Al Presidente della Repubblica
On. Sergio Mattarella
Palazzo del Quirinale 00187 - Roma
Al Presidente del Senato
On. Pietro Grasso
Palazzo Madama 00186 - Roma
Al Presidente della Camera dei Deputati
On. Laura Boldrini
Palazzo Montecitorio 00186 - Roma
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Dr. Matteo Renzi
Palazzo Chigi 00100 - Roma
Al Ministro della Salute
On. Beatrice Lorenzin
Lungotevere Ripa, 1 - 00153 – Roma
Al Presidente della Commissione di Vigilanza Rai
On. Roberto Fico
Palazzo Montecitorio
00186 Roma
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Palazzo San Macuto
Via del Seminario, 76
00187 Roma
Ai Presidenti delle Giunte Regionali
Loro sedi
Al Dirigente Settore Area LEA
Dr. Giacomino Brancati
Dipartimento Tutela della Salute e Politiche Sanitarie
Regione Calabria
Al Presidente del Consiglio Nazionale
dell’Ordine dei Giornalisti
Dr. Enzo Iacopino
Via Parigi, 11 - 00185 Roma
E, p.c.
Alle Associazioni Nazionali dei Consumatori
Loro sedi
APPELLO
PER UNA CORRETTA INFORMAZIONE MICOLOGICA DIFFUSA ATTRAVERSO I MEZZI DI COMUNICAZIONE
In qualità di garanti delle rispettive istituzioni presiedute, con la presente intendiamo sottoporre all’attenzione delle SS.VV. Illustrissime, la potenziale pericolosità della non corretta informazione che sempre più spesso viene diffusa sia attraverso le reti televisive che sulla carta stampata in merito al consumo alimentare dei funghi spontanei, i quali, ogni anno, sono causa di rilevanti danni alla salute, con conseguenze talora molto gravi, quali morte o trapianto d’organo, per un cospicuo numero di consumatori. Questo è quanto, ancora una volta, è emerso anche in occasione del recente Workshop Regionale sulle intossicazioni da funghi organizzato a Lamezia Terme (CZ) dal Dipartimento Tutela della Salute e Politiche Sanitarie Regione Calabria, con la collaborazione dell'AMB (Associazione Micologica Bresadola) e della CMC (Confederazione Micologica Calabrese).
Il numero dei casi di intossicazione da funghi che ogni anno si registrano nel nostro Paese è allarmante. Fra i dati disponibili, utili a quantificare il numero di eventi tossici, vi sono quelli forniti dai Centri Antiveleni (CAV) ed in particolare quelli resi disponibili dal CAV di Milano che, dal 1994 al 2014, ha registrato 13.891 casi clinici di varia gravità, di cui i più seri hanno causato 46 decessi e 21 trapianti di fegato. A questi casi va sommato un numero variabile di commensali che hanno partecipato al pasto in ciascun evento (da un minino di 2, fino a 60 commensali), il che aumenta il numero di pazienti intossicati di circa il 38%, in media circa
1000 casi all’anno. Per avere però una stima annua ancora più realistica sul numero di pazienti con problematiche cliniche relative al consumo di funghi occorrerebbe poi considerare tutti gli altri casi, sia quelli gestiti da altri CAV, sia quelli per i quali non è stata richiesta la consulenza tossicologica del Cav di Milano.
Negli ultimi anni il momento peggiore si è registrato nell’autunno 2012, quando in pochi mesi, si sono verificati numerosi casi di intossicazioni fungine molto gravi, che hanno provocato un cospicuo aumentato del numero dei morti e di trapianti d'organo.
La gravità della situazione fu colta dal Ministero della Salute che, in quella occasione, diramò un comunicato stampa di “allerta” sul consumo di funghi non controllati, pubblicando, altresì, sul proprio sito, un opuscolo informativo e un decalogo sul consumo dei funghi in sicurezza (redatto a cur del CAV di Milano).
In quello stesso periodo l'AMB, la Provincia di Milano, il Centro Antiveleni di Milano, con il patrocinio del Ministero della Salute, del Ministero dell’Ambiente e dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), erano impegnati nell'organizzazione del 5° Convegno Internazionale di Micotossicologia. L’incessante susseguirsi di nuovi casi di avvelenamento da funghi spontanei sembrava affermare l'insufficienza di ogni sforzo finalizzato a fornire informazioni corrette sul gravissimo pericolo rappresentato dal consumo “inconsapevole” di funghi spontanei e su alcune altrettanto pericolose credenze o consuetudini locali, diffuse anche attraverso i mezzi di informazione, legate sia alla raccolta che alla preparazione alimentare dei funghi.
Tutto ciò ha raggiunto il suo apice il 24 maggio 2014 con la presentazione e la cottura in diretta televisiva, su una rete RAI, di un fungo, Gyromitra esculenta, considerato velenoso dal Ministero della Salute e dalla comunità scientifica, perché responsabile, nel recente passato, di intossicazioni anche letali. A tale proposito
nessun esito ha finora avuto la richiesta (allegata in copia al presente appello) inoltrata con tempestività ai Dirigenti RAI al fine di ottenere una pubblica rettifica nell’ambito della stessa trasmissione.
Tale irresponsabile episodio avveniva a pochi mesi dalla morte di una donna in Calabria, nel marzo 2014, per consumo di una specie fungina tossica, seguito, ancora in Calabria, nell’ottobre 2014, dal decesso di un uomo e dal trapianto di fegato in una donna, sempre per ingestione di funghi non controllati.
Non è certamente necessario richiamare l’art. 32 della Costituzione per affermare che l’attività di prevenzione delle intossicazioni da funghi rientra pienamente nei principi garantiti dalla Carta, la quale tutela la salute “come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività”. Il danno in termini di salute che tali eventi producono è infatti così socialmente significativo, a causa del grave periodo invalidante con esiti in alcuni casi permanenti se non mortali, da motivare di per se l’appello che intendiamo inoltrare. Allo stesso modo rilevanti e di pubblico interesse sono anche gli oneri sanitari, derivanti dalla degenza presso strutture ospedaliere di alta specializzazione e, a maggior ragione, in caso di eventuale intervento chirurgico per trapianto d’organo.
Per contrastare tali drammatici eventi il legislatore, già dal 1996, istituì gli Ispettorati Micologici presso ciascuna Azienda Sanitaria con compiti di controllo sulla commercializzazione, trasformazione e consumo dei funghi nonché di consulenza sia per i privati raccoglitori che, in occasione di evento tossico, per i Pronto
Soccorso, per i Medici Ospedalieri, di Medicina Generale e di Continuità Assistenziale.
In collaborazione con i Dipartimenti Pubblici di Prevenzione, anche l’AMB, iscritta con il N. 159 al registro nazionale delle Associazioni di Promozione Sociale, grazie alla sua presenza capillare su tutto il territorio Nazionale (130 Gruppi) e mediante l’impegno volontario dei circa 10.000 associati, realizza, da diversi decenni, un’incessante attività di prevenzione tramite la divulgazione di una corretta cultura micologica.
Tuttavia l’intossicazione da funghi non deve essere considerata un evento ineludibile o una fatalità, ma una circostanza grave che può e deve essere preventivamente contrastata veicolando, in modo diretto, la giusta informazione. Le analisi che seguirono agli eventi del 2012 fecero ipotizzare, fra i motivi dell’evidente inadeguatezza del sistema di prevenzione, anche il potenziale ruolo della non corretta informazione che, sempre più spesso, viene data sui funghi dai più diffusi mezzi di informazione. Ci riferiamo in particolare a
quella veicolata nell’ambito di alcune trasmissioni televisive e su certa carta stampata, diffusa da presunti “esperti di funghi”, che risulta spesso farcita di superficialità, pressapochismo, disconoscenza e superstizioni e che può creare, nella pubblica opinione, un disorientamento così elevato da vanificare ogni sforzo informativo di corretta prevenzione reso sia dai Servizi pubblici che dalle Associazioni di Volontariato. A documentare tutto ciò è l’intervento di un noto cuoco che, in una trasmissione televisiva molto seguita dal pubblico, faceva riferimento ad un fantasioso metodo utile a rilevare, al momento della cottura, la presunta velenosità dei funghi. Sulla estrema pericolosità di tale evento è allarmante richiamare il fatto che una donna di Cosenza, nel 2014, facendo affidamento proprio sullo stesso falso criterio nel cucinare funghi da lei raccolti e consumati senza il preventivo controllo micologico, si procurò un gravissimo avvelenamento falloideo.
Alla luce di quanto esposto, riteniamo che i tempi siano maturi per passare ad una più approfondita, corretta e vasta informazione sul tema “funghi”, troppo spesso trattato in modo distorto e superficiale.
Abbiamo fondati motivi per ritenere che la “disinformazione sui funghi”, resa in troppo numerose occasioni dai mezzi di informazione, possa avere una orresponsabilità oggettiva” nel verificarsi degli episodi di intossicazione. Un minuto di disinformazione in una rete televisiva nazionale o locale vanifica il lavoro di
chi fa seria prevenzione sulle intossicazione da funghi. Appare evidente che non è sufficiente essere frequentatori dei boschi e raccoglitori di funghi o chef conosciuti, per essere considerati “esperti di funghi”.
Rivolgiamo pertanto un accorato e pressante
A P P E L L O
affinché vengano poste regole precise che impongano, a qualunque operatore dell’informazione in qualunque contesto operi, prima di trattare l’argomento funghi, di consultare preventivamente, per le rispettive competenze, - i Micologi degli Ispettorati Micologici,
- i Tossicologi dei Centri Antiveleni,
- i Micologi dell’AMB (contattabili tramite i Referenti Nazionali AMB sotto indicati).
Auspichiamo altresì che venga realizzata una pubblica campagna di spot pubblicitari televisivi (tipo “Pubblicità Progresso”) sul “consumo in sicurezza dei funghi” curata, a garanzia dei corretti contenuti, dalle medesime figure professionali.
Trento, 2 luglio 2015
I Referenti nazionali per la Micotossicologia dell’ AMB
Dr. Luigi Cocchi
Dr. Carmine Siniscalco
Per la Confederazione Micologica Calabrese (CMC)
Dr. Francesco Toteda
(Presidente CMC)
Dr. Ernesto Marra
(Direttore Comitato Scientifico CMC)
Il Direttore del Centro AntiVeleni (CAV)
Ospedale Niguarda Ca’ Granda - Milano
Dr.ssa Franca Davanzo