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ponte 7- di Giovanni ALVARO e Cosimo INFERRERA -

Tre novità, in riferimento al Ponte sullo Stretto, ci permettono di guardare al futuro positivamente. Il Comitato Ponte Subito, infatti, fa sapere che la petizione, indirizzata al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ed al Premier italiano Matteo Renzi ha raggiunto le 5.000 firme. Un risultato lusinghiero che non è poca cosa, stante il black out dei grandi media nazionali, la disinformazione a cui è stata sottoposta l’opinione pubblica nazionale, nonché il ‘benaltrismo’ usato dai No ponte e da quanti considerano il Mezzogiorno terra da illudere con improbabili iniziative.

La seconda notizia, contenuta in un articolo di Panorama, ci ricorda che a fine novembre debbono essere depositate le memorie difensive da parte della Stretto di Messina, citata in giudizio da Salini-Impregilo e Parson. Il processo potrebbe essere spostato in Lussemburgo, dato che sia Eurolink sia la Stretto di Messina Spa contestano la legittimità del decreto col quale si è cassato l’appalto. Insomma “una pessima figura a livello internazionale con imprese come la Sacyr spagnola, l’americana Parsons e la giapponese Ishikawajima-Harima Heary Industries CO Ltd che possono (aldilà dei risarcimenti ndr) ben dire sull’inaffidabilità del Paese”.

Che lo stop al Ponte sia stato deciso dal Governo Monti non serve, comunque, a salvare l’Italia da una vergognosa risonanza mediatica che sarà difficile scrollarsi di dosso. Del resto lo stesso Monti aveva temuto, a suo tempo, che quel ‘compito a casa’ richiestogli puzzasse parecchio e che egli e il suo Governo avrebbero potuto rischiare di essere chiamati a rispondere, da parte della Corte dei Conti, dei danni subiti da chi legalmente aveva vinto una gara d’appalto internazionale. Così può spiegarsi il motivo per il quale ‘il più tedesco degli italiani’ ha preteso che il blocco all’appalto fosse inserito in un decreto legge, trasformato dal Parlamento in legge dello Stato.

Quell’inserimento, forse, li ha salvati da esosi risarcimenti, ma non da un pessimo giudizio della storia. In un Stato serio ci sarebbe il rischio di essere messi in stato d’accusa per aver operato contro gli interessi nazionali, contrabbandando gli interessi di paesi protesi a difendere il ruolo dei porti del Nord Europa con quelli dell’intera Comunità, tra cui appunto l’Italia. Soltanto dei finti allocchi possono lasciare ad intendere che attraversato il Canale di Suez (nel frattempo attrezzatosi per il maggior traffico previsto) sia più conveniente superare Gibilterra e circumnavigare l’Europa per depositare i container a Rotterdam e Anversa, per poi smistarli su ferrovia A/V a Genova o Venezia (almeno quelli diretti in Italia), anziché farli transitare direttamente via Sicilia - Calabria lungo la penisola italiana.

Ad Augusta e Gioia Tauro – se questa è ancora Italia - utilizzandone una quantità programmata, compatibile con il quadro generale europeo potrebbe svilupparsi una florida attività di semilavorati artigianali e industriali a prezzi veramente competitivi, detratti dagli enormi costi aggiuntivi di trasporto su nave e assicurativi. Questo, e questo solo significa partecipare realmente al flusso commerciale globale, più ricco del petrolio, e che fa apparire come uno dei misteri più inquietanti dell’Italia repubblicana ciò che ha fatto il ‘Professore’, già rettore dell’Università Bocconi, con la sciagurata scelta di tentare l’abbattimento del Ponte di Messina, mettendo out logistica integrata e attività commerciali di circa 1/3 del Paese.  

La terza grande novità è rappresentata dall’interesse manifestato del Governo a far ripartire l’appalto, evitando il pagamento di penali a fondo perduto, pari alla quota di competenza statale per realizzare la megastruttura. Con ciò cogliendo la palla al balzo di chi si dichiara pronto a rinunciare alla penale, se si dovesse decidere di riattivare l’appalto del Ponte. Sarà vero? Se lo fosse saremo i primi ad applaudire, perché il Ponte non ha colore politico: piuttosto deve essere opera come se ne fanno al Nord, mai etichettate di questo o di quel colore. Altra bega, questa, artatamente posta fra i piedi del Sud, a cui i finti allocchi danno spago per gli interessi di boss benvestiti.

In conclusione il Ponte serve all’Italia per non essere esclusa dal business del trasporto containerizzato: presenza che non crea problemi ad alcuno, se non ai referenti di rigurgiti egemonici - da combattere - viste le grandi quantità di merci in transito nel Canale di Sicilia e tendenti al raddoppio nei prossimi anni. Il Ponte serve anche alle Regioni meridionali, quale polarità carismatica per circa 10 milioni di turisti all’anno in transito nel bacino del Mediterraneo: vero e proprio Expo a tempo indeterminato, chiave di volta per i bacini culturali a cielo aperto di cui è ricca l’Italia. Questo il binario concreto, non parolaio per il progetto turistico culturale del Ministro Franceschini, se riesce a farne parte convinta il Governo! Proprio a tal fine il Ponte serve perché agevola la mobilità regionale, interregionale, nazionale, trascinando con sé l’AV ferroviaria e i sistemi di logistica integrata (porti, aeroporti, autostrade).

Ma il Ponte serve pure alle Università dell’Area dello Stretto, potenziali depositarie dello studio, dell’innovazione scientifica, della conoscenza, della cultura, arricchendo di patrimoni esclusivi (per opere di tal fatta) la preparazione dottrinale, le competenze dei docenti e la qualificazione dei laboratori. Occasione irripetibile per un generale rilancio! Si, generale rilancio, perché per dirla col Ministro della Giustizia, Andrea Orlando “se non cresce il Sud, infatti, è l'Italia che non cresce come potrebbe invece fare: se il Sud non coglie le occasioni, è l'intero paese che è destinato a perderle”. Come a dire che non si tratta di “primavera meridionale” ma anche della reale ripresa dell’intero paese che non può pensare di tirare avanti con gli zero virgola quando il Ponte vale, da solo, oltre 2 punti di crescita del Pil.

                                                                      

Riceviamo e pubblichiamo:

 

mangione-salvatore

 

Al Signor Presidente della Repubblica

On. Sergio Mattarella

c/o Palazzo del Quirinale

00187 – Roma

 

Egregio Signor Presidente,

 

desideriamo sottoporre alla Sua attenzione una questione relativa al corso intensivo di formazione, volto all’accesso ai ruoli della dirigenza scolastica, svoltosi a Palermo, dal 10 al 20 agosto 2015 e conclusosi con una verifica finale il 24 agosto 2015.

 

Tutti coloro che Le scrivono hanno preso parte alla procedura per l’accesso al ruolo di Dirigente scolastico di cui alla Legge 107/2015, art. 1, commi 87 e ss. e al DM n. 499 del 20 luglio 2015. La succitata legge all’ art. 1, commi da 87 a 91 ha definito “le modalità di svolgimento di un corso intensivo di formazione,   e   della   relativa   prova   scritta   finale, volto all'immissione […] nei ruoli dei dirigenti scolastici”.

 

Il comma 88 chiarisce che il procedimento è relativo ai concorsi per dirigenti scolastici espletati negli anni 2004, 2006 e nel 2011 solo per la Lombardia e la Toscana.

 

La legge 107/2015, articolo 1, comma 87 e ss., trova la sua ragione d’essere nello scopo “di tutelare le esigenze di economicità dell'azione amministrativa e di prevenire le ripercussioni sul sistema scolastico dei possibili esiti del contenzioso pendente, relativo ai concorsi per dirigente scolastico di cui al comma 88.

 

Ai sensi del comma 88, destinatari del decreto sono:

 

“a) i soggetti già vincitori ovvero utilmente collocati nelle graduatorie ovvero che abbiano superato positivamente tutte le fasi di procedure concorsuali   successivamente   annullate in sede giurisdizionale, relative al concorso per esami e titoli per il reclutamento di dirigenti scolastici indetto con decreto direttoriale del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca 13 luglio 2011, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, 4ª serie speciale, n. 56 del 15 luglio 2011;

 

b) i soggetti che abbiano avuto una sentenza favorevole almeno nel primo grado di giudizio ovvero non abbiano avuto, alla data di entrata in vigore della presente legge, alcuna sentenza definitiva, nell’ ambito del contenzioso riferito ai concorsi per dirigente scolastico di cui al decreto direttoriale del Ministero dell'istruzione, dell’università e della ricerca 22 novembre 2004, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, 4ª serie speciale, n. 94 del 26 novembre 2004, e al decreto del Ministro della pubblica istruzione 3 ottobre 2006, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, 4ª serie speciale, n. 76 del 6 ottobre 2006, ovvero avverso la rinnovazione della procedura concorsuale ai sensi della legge 3 dicembre 2010, n. 202”.

 

Pur nel diverso iter pregresso, le due categorie interessate sono state inserite nello stesso comma e sono state destinatarie di un’identica procedura, cioè la frequenza di un corso intensivo di formazione, con una verifica finale, con l’evidente finalità di effettuare, in modo tempestivo, tutte quelle operazioni necessarie per consentire ai corsisti di accedere ai ruoli della dirigenza a partire dal 1° settembre 2015. Questi corsi, con le stesse modalità, sono stati svolti, oltre che in Sicilia, anche in Lombardia, in Toscana, in Abruzzo e in Campania. In tutte queste regioni il percorso previsto dalla legge si è svolto in un clima sereno e si è concluso con esito positivo per tutti i partecipanti, tutte ad eccezione della Sicilia.

 

In Sicilia il corso si è svolto in una situazione di grave confusione, all’interno di un’aula magna affollata e rumorosa, dove solitamente stazionavano molte più persone rispetto a quelle previste dagli elenchi ufficiali pubblicati dall’USR Sicilia.

 

È stato permesso a molti non aventi diritto di entrare e firmare i fogli di presenza: tra questi soggetti con un provvedimento di esclusione e soggetti del concorso 2011 Sicilia, categoria non prevista dalla legge 107/2015.

 

Nei primi due giorni non si è provveduto all’identificazione dei partecipanti e i fogli delle firme sono stati lasciati incustoditi fuori dall’aula, all’ingresso della scuola che ospitava il corso.

 

Solo a partire dal terzo giorno, a seguito di formale richiesta inviata dai nostri legali all’USR Sicilia, si è provveduto alla nostra identificazione. Al fine di garantire la prosecuzione della procedura che presentava evidenti vizi di legittimità, si è inoltre richiesta la presenza al corso del responsabile del procedimento. Tutto questo è documentato.

 

L’attività formativa si è dunque svolta in un generale clima di disordine, tale da indurre una diffusa percezione di scarsa trasparenza, che ha ingenerato nei partecipanti tensione e disagio. Ben altra serenità sarebbe stata necessaria per frequentare proficuamente un’attività formativa, concentrata in nove ore al giorno, per 9 giorni nel periodo di ferie estive, che ha sottoposto tutti i docenti a un iter molto impegnativo e defatigante.

 

Dopo solo tre giorni (domenica inclusa), si è svolta una prova scritta che, secondo la legge, avrebbe dovuto mirare a verificare l’apprendimento degli argomenti trattati nel corso di formazione.

 

La prova, che avrebbe dovuto iniziare alle 9.00, è iniziata alle 12.00; la motivazione addotta dai funzionari dell’USR Sicilia e dalla Commissione è stata che era necessario attendere i provvedimenti di sospensione cautelare del TAR Sicilia, destinati ad alcuni soggetti non inclusi in elenco ed evidentemente non aventi diritto. Ci chiediamo quale possa essere la giustificazione di un tale provvedimento che ha sottoposto tutti i partecipanti ad una lunga e stressante attesa.

 

La traccia dell’elaborato ha infine proposto la discussione di ben tre argomenti affrontati nel corso di formazione e delle loro interconnessioni, sebbene l’art. 3 comma 1 del DM 499/ 2015 (Modalità di svolgimento di un corso intensivo di formazione e della relativa prova scritta finale, ai sensi dell’articolo 1, comma 87, della legge 13 luglio 2015, n. 107, ovvero della sessione speciale di esame di cui all’articolo 1, comma 90, della legge 13 luglio 2015, n. 107) parli testualmente “di una prova scritta su un argomento individuato dalla Commissione nell’ambito di quelli oggetto del corso di formazione”.

 

Ci corre l’obbligo inoltre di esplicitare alcune considerazioni sui criteri di scelta dei membri della commissione esaminatrice: uno dei commissari, che ha rassegnato le proprie dimissioni il 31 agosto 2015, quando la correzione era già avviata da alcuni giorni, risulta infatti avere il proprio vicepreside fra i docenti partecipanti al corso, sebbene l’art.2 comma del DM 499/2015 reciti: “Al fine di assicurare la regolarità, l’imparzialità e il buon andamento dei lavori delle commissioni giudicatrici, in aggiunta a quanto previsto dal comma 9, i presidenti e i componenti non devono trovarsi in altre condizioni che, per ragioni oggettive, rendano comunque incompatibile o inopportuna la loro partecipazione alle procedure di cui al presente decreto”.

 

Il 16 settembre 2015 è stata pubblicata la graduatoria che ha visto la bocciatura del 65 per cento dei corsisti, con solamente 43 vincitori su 140 candidati che avevano effettuato la verifica.

 

Sarebbe stato prevedibile che anche in Sicilia, come è avvenuto in tutte le altre regioni destinatarie della procedura, i partecipanti   venissero inclusi in una graduatoria in base ad un punteggio “in trentesimi, pari o superiore a ventuno “, come previsto dal succitato D.M. 499/2015, punteggio utile per la formazione di una graduatoria per la scelta della sede, dato che non era stato richiesto alcun altro titolo ai fini dell’ammissione nel ruolo di dirigente scolastico.

 

Tale interpretazione della norma, incomprensibilmente “punitiva”, risulta una scelta isolata nel panorama delle altre regioni d’Italia ove, in linea con la voluntas legis, gli Uffici Scolastici Regionali hanno inteso la prova in modo non selettivo, ai fini di una graduatoria di idoneità, di fatto ammettendo tutti i candidati ai ruoli di dirigente scolastico. Sotto tale aspetto si palesa la grave violazione del principio di parità di trattamento tra i candidati (art. 3 Cost.), il quale trova piena applicazione nell’accesso al pubblico impiego (art. 97 Cost.), sì come disciplinato dalla legge (artt. 25, 28, 35 D.lgs.165/2001).

 

Riteniamo che la massiccia esclusione dei docenti siciliani indichi che la Commissione:

 

1)            Non ha interpretato la norma come una modalità rapida per riconoscere i diritti calpestati nel precedente concorso (poi annullato con sentenze definitive erga omnes) e sanare i contenziosi pendenti;

 

2)            non ha tenuto conto del difficile e defatigante percorso formativo cui i docenti si sono sottoposti;

 

3)            ha inteso rimarcare la differente applicazione della stessa legge, prendendo le distanze dalla Lombardia, dalla Toscana, dall’Abruzzo e dalla Campania dove tutti i partecipanti hanno superato la prova.

 

Questo atteggiamento, altamente selettivo, mal si concilia con tutta la procedura, approssimativa e inficiata, tra l’altro, da gravi e documentate inadempienze che inevitabilmente innescheranno ulteriori contenziosi, fino ad arrivare alla richiesta di annullamento, con gravi danni per l’erario, sovvertendo così del tutto le intenzioni del legislatore che voleva, invece, eliminare i contenziosi pregressi e mettere fine a un’annosa questione che ha visto molti docenti lottare per anni per ottenere il rispetto delle sentenze e quello dei propri diritti.

 

Se si fosse voluto fare un concorso selettivo, come quello già espletato nel 2004, annullato con sentenze definitive e per ben due volte giunto in procinto di una sua radicale rinnovazione, non avrebbe avuto senso sottoporre i corsisti a un corso di formazione così veloce e affrettato e a una verifica scritta così ravvicinata alla conclusione del corso stesso, e sarebbero state previste due prove scritte e una orale come per tutti i concorsi di questa tipologia. Il fatto che non è stato così formulato dimostra che la commissione ha erroneamente considerato il corso come un concorso.

 

A questo si aggiunge anche l’incertezza dimostrata dal MIUR nell’adozione di metodi adeguati a garantire l’uniformità di comportamento da parte degli Uffici Scolastici Regionali in tutte le regioni, che ha di fatto determinato una disparità di trattamento inaccettabile, oltre che costituzionalmente illegittima.

 

Pertanto, Signor Presidente, le chiediamo di intervenire per la risoluzione di questa incresciosa vicenda, sollecitando l’emanazione di un’interpretazione autentica dello spirito del comma 87 della legge n. 107/2015 e invitando il MIUR a intervenire tempestivamente per correggere l’operato dell’USR in Sicilia e uniformarlo a quanto è avvenuto nelle altre regioni d’ Italia.

 

Richiediamo che anche in Sicilia, come nelle altre regioni d’Italia, si dia attuazione alla legge n.107 inserendo tutti i partecipanti in una graduatoria di idonei che garantisca la copertura dei posti rimasti vacanti e assegnati in reggenza. Ciò anche al fine di rendere possibile, in un periodo molto delicato per il mondo della scuola, una gestione organizzativa stabile ed efficace.

 

Signor Presidente, confidiamo nel Suo interessamento e nella Sua equilibrata posizione di garante della Costituzione e della legge, per trovare una soluzione che metta fine a questa incresciosa vicenda, che dal 2004 ci vede impegnati in una battaglia civile prima ancora che giudiziaria.

 

Certi della Sua comprensione e in attesa di una Sua cortese risposta, Le auguriamo buon lavoro e Le porgiamo distinti saluti.

 

Palermo, 28 settembre 2015

 

(nella foto Salvatore Mangione)

 

Me31

Il Teatro di Messina comunica che, a causa delle avverse condizioni meteorologiche e dei conseguenti disagi che potrebbero crearsi all’interno dei locali che ospitano l’iniziativa, l’inaugurazione della collettiva di pittura “Incontri d’Arte - dal testo all’immagine” è stata rinviata a sabato 17 ottobre alle ore 10,30.

 

apertura

Herat, 14 ottobre – Nei giorni scorsi , la Task Force Arena, su base 5° reggimento fanteria “AOSTA”, ha assunto la responsabilità della vigilanza e sicurezza (Force Protection) di Camp Arena, la base che ospita il contingente militare italiano e delle altre nazioni componenti il Train Advise Assist Command West (TAAC-W) . Con una cerimonia semplice, il comandante dell’unità spagnola, Task Force PIRINEOS, ha lasciato la guida del posto comando (Base Defence Operation Center - BDOC) e la conduzione delle attività di sicurezza interna ed esterna di Camp Arena alla subentrante unità italiana, denominata Force Protection Task Group (FP-TG) del reggimento fanteria Aosta.

Il 5° reggimento fanteria “AOSTA” su cui si basa la Task Force Arena, garantirà la protezione della Base per lo svolgimento, in una adeguata cornice di sicurezza, di tutte le delicate attività dei militari italiani e stranieri all’interno e nei pressi della base di Camp Arena, senza tralasciare il sostegno alle Forze di Sicurezza Afgane affinché le stesse consolidino il livello di efficienza raggiunto.

 

La Giuria per la sezione poesia, presieduta dal prof. Giuseppe Rando

 

è composta dalla dott.ssa  Francesca Di Natale, dalla Prof.ssa Patrizia Danze’,

 

dalla Dott.ssa Giovanna Panarello e dal Prof. Giuseppe Ramires

 

ha proceduto all’ assegnazione del premio all'  artista classificato, ad ARTEINCENTRO 2015,

 

nella sezione “poesia in italiano ”

 

Arrendersi al tempo

 

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La Giuria per la sezione poesia, presieduta dal prof. Giuseppe Rando

è composta dalla dott.ssa  Francesca Di Natale, dalla Prof.ssa Patrizia Danze’,

dalla Dott.ssa Giovanna Panarello e dal Prof. Giuseppe Ramires

ha proceduto all’ assegnazione del premio all'  artista classificato, ad ARTEINCENTRO 2015,

nella sezione “poesia in dialetto”

 all'opera poetica

 

“Na sfida senza tempu”

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La Giuria per la sezione poesia, presieduta dal prof. Giuseppe Rando

 

è composta dalla dott.ssa  Francesca Di Natale, dalla Prof.ssa Patrizia Danze’,

 

dalla Dott.ssa Giovanna Panarello e dal Prof. Giuseppe Ramires

 

ha proceduto all’ assegnazione del premio all'  artista classificato, ad ARTEINCENTRO 2015,

 

nella sezione “poesia in dialetto”

 

 all'opera poetica

 

 

“A me Missina”

 

 

 

 

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La Giuria, per la sezione Pittura

presieduta dalla prof.ssa Maria Teresa Prestigiacomo

già contrattista universitaria, docente Istr. Sup., critico d 'arte , giornalista

e composta dall’operatore culturale Angelo Savasta,

dal prof.re Universitario esperto in pittura ed arti visive Roberto Lo Presti,

dal Dirigente della Provincia Regionale esperto in pittura Fortunato Chiesini

e dalla scenografa teatrale arch. Mariella Bellantoni

ha assegnato il premio a

GINESTRE

 con la seguente motivazione:

L’opera si e’ distinta per una decisa esplosione di luce,

l’uso del colore muove pensieri felici insieme alla freschezza

del tratto e ad un magistrale equilibrio cromatico.

 

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