, per continuare a risplendere in Cristo sommo ed eterno sacerdote come luce per questa Chiesa che ha amato e servito dal 1977 al 1997, quando gli successe nel governo pastorale l’Arcivescovo Giovanni Marra.

Nato a Fiumefreddo di Sicilia il 5 novembre 1921, è stato ordinato sacerdote il 5 novembre 1944. Eletto Vescovo ausiliare di Acireale il 24 ottobre 1970, viene consacrato il 13 dicembre dello stesso anno. Il 21 febbraio 1976 è nominato coadiutore dell’Arcivescovo di Messina, il Servo di Dio Mons. Francesco Fasola. Diviene Arcivescovo di Messina il 3 giugno 1977, ricevendo il pastorale – segno del governo del Pastore – dall’Arcivescovo Fasola nel contesto del pontificale in onore della celeste Patrona della diocesi, la Madonna della Lettera. Conclude il suo ministero apostolico a guida dell’Arcidiocesi nel 1997.

20 anni contraddistinti dalla sua prima lettera pastorale rivolta al clero e ai fedeli della Chiesa messinese “Da una pastorale di conservazione ad una pastorale missionaria”. Anni segnati dal suo motto episcopale “In Verbo tuo”, riponendo fiducia nella Parola del Signore che chiama e manda. Anni di impegno e di progressiva presa di coscienza del cammino della Chiesa accompagnata dalla sua austerità, dalla sua mitezza, dal suo brillante acume, dalla sua cultura e dalla sua umiltà. Come non ricordare eventi di grande coinvolgimento come la visita del Papa San Giovanni Paolo II nel 1988 in occasione della canonizzazione della clarissa messinese Eustochia Smeralda Calafato e la Peregrinatio Mariae del quadro della Vergine Maria di Montalto per tutto il territorio diocesano, coinvolgendo tutte le componenti ecclesiali. Come non ricordare l’annuale appuntamento del 13 dicembre nel vedere i giovani stringersi con affetto al proprio Arcivescovo per camminare con lui con rinnovato slancio.

Con i più di sessanta sacerdoti diocesani ordinati, senza contare i presbiteri religiosi e i diaconi, l’Arcivescovo Cannavò ha dato una forte impronta alla Chiesa diocesana. Anche l’attenzione alle periferie hanno visto la Chiesa locale impegnata e guidata dal suo pastore in prima linea come la volontà di costruire la chiesa della Madonna delle Lacrime in Santo-Bordonaro e l’avvio della costruzione di quella di S. Eustochia in contrada Citola – Annunziata.

Uomo pronto al dialogo e al confronto, pastore delicato e sensibile con la sua parola decisa seppur pronunciata nella discrezione ha segnato il cammino della storia ecclesiale e sociale di Messina. Il 4 novembre dello scorso anno, per la singolare ricorrenza del suo 70° anniversario di sacerdozio, ad Aci S. Antonio, presso l’O.A.S.I. Maria SS. Assunta tanti cuori – presenti ed assenti solo fisicamente – si sono uniti nel rendere grazie per il dono della presenza dell’Arcivescovo Ignazio, il quale rivolgendosi ai presenti e alla Chiesa che ha continuato ad amare ha dato un ulteriore insegnamento come consegna: rendere grazie e invocare il perdono, grazie e miserere.

Questa consegna trovi terreno fertile nel cuore della Chiesa di Messina-Lipari-S. Lucia del Mela e le parole pronunciate riecheggino per tutti come monito della tenerezza del suo cuore: E dopo l’esercizio di questo mio ministero introducimi dove non meriterei di essere introdotto, ma confidando nella tua parola, o Maria, spero di essere introdotto per continuare a dire a Gesù la mia riconoscenza, il mio amore, cantare il mio amore per l’eternità, cantare insieme a te, o Maria, la bontà che mi hai usato durante questa vita e che esprimerai definitivamente nel momento in cui mi riunirò col figlio tuo. Amen.

Mons. Giacinto Tavilla

Direttore del periodico diocesano “La Scintilla”

CannavoArcidiocesi di Messina Lipari S. Lucia del Mela

 

Mercoledì 21 ottobre, alle ore 11, nella Basilica Cattedrale di Messina, si terranno i funerali dell’Arcivescovo emerito S.E. Mons. Ignazio Cannavò, presieduti dall’Amministratore Apostolico S.E. Mons. Antonino Raspanti.

 

Un profilo su Mons. Cannavò curato dal Direttore del periodico diocesano “La Scintilla”, Mons. Tavilla, che ne tratteggia i tratti distintivi.

 

S.E. Mons. Ignazio Cannavò:

Uomo pronto al dialogo e al confronto, pastore delicato e sensibile

L’Arcivescovo Ignazio Cannavò si è spento serenamente, concludendo il suo cammino terreno per vivere la pienezza della sua esistenza in Cristo e celebrare la liturgia del cielo.

Con la mitezza e la riservatezza che sempre lo ha contraddistinto, ritorna alla Casa del Padre all’età di 94 anni, dei quali più di 70 spesi per il Signore e la Chiesa del sacro ministero.

Nella serata di domenica 18 ottobre, ad Aci S. Antonio, diocesi di Acireale – sua Chiesa d’origine – si addormenta nel sonno dei giusti, per continuare a risplendere in Cristo sommo ed eterno sacerdote come luce per questa Chiesa che ha amato e servito dal 1977 al 1997, quando gli successe nel governo pastorale l’Arcivescovo Giovanni Marra.

Nato a Fiumefreddo di Sicilia il 5 novembre 1921, è stato ordinato sacerdote il 5 novembre 1944. Eletto Vescovo ausiliare di Acireale il 24 ottobre 1970, viene consacrato il 13 dicembre dello stesso anno. Il 21 febbraio 1976 è nominato coadiutore dell’Arcivescovo di Messina, il Servo di Dio Mons. Francesco Fasola. Diviene Arcivescovo di Messina il 3 giugno 1977, ricevendo il pastorale – segno del governo del Pastore – dall’Arcivescovo Fasola nel contesto del pontificale in onore della celeste Patrona della diocesi, la Madonna della Lettera. Conclude il suo ministero apostolico a guida dell’Arcidiocesi nel 1997.

20 anni contraddistinti dalla sua prima lettera pastorale rivolta al clero e ai fedeli della Chiesa messinese “Da una pastorale di conservazione ad una pastorale missionaria”. Anni segnati dal suo motto episcopale “In Verbo tuo”, riponendo fiducia nella Parola del Signore che chiama e manda. Anni di impegno e di progressiva presa di coscienza del cammino della Chiesa accompagnata dalla sua austerità, dalla sua mitezza, dal suo brillante acume, dalla sua cultura e dalla sua umiltà. Come non ricordare eventi di grande coinvolgimento come la visita del Papa San Giovanni Paolo II nel 1988 in occasione della canonizzazione della clarissa messinese Eustochia Smeralda Calafato e la Peregrinatio Mariae del quadro della Vergine Maria di Montalto per tutto il territorio diocesano, coinvolgendo tutte le componenti ecclesiali. Come non ricordare l’annuale appuntamento del 13 dicembre nel vedere i giovani stringersi con affetto al proprio Arcivescovo per camminare con lui con rinnovato slancio.

Con i più di sessanta sacerdoti diocesani ordinati, senza contare i presbiteri religiosi e i diaconi, l’Arcivescovo Cannavò ha dato una forte impronta alla Chiesa diocesana. Anche l’attenzione alle periferie hanno visto la Chiesa locale impegnata e guidata dal suo pastore in prima linea come la volontà di costruire la chiesa della Madonna delle Lacrime in Santo-Bordonaro e l’avvio della costruzione di quella di S. Eustochia in contrada Citola – Annunziata.

Uomo pronto al dialogo e al confronto, pastore delicato e sensibile con la sua parola decisa seppur pronunciata nella discrezione ha segnato il cammino della storia ecclesiale e sociale di Messina. Il 4 novembre dello scorso anno, per la singolare ricorrenza del suo 70° anniversario di sacerdozio, ad Aci S. Antonio, presso l’O.A.S.I. Maria SS. Assunta tanti cuori – presenti ed assenti solo fisicamente – si sono uniti nel rendere grazie per il dono della presenza dell’Arcivescovo Ignazio, il quale rivolgendosi ai presenti e alla Chiesa che ha continuato ad amare ha dato un ulteriore insegnamento come consegna: rendere grazie e invocare il perdono, grazie e miserere.

Questa consegna trovi terreno fertile nel cuore della Chiesa di Messina-Lipari-S. Lucia del Mela e le parole pronunciate riecheggino per tutti come monito della tenerezza del suo cuore: E dopo l’esercizio di questo mio ministero introducimi dove non meriterei di essere introdotto, ma confidando nella tua parola, o Maria, spero di essere introdotto per continuare a dire a Gesù la mia riconoscenza, il mio amore, cantare il mio amore per l’eternità, cantare insieme a te, o Maria, la bontà che mi hai usato durante questa vita e che esprimerai definitivamente nel momento in cui mi riunirò col figlio tuo. Amen.

Mons. Giacinto Tavilla

Direttore del periodico diocesano “La Scintilla”

 

 

Messina, martedì 20 ottobre 2015

don Giuseppe Lonia

Direttore dell'Ufficio Diocesano per le Comunicazioni Sociali

Programma Antonello 1

Venerdì 23 e sabato 24 ottobre 2015, nell’Aula dell’Accademia Peloritana dei Pericolanti (Palazzo Università, Piazza Pugliatti 1 – Messina),  la Società Messinese di Storia Patria, congiuntamente al Dipartimento di Scienze Politiche e Giuridiche dell’Università di Messina, ALuMnime (Associazione ex-allievi Studiorum Universitas Messanae), , ERSU Messina (Ente Regionale per il Diritto allo Studio Universitario), Associazione Antonello da Messina e gode del patrocinio di SISEM (Società Italiana per la Storia dell’Età Moderna) e dell’Accademia Peloritana dei Pericolanti, presenterà il Convegno di Studi “Antonello e la cultura del Rinascimento in Sicilia”. 

L’incontro, che si avvale della partecipazione di qualificati relatori e della consulenza di un prestigioso comitato scientifico- si propone di affrontare la questione della diffusione della cultura rinascimentale in Sicilia nel contesto della più generale crescita demografica, socioeconomica e della cultura urbana.

A lungo, infatti, la storiografia ha attribuito la formazione della maggiore personalità del rinascimento siciliano – Antonello da Messina – soprattutto alle sue esperienze maturate a Napoli e a Venezia, non sempre valutando adeguatamente la qualità del tessuto sociale e culturale dell’isola con la relativa circolazione di saperi, idee, manufatti. Solo in tempi relativamente recenti si è giunti ad una più articolata e documentataProgramma Antonello 2 rappresentazione della Sicilia all’alba dell’età moderna. Attraverso un serrato confronto tra diverse competenze (storici, storici dell’arte, letterati, filologi, storici della scienza e delle istituzioni politiche) il convegno ha come obiettivo l’individuazione dei caratteri e della portata dell’esperienza artistica e culturale siciliana tra XV e XVI secolo identificandone tanto le peculiarità quanto i nessi con la contemporanea vicenda italiana ed europea.

In appendice al convegno, sarà presentato il volume Around Antonello da Messina: Reintegrating Quattrocento Culture, edited by Michael W. Kwakkelstein and Bette Talvacchia, Centro Di- Istituto Olandese di Storia dell’Arte, Firenze 2014, (Monte di Pietà, via XXIV Maggio, Messina).

in allegato il programma e l'invito

 

prof. Vincenzo Caruso

Società Messinese di Storia Patria

NOTE

La Società Messinese di Storia Patria, nata in seno all'Accademia Peloritana dei Pericolanti sul finire dell'Ottocento, costituisce una delle più antiche istituzioni culturali di Messina ed ha come finalità la promozione, in tutti i loro aspetti, degli studi storici riguardanti Messina e la sua Provincia nell’attuale ambito territoriale. 

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