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Collettiva- di Roberto Lo Presti -

Tante belle persone, luci soffuse e voci raccolte, artisti ed appassionati nello studio-mostra di Roberto Pilot- Una costante ed interessante ricorrenza ci illumina il cuore e la mente. Tanti gli spunti per poter pur brevemente riflettere sui segni ed il senso della libera e dolcissima interpretazione di: Modigliani ,Donzetti,Ferrante,De Chirico, Guttuso e ancora altri…- Siamo stati presenti nelle varie stanze ad ascoltare e raccogliere dei commenti di artisti del 900- Il secolo precedente che ribalta il pensiero,la logica, la visione più potremmo dire palesemente sentimentale e romantica dell’800 -
Rivoluzione ed innovazione in ogni campo. Ciò ha decisamente tolto alla pittura uno dei suoi scopi ritenuti specifici: quello di riprodurre in immagini la realtà. Ciò può apparire negativo, ma di fatto ha imposto alla pittura una diversa impostazione del suo fare. Abbandonato il terreno della rappresentazione, del naturalismo, l’arte figurativa ha cominciato a esplorare i vasti e inediti territori della comunicazione.
In sostanza, l’arte moderna non ha più interesse a «rappresentare» la realtà. L’arte moderna usa le forme per «comunicare» pensieri, idee, emozioni, ricordi e quanto altro può risultare significativo. Pertanto, nell’approccio all’arte moderna, non bisogna mai porsi l’interrogativo, guardando un'opera d'arte, di cosa essa rappresenti, ma cosa essa comunichi. Tuttavia, la comunicazione richiede sempre un linguaggio che deve essere noto sia all’artista sia al fruitore dell’opera. Il naturalismo è un linguaggio universale in quanto rispetta le regole universali della visione umana. L'arte moderna, abbandonando il naturalismo, di fatto abbandona il linguaggio comunicativo più diffuso e popolare: per questo è costretta, ogni volta, a inventarsi un nuovo linguaggio, col rischio che i linguaggi nuovi non siano sempre assimilati e compresi. Ciò può produrre l'incomprensibilità del messaggio che l'artista voleva trasmettere e un singolare paradosso: l’arte moderna vuole solo comunicare, ma per far ciò sceglie spesso la strada della incomunicabilità. Comunque impone, prima di capire il messaggio, la necessità di studiare il nuovo linguaggio utilizzato dall'artista. Ciò comporta che l’arte moderna necessita di un approccio qualificato. Solo studiando da vicino le problematiche connesse ai movimenti e ai singoli artisti è possibile comprendere il significato di un'opera d'arte.
Di fronte alla rivoluzione industriale, notevoli i contributi di riflessioni su cambiamenti di usi e costumi delle genti e con essi l’ Arte sensibilissima Anima segue le Voci degli uomini decisamente geniali, volti a organizzare e gestire nuove imprese tecnologiche. Lo steam ship, la produzione in serie, la catena distributiva dei made in Europa e nel mondo hanno determinato capovolgimenti di stili e linguaggio ora pro ora contro il meccanismo e l’automatismo dell’uomo adesso ancor più strumento e macchina negli ingranaggi…-
Il linguaggio delle immagini, data la sua natura di linguaggio analogico, si presta meglio per esplorare, o comunicare, con l’inconscio delle persone. Alcuni movimenti artistici sono nati proprio con l’intenzione di tradurre in immagini ciò che ha sede nell’inconscio. Tra tutti, chi ha scelto con maggior impegno questa strada è stato soprattutto il Surrealismo.
Tale interesse ha alimentato anche la poetica di altri movimenti avanguardistici dell’inizio secolo, quali l’Espressionismo e l’Astrattismo. Tuttavia, è costante in tutti i movimenti del Novecento, la finalità di una «comunicazione totale», cioè veicolata verso i territori più profondi e recessi della psiche umana. Il Cubismo e il Futurismo produssero influenze notevoli in Russia dove in quegli anni sorsero movimenti quali il Cubofuturismo, il Suprematismo e il Costruttivismo. In seguito, l’Astrattismo conobbe sviluppi notevolissimi, divenendo, soprattutto nel secondo dopoguerra, terreno fertile per numerose sperimentazioni, che attraverso l’arte Informale e l’arte Concettuale, arrivano fino ai giorni nostri.
Anche la seconda avanguardia italiana di quegli anni, la Metafisica, in embrione nacque a Parigi, dove Giorgio De Chirico, il massimo rappresentante del movimento, svolse parte della sua attività giovanile. Evidenti e loquaci le immagini colte nello stesso De Chirico , come è stato sottolineato dal dr. Franz Riccobono, le figure di personaggi pensanti con dentro il petto ,le strutture meccaniche poste a specchio di visioni tecnologiche in voga. Tante le opere che mostranola fuori uscita di concetti legati a schematismi,lo stesso stile informale , è rivoluzione dello spirito contro le balorde guerre,inutili e dannose…! Troviamo poi colorite e colorate in un mondo ,da fiaba, le mani sulla tela di Donzelli, lo stesso nostro conterraneo Guttuso ,che riprende con intensa luce il ‘vecchio ‘ naturalismo, accostandosi e rendendoci partecipe della vita quotidiana ,forte ed intensa in ogni dinamica operativa : è il verista del pennello…- Potremmo parlare a lungo,soprattutto sotto l’aspetto sentimentale ed emotivo del Modigliani con le sue figure lineari ancor più accennate del corpo femminile e del ‘ classico’ collo e poi con Ferrante …, ma in vero siamo solo osservatori sensibili e dilettanti-
Grazie ancora Roberto Pilot per il notevole respiro artistico che sai dare con raffinatissima presentazione.

Midollo

È questa la ragione per cui, sabato 30 novembre e domenica 1 dicembre

 torna nelle piazze italiane l’edizione 2013 di ‘un panettone per la vita’.

Le aspettative? Fare breccia nel cuore di quei tanti giovani

che vogliono regalare un’altra possibilità di vivere

a chi lotta contro leucemie, linfomi e altre patologie del sangue


Sono i numeri a parlare per i tanti giovani di buona volontà del nostro Paese. A settembre, in una sola giornata, 4.787 di loro sono stati iscritti al Registro Nazionale dei Donatori di Midollo Osseo (IBMDR), grazie all’iniziativa “Ehi, tu! Hai midollo?”, giornata di sensibilizzazione svoltasi nelle piazze d’Italia che ha visto in azione, assieme ai volontari ADMO, medici e clown di corsia. E 1.311 sono state le promesse di donazione, da “esaudire” successivamente.

Un risultato al di sopra delle aspettative, che permette - a tante persone in attesa di un trapianto di midollo osseo - di poter riagguantare la propria vita.

Sabato 30 novembre dalle 9 alle 18 e domenica 1 dicembre dalle 9 alle 14 i volontari dell’Associazione Donatori Midollo Osseo tornano a Piazza Duomo a Messina e in via Medici a Milazzo

con due obiettivi

-ricerca di nuovi donatori di midollo osseo

-ricerca di fondi 

A piazza duomo saremo presenti grazie alla sensibilita' della Brigata Aosta di Messina che come ogni anno ci offre una tenda attrezzata di tutto,il personale e la logistica. Meno male che ci sono loro che non finiremo mai di ringraziare.

In piazza offriremo a fronte di un contributo presepini di cioccolato,pandori e panettoni allestiti in eleganti confezioni, è possibile chiarire dubbi e ricevere tutte le informazioni necessarie per diventare donatori di midollo osseo.

Grazie a tutte quelle persone di buona volontà che, con un puro atto d’amore, potranno essere presenti.

Salvatore Parrino

presidente ADMO Messina

foto 1 p

 

Messina: -  Accolta favorevolmente dal “Santuario di Montalto” la proposta,  avanzata dal movimento spontaneo lavoratori ed altre associazioni cittadine, di allestire un presepe vivente  nel colle della Capperrina, sede della Comunità Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani (MASCI)  Messine 1 Il “Faro”.  Le associazioni si sono riunite in un comitato spontaneo chiamato “Presepe vivente Montalto” e nella giornata odierna hanno dato il via ai lavori per la realizzazione delle capanne che ospiteranno l’edizione 2013 del Presepe di Montalto. 

La particolarità dell’evento, proposto per la prima volta a Messina, è caratterizzata dal fatto che saranno coinvolti soggetti affetti da patologie e soggetti normodotati. Nella seconda decade di dicembre sarà organizzata una conferenza stampa dove, tutte le associazioni che prenderanno parte all’iniziativa, presenteranno il progetto e comunicheranno date e modalità per visitare il Presepe. 

Foto di repertorio

Ritorna puntuale la Biennale artistica di Messina, presso il Salone delle Bandiere Palazzo Zanca di Messina, una grande iniziativa organizzata dall’artista messinese Biagio Cardia. Sabato 30 Novembre alle ore 17.30 sarà presentata la vernissage con la presentazione delle opere di artisti internazionali. In occasione, ci sarà la premiazione del Quarto Premio Internazionale di Poesia “Messina Città d’Arte” 2013, manifestazione ormai diventata una tradizione consolidata nella città peloritana, molto apprezzata che, da undici, riscuote grande successo di critica e di pubblico. In esposizione, una grande varietà di stili e mezzi rappresentati, che contribuiscono ad una collezione diversificata di arte con il potere di attirare gli spettatori di diversi gusti e preferenze. Oltre alle opere dello stesso pittore Biagio Cardia, si possono visitare i dipinti di: Loredana Aimi Barcellona P.G. (ME);Caterina Barresi, Barcellona di P.G. (ME);Bahya El Bahraini Marocco; Elmadani Belmadani di Taza (Marocco); Roberto Campolo (ME); Eleonora Cavaleri di Canicattì (AG); Marco Cordaro (PA);Margherita Fascione di Piedimonte San Germano (FR); Viola Lo Duca di Milazzo (ME); Anna Maria Niccoli (CS); Paolo Lucio Scarfì (ME); Maria Graziella Raffaele (CZ); Tina Piedimonte (ME) e dell’artista ZUNA (ME). In contemporanea all’inaugurazione della mostra, sarà presentato il Concorso internazionale di Poesia, con poeti selezionati da una Commissione qualificata, grazie all’interessamento del Professore Claudio Stazzone ex Preside dell’Istituto Jaci di Messina e presidente della stessa Commissione, della quale fanno parte docenti dell’Istituto scolastico, la manifestazione sarà moderata dalla prof.ssa Ada Midiri, con l’intervento delle Dott.sse Celestina Martino, Giovanna Logiudice, Ketty Millecro, Teresa Fresco, Tiziana Midiri e il Dott. Antonino Sarica. Lo stesso Comitato, Mercoledì 4 presenterà il Simposio Culturale incentrato sulla Cinematografia, con intervento musicale di giovani musiciati. Alla manifestazione saranno presenti: la poetessa Maria Costa; Gianni Augurio cantautore messinese; il novantaduenne poeta dialettale messinese autore di poesie “satiriche”, Domenico Borgia conosciuto come Mico della Boccetta; il Prof. Gino Freni, anche lui più che novantenne e grande conoscitore di fatti storici della città di Messina. 

 

Premio al Papa r

 

Messina – Stanno per concludersi  i  lavori della Commissione nominata per l’assegnazione del Premio “Orione” 2013, evento  organizzato, come le precedenti edizioni  dall’Associazione Culturale “Messinaweb.eu”.

La cerimonia per la consegna del Premio avrà luogo il prossimo 18 dicembre 2013, con inizio alle ore 17, presso l’Aula Magna dell’Università di Messina.

Il Premio “Orione”, sarà assegnato a  personalità messinesi che si siano distinte in campo culturale in genere ed inoltre nei vari ambienti che si afferiscono e  vuole contribuire a rendere ulteriormente vitale il già fertile panorama socio-culturale della Provincia di Messina.

La Commissione, i cui lavori sono stati introdotti dall’avv. Silvana Paratore, presieduta da S.E. dott. Melchiorre Briguglio Procuratore Generale della Repubblica, e altresì composta dall’On. Avv. Prof. Maurizio Ballistreri docente di diritto del lavoro Università degli Studi di Messina, dai prof.ri Giovanni Giacobbe pneumologo, dal prof. Salvatore Restivo pneumologo, dalla prof.ssa Caterina Barillaro docente di Geografia presso l’Università degli Studi di Messina, dalla prof.ssa Gisella Camelia docente di chimica all’ITES Jaci, dal prof. Pino Franciò cardiochirurgo presso Ospedale Papardo di Messina, dalla dott.ssa Marisa Mercurio Dirigente presso la sovrintendenza Beni Culturali di Messina, dalla dott.ssa Crieleison Gaetana Dirigente Scolastico Liceo Maurolico di Messina, dal dott. Calapai Giuseppe consulente fiscale e tributario, dal Pres. ANC sez. di Messina Luogotenente Armando Pesco, dal Pres. Ass. Amici della Gente Lucio Crupi, dal dott. Rosario Abbate Dirigente Scolastico ITES Jaci di Messina, dalla dott.ssa Rachele Gerace, da Carmine Raffa Pres. Ass. culturale Sicilia Leader, ha già assegnato un premio speciale “Orione”, così denominato in ricordo del mitico fondatore della città di Messina.

Il Presidente dell’Associazione, Rosario Fodale,  comunica che il Premio Speciale Orione (scultura “Madonnina del Porto”) è stata assegnata a Papa Francesco. Le modalità di consegna sono in via di definizione.

 

Palanebiolo      -     di Pietro Saitta -

Nell’Ottobre del 2013, in conseguenza dell’ennesima emergenza umanitaria legata all’arrivo di centinaia di uomini e donne in cerca di scampo da condizioni politiche e sociali devastanti,l’Università degli Studi di Messina ha generosamente accolto l’invito della Prefettura e delle autorità competenti ad accogliere temporaneamente, in attesa di una soluzione adeguata, dei richiedenti asilo in una delle sue strutture.

In particolare l’Ateneo ha accettato di mettere a disposizione dei migranti e delle autorità il “Pala Nebiolo”, uno dei suoi plessi sportivi d’eccellenza, individuato dalle forze dell’ordine come idoneo dal punto di vista della sicurezza e, pertanto, preferibile ad altre strutture pure proposte dai vertici dell’Università.

Centottanta rifugiati, tra cui alcuni minori, sono stati così riversati all’interno del suddetto palazzetto dello sport e disposti in una grande camerata, rivelatasi presso insufficiente dal punto di vista della qualità abitativa e dei servizi; al punto che le autorità sanitarie si sono trovate costrette a segnalare le carenze igieniche dei locali. Non a caso, avveduta dell’inadeguatezza di questa sistemazione, la Prefettura di Messina ha per tempo previsto l’innalzamento di una tendopoli nel campo da gioco del plesso sportivo, in cui dislocare i richiedenti asilo in attesa di un loro trasferimento presso centri di accoglienza attrezzati.

Mentre non si può fare a meno di apprezzare l’umanità dei vertici dell’Ateneo, occorre però chiedersi se emergenze di questa natura – peraltro nel caso in questione assai contenute in termini assoluti – possano giustificare da parte della Prefettura soluzioni di questo tipo. Soluzioni, cioè, degne di ben altri numeri e circostanze, come per esempio quelle risultanti da sismi e disastri che causino diverse migliaia di sfollati e non lascino in piedi strutture adeguate ad accoglierli.

Una decisione che riteniamo inaccettabile in generale e, ancor di più, in prossimità della stagione invernale.

Il numero oggettivamente contenuto di richiedenti asilo in cerca di sistemazione provvisoria non giustifica certamente l’impiego di palazzetti e tendopoli, il cui uso richiama situazioni da “stato di eccezione”, luoghi e logiche concentrazionarie la cui genealogia va rinvenuta in momenti nefasti della storia contemporanea – per esempio lo stadio di Santiago del Chile all’indomani del colpo di Stato di Pinochet o quello di Bari successivamente alla prima ondata migratoria albanese – assurti, infine, a drammatica normalità (come dimostrato dal caso dell’accoglienza dei rifugiati a Messina).

Luoghi e momenti, insomma, in cui si sono consumati alcuni degli avvenimenti topici  dell’autoritarismo successivo alla Seconda guerra mondiale.

Crediamo che una vicenda apparentemente minuscola e transitoria come quella che si consuma al “Pala Nebiolo” faccia in realtà parte di un fenomeno tristemente connaturato alla modernità come quello del “campo”, lo spazio di confinamento di quella “nuda vita” esposta, nei termini di Agamben, “all’assoluta impossibilità di decidere tra fatto e diritto, tra norma e applicazione, fra eccezione e regola, che tuttavia incessantemente decidono di essa”. Un’impossibilità, tra l’altro, resa tangibile da testimonianze dirette relative a persone lasciate prive di cure adeguate, pur in presenza di risultanze da arma da fuoco agli arti inferiori, lacerazioni della pelle, fratture, scabbia e altre condizioni mediche di una certa gravità. Come accennato, una persona presentava una frattura a un arto inferiore derivante da ferita d'arma da fuoco, ed è stata tenuta senza cure per settimane. Il ricovero di questo richiedente asilo è avvenuto solo grazie all’interessamento degli attivisti impegnati nella zona. Ma casi simili, solo apparentemente meno eclatanti, sono tutt’altro che isolati.

Inopinatamente, e con intenzioni certamente ben più nobili, la struttura sportiva del nostro Ateneo è entrata a fare parte di una tragica storia di contenimento e sostanziale limitazione dei diritti, in ragione della scelta delle autorità competenti di tenere insieme centinaia di persone all’interno di una struttura inidonea a ospitare esseri umani per più di qualche ora e del rifiuto netto a distribuirle nel territorio, all’interno di una pluralità di spazi appositamente attrezzati.

In ragione di queste considerazioni e per potere meglio assecondare quei principi che lo hanno certamente indotto a concedere quello spazio, nel nostro ruolo di docenti universitari, ricercatori, studenti e cittadini democratici, chiediamo al Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Messina, prof. Pietro Navarra, di volere revocare la disponibilità espressa all’impiego del “Pala Nebiolo” e di volere eventualmente mettere a disposizione dei richiedenti asilo presenti nellanostra città altre strutture universitarie appositamente attrezzate per l’ospitalità ed accoglienza delle persone – restituendo così l’impianto sportivo agli studenti e agli atleti che ne costituiscono l’utenza naturale. Una revoca, peraltro, resa facilmente praticabile dall’apposita requisizione, apparentemente attuata dal Comune di Messina, del villaggio turistico “Le Dune”: struttura messa a disposizione dell’autorità prefettizia per l’accoglienza dei migranti.

Zagarella

Nov 24, 2024

Era un personaggio popolare della Messina degli anni fine '50 ed inizi anni '60,girava per le strade a chiedere l'elemosina per i negozi,vestiva di un saio monacale,di foggia francescana, il suo viso affilato e scuro,dagli occhi spiritati e dal naso aguzzo era adornato da una folta barba bianca,avanti con gli anni ma non troppo, quando lo vidi per l'ultima volta, verso il 65 aveva circa 70 anni.
Camminava sempre con passo veloce,si guardava intorno come se fosse pedinato o inseguito da qualcuno,senza fissare nessuno,aveva ai fianchi un cordone a cui era fissato un grosso gancio,dove lui sistemava a volte una di quelle borse a rete che riempiva di frutte e di generi alimentari contribuiti dai vari negozianti,completava il suo abbigliamento,con un pesante crocefisso scuro col Cristo in metallo che teneva appeso al collo.
Lo vidi per poi non rivederlo più,al tabacchino,ancora esistente all'incrocio fra Viale Europa e via Catania,non c'era ancora il Bar in quel locale,lui entrò trafelato,quasi correndo e chiese con voce stentorea al tabaccaio:"DATIMI VACCHI COSA PI' POVIRI !"
Il tabaccaio che sicuramente se lo vedeva spesso piombare nel negozio,gli domandò:"ma scusati patri Zagarella,cu sarriunu sti poviri ? " e Zagarella rispose svelto: "I poviri,vuliti sapiri cu su' i poviri? ...i poviri sugnu IO'"(i poveri sono IO)..,
Questo era il personaggio Zagarella così com'è arrivato a quelli della mia generazione,
era un ex ergastolano,aveva scontato oltre 30 anni di carcere per un omicidio,di coltello si diceva,ma il compianto prof Cavarra scrive :
" Stefano Zagarella giusto e onesto lavoratore fino a quando il destino non gli pose accanto sul posto di lavoro un "caporale" che gli fa perdere la pace. Lo sopporta più che può fino al punto che si procura un fucile e lo fa fuori con una fucilata." Un uomo quindi proveniente da una grande sofferenza che l'ha portato a farsi giustizia da sé,si sa la gente povera allora,aveva poco ascolto nei tribunali o nelle stanze della legge,nessuna attenuante accordata,ergastolo quindi. In quel tempo trascorso in carcere,lunghissimo,la sua mente aveva senz'altro avuto modo di elaborare quel tipo di personaggio prendendo spunto di qualche lettura che le era passata per mano,in cui si parlava forse di un grande santone,o qualcosa di simile,chi sa.
Quel suo modo di fare penitenza,e nello stesso tempo d'incutere paura,o almeno di tentare d'incutere paura, erano le diverse due facce del suo vissuto umano,una commistione di atteggiamenti a prima vista contraddittori,ma che lui aveva legato nel suo comportamento,e che si trascinava addosso mostrando in quel teatro di strada che era la Messina popolare degli anni'50 e '60.
Ai bambini che facevano le bizze,si diceva:"Stai attento che se non fai il buono ti porto da Zagarella"...Di lui persi le tracce e seppi in seguito,che fu ricoverato all'Ospizio del Collereale,fino alla morte avvenuta qualche anno dopo,dove ebbe una degenza intrisa di serenità senile,e di momenti di agitazione,che sfogava con giri del cortile dell'Ospizio,in soliloqui ed imprecazioni.Credo che Il Principe di Collereale,dalla sua tomba vedendo quello strano povero tipo aggirarsi e soggiornare nell'Ospizio che aveva magnanimamente fondato oltre 100 anni prima per accogliere i poveri vecchi,rimasti soli, della città di Messina,fu contento del suo operato e compiaciuto,continuò in pace il suo riposo

Antonio Cattino 25 -11-2013.



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L'Associazione Amici del Museo di Messina insieme all'Associazione Culturale Neo Borbonici Attivisti e la Delegazione di Sicilia del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio nei locali, gentilmente concessi, della Feltrinelli Point di Via Ghibellina, 32 di Messina, ha organizzato per Lunedì 25 Novembre alle ore 17.00 la presentazione dell'ultimo lavoro del Prof. Vincenzo Gulì: "Il ferro e il fuoco del nemico esercito francese - Il 1799 in Irpinia e nel Regno di Napoli". Alla presentazione oltre all'Autore interverrà il Presidente il Dott. Franz Riccobono.

Il libro prende aire da documenti inediti reperiti nell’archivio della Chiesa madre di Mercogliano (AV) che descrivono la devastazione del paese nel maggio 1799 ad opera dell’esercito francese che aveva invaso il Regno di Napoli. Dal particolare episodio mercoglianese il discorso si allarga a cosa rappresentò quel periodo per tutta la parte continentale del regno borbonico con l’epopea dei “lazzari”, la marcia popolare dei “sanfedisti” e la resistenza eroica dei “briganti” anti francesi.

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