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 -  di Rachele Gerace -

 

 mons.Gulletta

Secondo gli orientamenti pastorali dell’Episcopato Italiano per il decennio 2010-2020, la parrocchia, “vicina al vissuto delle persone e agli ambienti di vita, rappresenta la comunità educante più completa in ordine alla fede. Mediante l’evangelizzazione e la catechesi, la liturgia e la preghiera, la vita di comunione nella carità, essa offre gli elementi essenziali del cammino del credente verso la pienezza della vita in Cristo”. Sabato 31 agosto, con una celebrazione semplice ma intensa, si è insediato presso la Chiesa S. Maria dell’Arco, comunemente conosciuta come S. Francesco di Paola, Mons. Letterio Gulletta. Ad accoglierlo, il parroco della comunità, Padre Tanino Clemente che ha concelebrato il rito insieme a lui e a Padre Fortunato Malaspina. Una nomina insolita, quella Mons. Gulletta, come lui stesso ha sottolineato durante l’omelia, visto che affiancherà Padre Tanino nel suo ministero pastorale. Il Codice di Diritto Canonico, infatti concede al Vescovo la possibilità di affidare la cura pastorale di una parrocchia alla responsabilità “in solido” di due o più parroci, dei quali uno figura come moderatore ossia responsabile di fronte alle istituzioni civili e religiose. Mons. Gulletta, che è al suo secondo mandato pastorale, aveva ricoperto il ruolo di parroco nei due anni e mezzo precedenti presso la parrocchia S. Maria Assunta nella Basilica Cattedrale che adesso, per volontà del nostro Presule, è stata dismessa e la cura affidata a Don Giuseppe La Speme in qualità di cappellano. La figura di Letterio Gulletta, è nota a molti nella nostra città. Ordinato sacerdote nel 1983, ha conseguito la licenza in Teologia Pastorale alla Facoltà teologica dell’Italia Meridionale e si è laureato a Roma in Psicologia, era stato Segretario Generale dell’Arcidiocesi con il ruolo di moderatore di Curia e coordinatore della pastorale ai tempi dell’Arcivescovo Marra. Raffinato e attento studioso della musica e dell’arte, per le sue numerose competenze è stato l’ideatore e il direttore artistico per dieci anni della rassegna “Fede Arte e Musica”, regalando a tutti straordinari momenti di spiritualità e piacevole riflessione culturale; ha inoltre coordinato lo studio e curato la pubblicazione di alcuni volumi sul grande Organo Tamburini e una raccolta di scritti pastorali dell’Arcivescovo Angelo Paino nel centenario della sua morte. Durante l’omelia, dopo aver ceduto la parola a Padre Clemente che ha manifestato gioia per questa comunione pastorale e grande stima nei confronti di Mons. Gulletta, conosciuto tanti anni prima il nuovo Parroco, traendo spunto dal Vangelo del giorno che parlava dell’umiltà quale “forma esteriore della carità divina del Signore”, ha affermato di voler iniziare questo suo mandato col desiderio e l’impegno di cercare tutti insieme il Signore: “Carissimi parrocchiani - ha detto - con gioia mi appresto a condividere con voi un tratto importante del mio cammino sacerdotale accogliendo la proposta di essere parroco di questa comunità sull’esempio del suo celeste protettore, San Francesco di Paola, che si diceva minimo dei minimi servi di Gesù Cristo. Un santo umile di mente e di cuore, che si riteneva indegno di qualsiasi stima o onore, convinto del proprio nulla e della propria miseria dinanzi a Dio; era ritenuto un taumaturgo e, benché favorito dal cielo di straordinari doni di grazia, si riconosceva immeritevole di tanti favori divini”. Don Lillo, come lo chiamano le tantissime persone a lui affezionate, molte delle quali presenti quella sera per la celebrazione, si è detto rassicurato dalla certezza di un reciproco rapporto di fiducia con i parrocchiani e con quanti vogliono accostarsi a una realtà pastorale fatta di preghiere, riti liturgici e impegno attivo. Il sacerdote non ha fatto mistero delle sue priorità: rivolgere l’attenzione prima di tutto agli ammalati e ai bisognosi. “Pascete il gregge di Dio che vi è affidato sorvegliando non perché costretti, ma volentieri, come piace a Dio, non per vergognoso interesse, ma con animo generoso, non come padroni delle persone a voi affidate, ma facendovi modelli del gregge”, è scritto nel I Libro di Pietro. Un’esortazione che, nell’Anno della Fede giunto ormai al termine, è la conferma di questa nuova esperienza che Mons. Gulletta si appresta a vivere: impegnarsi a favore di una nuova evangelizzazione per riscoprire la gioia nel credere e ritrovare l’entusiasmo di comunicare la fede.

 

Domenico Venuti -

 

La Redazione

La suggestiva Pozzo di Gotto si è rivelata nella sua “Notte Antiqua” quasi di fascino sublimale per gli occhi attenti di migliaia e migliaia di visitatori che nell’occasione vissuto momenti carichi di pathos poetico di altri tempi, mentre ne ammiravano la quasi sacrale bellezza, elemento essenziale dell’antica cultura siciliana. Imponenti erano gli antichi Palazzi,  nella suggestività del momento,  e precisamente Il Palazzo Todaro Pirandello ed il settecentesco Palazzo Molino della Torre, che ne ha aperto le porte grazie al Conte Angelo, che nell’occasione riceveva gli interessati  con stile  ammirevole. Oltre 300 erano i visitatori desiderosi di conoscere la bellezza degli ambienti, dove melodie di flauti creavano una  atmosfera magica, quasi da favola, così come per tradizione avviene in occasione del “Cenacolo”;  un ricevimento di particolare eleganza,che ha luogo nel raffinato salone, dove su invito del Conte, si danno convegno  personalità illustri, cantanti lirici e musicisti di alto valore, che danno prova delle loro elevate capacità. A dare il benvenuto al prof Domenico Venuti, nota personalità della cultura della città di Messina, che nell’occasione portava il messaggio di saluto  del Presidente Internazionale  dell’Universum Academy On. Valerio Giovanni Ruberto. Il Conte Angelo Molino nel trattenersi col professore gli riferiva degli antichi e interessanti aneddoti della famiglia e della sorella Concetta, che custodiva la casa con particolare attenzione, nel ricordo dei propri avi ed in particolare di un famoso personaggio  patrizio della Repubblica di Venezia di cui ne era il Vice Doge Domenico Molino della Torre. Il Conte Angelo teneva a rilevare che la sua cara ed amata sorella per l’impegno religioso e caritatevole, rivolto ai poveri, agli anziani ed ai sofferenti ed ai bambini che sollecitava alla preghiera ed indirizzava alla vocazione sacerdotale, meritando la stima delle autorità ecclesiastiche e la venerazione della gente che la ricorda in odore di santità.Il Prof Domenico Venuti nel congedarsi rivolgeva le più vive felicitazioni al Conte per le premurose attenzioni rivolte ai reperti, custoditi gelosamente  e con grande cura nel Palazzo ed  aggiungeva che: “ il gesto importante e significativo dell’apertura alla città della sua casa alla città, in questa particolare occasione della -Notte Antiqua- , è meritevole di lode da parte del Sindaco e della cittadinanza tutta, che certamente non mancheranno, vista la sensibilità del primo cittadino e dell’amministrazione intera”. Il prof Domenico Venuti continuava la sua visita nella “Notte” del  borgo, la cui organizzazione, riscuoteva successo era stata curata dal brillante   Bernardo Dell’Aglio, presidente della meritevole “Genius Loci”, che aveva saputo con i suoi consoci dare la giusta immagine alla via “Pozzo dei Goti”  che con le sue piccole ma interessanti botteghe riusciva a porgere significativi momenti etnoantropologici di arti e mestieri. Si vedevano infatti, come un tempo, antichi e nobili lavori artigianali, quali: il Fabbro ferraio con il ferro incandescente; si assisteva alla preparazione del pane, con il suo caratteristico ed antico odore,di una volta; si poteva vedere anche l’intreccio delle verghe per la preparazione paziente dei panieri nelle sue forme più diverse ed a volte strane ma utili sempre alla civiltà contadina. Verrebbe da pensare, a tal prposito, a quanto ebbe modo di scrivere il prof Aurelio Rigoli, nella pubblicazione “l’Arte del Fare”. Il suono del tamburello non poteva mancare assieme ai canti ed i gruppi folklorici erano lì a dare brio alla “Notte Bianca”, anche con le danze folkloriche di un valido “Gruppo locale di Canterini”, con i suoi bravi ragazzi, che si esibivano in tarantelle, in un tripudio gioioso, che meritava il plauso dei presenti . Così, come si è già  accennato il Palazzo Todaro Pirandello faceva bella mostra di interessanti abiti siciliani d’epoca. La generosità  dell’ottimo padre Pippo Insana, ben visibile con e nella Casa della Solidarietà di Accoglienza, sempre presente con i suoi assistiti, che sostiene con il cuore ed un costante e continuo lodevole impegno, ha con i suoi collaboratori dare “un segno di presenza” ai visitatori, offrendo loro dei semplici assaggi gastronomici. Bello era vedere la chiesa di San Vito per le sue esposizioni, la magnifica chiesa delle anime del purgatorio che invitava alla preghiera. Splendidi erano i concerti tenuti all’Arcipretura Maria Assunta, che nell’occasione su solerte e pregevole iniziativa del Parroco si poteva assistere ai concerti tenuti dal noto e bravo Federico Lanzellotti. MESSINAWEB.EU sulla “Notte Antiqua” di Pozzo di Gotto è lieta di esprimere a tutti i partecipanti ed agli organizzatori il suo plauso, mentre tiene a rilevare che queste sono le iniziative considerate eccellenti nella visione globale dell’UNESCO

Teresa Fresco

Nov 24, 2024

Nasce a messina dove risiede.dopo il conseguimento della laurea in economia e commercio espleta x anni l'insegnamento.Il suo sentimento poetico si matura da alcuni anni frequentando a Messina i salotti culturali....Il Gabbiano, Amici della Sapienza, Kafka letterario, A.s.a.s .....

E' componente della sezione di coordinamento con la sede decentrata di Messina di Europclub Italia e consigliere delegato ai rapporti  con gli associati della sede di Messina. Le sue poesie sono sogno, emozione, meraviglia, usata dalla poetessa come filtro e come ancora per non annegare nella dura realtà. Significa portare alla luce l'essenza segreta del reale, scoprendo i lati più nascosti dell'animo umano. E in fase di stesura un'antologia di poesie col titolo "ANIMA"
 

Venerabile Antonio Franco

 

Oggi la chiesa di Messina è in festa per la beatificazione del Venerabile Antonio Franco, Prelato ordinario di Santa Lucia del Mela, vissuto tra il 1585 e il 1626. Con queste parole si apre l’omelia del Cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi.

Un evento storico per la Chiesa locale, come aveva già sottolineato l’Arcivescovo Mons. Calogero La Piana, in occasione della presentazione del rito alla stampa: “la prima beatificazione della nostra Chiesa (anche se nel 1988 Giovanni Paolo II aveva proclamato santa la nostra Eustochia Calafato); un dono di grazia che accogliamo con gioia e vogliamo valorizzare per stimolare il nostro cammino di fede”.

In una Cattedrale gremita di religiosi e fedeli, hanno presieduto il rito, insieme a Sua Eminenza il Cardinale Amato e a S.E. Calogero La Piana, Arcivescovo Metropolita di Messina Lipari S. Lucia del Mela: S.Em. Card. Paolo Romeo, Arcivescovo di Palermo e Presidente della Conferenza Episcopale Sicula, S.E. Mons. Salvatore Gristina, Arcivescovo di Catania, S.E. Mons. Salvatore Muratore, Vescovo di Nicosia, S.E. Mons. Antonio Staglianò, Vescovo di Noto, S.E. Mons. Giovanni Marra, Arcivescovo emerito di Messina Lipari S. Lucia del Mela, S.E. Mons. Francesco Sgalambro, Vescovo emerito di Cefalù e già Ausiliare della nostra Arcidiocesi, S.E. Mons. Francesco Miccichè, Vescovo emerito di Trapani e già Ausiliare della nostra Arcidiocesi, S.E. Mons. Carmelo Cuttitta, Vescovo ausiliare di Palermo, S.E. Mons. Salvatore Pappalardo, Vescovo di Siracusa, Mons. Carmelo Lupò, Vicario Generale della nostra Arcidiocesi, Mons. Giampaolo Rizzotti, Capo Ufficio Congregazione Cause dei Santi.

Erano presenti anche Don Giuseppe La Speme, Cappellano della Basilica Cattedrale di Messina, Mons. Angelo Oteri, Presidente del Capitolo Protometropolitano della Basilica Cattedrale, Don Paolo Impalà, Vicario Foraneo di S. Lucia del Mela, Don Giuseppe Turrisi, Membro della commissione e Direttore dell’Ufficio Diocesano per i Beni Culturali Ecclesiastici, Don Francesco La Camera, Membro della commissione e Direttore Amministrativo dell’Ufficio Diocesano, Don Giovanni Scimone, Membro della commissione e Direttore dell’Ufficio Tecnico Diocesano, Mons. Santi Colosi e Mons. Giuseppe Trifirò, Canonici del Capitolo di S. Lucia del Mela, Mons. Pietro Aliquò, Cancelliere della Curia Arcivescovile, P. Pietro Bogdan Voicu, sacerdote Ortodosso Rumeno e P. Alessio Cappuccio Mandanikiota, sacerdote Greco Ortodosso.

Si tratta di un sacerdote cosiddetto ‘tridentino’ - ha proseguito il Cardinale Amato - modellato sull’esempio di San Carlo Borromeo, pastore interamente dedito alla cura dei fedeli, alla loro istruzione e soprattutto alla loro edificazione, col buon esempio di una vita santa. Sia la venerazione del suo corpo in una preziosa urna di cristallo, che la celebrazione di una messa il 2 settembre, anniversario della morte, considerata in loco quasi festa di precetto e segnata dalla partecipazione plebiscitaria dei fedeli sono un privilegio davvero eccezionale riservato solo ai beati e ai santi”.

Antonio Franco, nella sua breve esistenza (morì a soli quarantun’anni), fu venerato per la sua santità e per la fama di taumaturgo, poiché compiva interventi prodigiosi a favore degli ammalati e dei contadini, che chiedevano la pioggia per i loro campi o l’allontanamento delle intemperie dai loro raccolti.

Un Beato - afferma Sua Eminenza - si distingue da tutti noi per l’eroicità delle sue virtù e cioè per l’eccellenza della sua vita di fede, di speranza e di carità. La sua fede si manifestava nello studio, nella meditazione e nell’assimilazione della Parola di Dio; nella preghiera continua (oportet semper orare et numquam deficere); nella celebrazione e nell’adorazione dell’Eucaristia; nella filiale devozione alla Madonna; nell’impegno per la catechesi e per l’istruzione religiosa del popolo; il suo cuore si accendeva nella celebrazione della Messa e nella comunione eucaristica. Era proverbiale la sua magnanimità”.

Il Beato Franco dedicò gli ultimi anni della sua vita alla formazione del popolo di Dio, alla cui santificazione contribuì con i sinodi diocesani annuali, con le prudenti e avvedute ammonizioni, con le solenni feste religiose, con la preparazione e la frequenza ai sacramenti, con le visite alle chiese, ai monasteri, agli ospedali, alle confraternite, con l’istruzione civile e religiosa dei piccoli, con l’istituzione di scuole per i giovani; s’interessò della promozione delle vocazioni, della formazione iniziale dei chierici e di quella permanente dei sacerdoti.

Le spoglie del corpo incorrotto del Beato Franco, svelate pubblicamente solo oggi in occasione del rito ufficiale, rimarranno nella nostra Basilica Cattedrale fino al 13 settembre giorno in cui, con una solenne processione, verranno traslate a S. Lucia del Mela e ricollocate nel Duomo, nel sito originario, sotto l’altare del Crocifisso restaurato per l’occasione.

Papa Francesco, che ha ricordato questo importante momento durante l’Angelus del 1° settembre, nella sua lettera di Beatificazione definisce il Prelato “pastore secondo il cuore di Cristo, zelante testimone della carità evangelica”.

Visibilmente commosso, il nostro Arcivescovo Mons. La Piana, al termine di quello che Lui stesso definisce “un evento desiderato e atteso da quattro secoli”, nell’elevare lode al Signore per le Sue divine benedizioni, ha voluto esprimere un profondo ringraziamento innanzi tutto al Santo Padre “che ha posto il sigillo della Sua autorità apostolica al cammino che ha portato a riconoscere la santità del Beato” e a Sua Eminenza Reverendissima Cardinale Angelo Amato “che a nome e per l’autorità del Santo Padre, ha offerto a noi e alla Chiesa la grazia di potere contemplare e seguire le virtù evangeliche e quei valori umani da lui eroicamente vissuti”. Il presule, proseguendo nei ringraziamenti a tutte le autorità religiose e civili convenute, ha affermato che, con la beatificazione di Mons. Franco “vero uomo di Dio, modello ed esempio di vita cristiana e potente intercessore, ci viene restituito quel ‘ramoscello di basilico fresco e verde’ per diffondere il buon profumo di Cristo ai nostri giorni”. “Un segno bello e prezioso - ha proseguito Mons. La Piana - del suo amore per la Chiesa e in particolare per questa nostra Chiesa locale che, insieme alla gioia, rinnova lo stupore e la preghiera. Un appello e un richiamo, poi, a conclusione dell’anno della fede, ad un’autentica e rinnovata conversione al Signore, a vivere con intensità l’amicizia e la comunione con il Signore e i fratelli”.

  

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- di Silvana Paratore -

Si è svolto sabato 31 agosto nell’anfiteatro Domenico Cicciò situato sulla terrazza del Palacultura “Antonello da Messina”, la prima edizione del Simply’s Got Talent. Durante la manifestazione artistica con esibizioni canore, danzanti e comiche organizzata esclusivamente a scopo benefico è stato possibile degustare prodotti tipici (il pane alla disgraziata ) nonchè maccheroni e polpettine al sugo di maiale accompagnati da ottimo vino preparati dall’Associazione Sportiva Dilettantistica “I NORMANNI” di Tremestieri. Il gruppo composto da Orazio Arena, Salvatore Brigandì, Angelo Cucinotta, Mimmo Lucà, Maurizio Fucile, Carmelo Parisi, Davide Di Novo, Dino Privitera, Giuseppe De Luca, Riino Lo Presti, Pippo Lo Miglio ed il piccolo Antonio Parisi e con la partecipazione straordinaria di Silvana Paratore, ha allegramente e simpaticamente dato il suo contributo per la Fondazione Telethon impegnata, come è noto, nella ricerca scientifica alla lotta per le malattie genetiche. I Normanni non sono nuovi a tali iniziative di solidarietà. Si tratta di giovani animati da un forte entusiasmo, fervore e dedizione che sempre col sorriso sulle labbra, con un forte e spiccato senso di ironia e con una ammirevole capacità culinaria, si dilettano a rendere gioiosi e festosi, momenti di impegno sociale nonché ricorrenze e feste popolari animando e non solo, il quartiere “fortunato” di loro appartenenza.

Da premiare e sottolineare l’impegno di Simply grande catena di distribuzione che ha promosso tale evento.

 

I Settembre

Domenica 1 settembre, nel corso di una cerimonia che si svolgerà a piazza Duomo, sarà commemorato il giorno in cui 166 anni fa ebbero inizio a Messina i moti rivoluzionari siciliani, i quali precorsero quelli risorgimentali nazionali del 1848.

Quell’1 settembre 1847, dalle diverse contrade i cittadini si mossero armati verso piazza Duomo contro le barriere difensive borboniche al grido di «Viva Maria, Viva la Costituzione», ma i valorosi volontari furono sopraffatti e molti arrestati e condannati. L'episodio di Messina, tuttavia, animò i siciliani contro i Borboni e fece rinascere tra le città un’alleanza fraterna mossa dalla stessa fede e dal desiderio di libertà.        
         Tutti i messinesi sono dunque invitati a intervenire domani mattina alle ore 9,45, in via I settembre, all'incrocio con piazza Duomo. Il sito sarà addobbato con due bandiere giallorosse con il logo della Trinacria, una bandiera italiana e una bandiera europea, e saranno presenti il Gonfalone della città di Messina e quello della IV circoscrizione amministrativa.

Alle ore 10.00 avrà inizio la manifestazione con il saluto ai presenti da parte di Antonio Cattino, coordinatore del “Comitato permanente per il ricordo del 1° settembre 1847”.  Questo Comitato cittadino, formatosi per l’occasione,  è  composto da diverse associazioni culturali messinesi,  quali il “Gabinetto di lettura” che partecipò storicamente all'insurrezione del I settembre, il “Circolo libertà e concordia” di Bordonaro, il “Circolo Enzo Messina”, il “Circolo Minerva”, l’associazione “Rete solidale”, l’associazione culturale “Kafka”, l’“Associazione siciliana arte e scienza” e il IV quartiere con il suo presidente Francesco Palano Quero e il consigliere Renato Coletta Libertà e Giustizia del villaggio di Bordonaro fondato nel 1911, in cui vi sono alcuni discendenti dei protagonisti di quel giorno, o il Circolo di Cultura "Enzo Messina", già Circolo di Cultura Città di Messina, 1960, circolo storico del progressismo messinese, che insieme ad altre associazioni, fra cui il Kafka arte-il Circolo Minerva, e l'Associazione Rete Solidale - Messina, quindi oltre l'ASAS, che da anni ha con insistenza posto il problema della ripresa della rievocazione storica del 1° Settembre 1847, si sono riunite nel "Comitato permanente per il ricordo del 1° Settembre 1847" , coordinato provvisoriamente dal sottoscritto.
Alla manifestazione parteciperanno tra l'altro rappresentanti della Calabria Aspromontana e Reggina per rimarcare l'accordo d'intenti che vi fu nel ! Settembre 1847 fra le due sponde dello Stretto, nell'alveo di un movimento più ampio che portò al Risorgimento..

Alle ore 10.20 il giovane musicista Antonino Bellinghieri, del “Corpo bandistico Vincenzo Bellini” di Santo Stefano Briga eseguirà il Silenzio fuori ordinanza, in onore dei caduti messinesi durante la rivoluzione siciliana e dei caduti del Reale esercito napoletano, come atto di pietà ed onore verso tutte le vittime e gli scomparsi mai ritrovati.

Alle ore 10.30 sarà deposta una corona di alloro davanti alle lapidi commemorative, alla presenza del sindaco della città Renato Accorinti e dell’assessore alla Cultura Sergio Todesco.

Alle ore 10.40 il prof. Giuseppe Restifo, docente di storia presso l’Università degli studi di Messina, rievocherà i fatti storici di questo evento spesso dimenticato dalla cittadinanza; con l’auspicio che tale manifestazione possa ripetersi ogni anno.

31 agosto 2013 – Il Direttivo A.S.A.S.  Il presidente Flavia Vizzari

 

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Messina, 31 agosto 2013, ore 16.00 .  Fiori d'arancio per il nostro Webmaster,  è nel cuore di Davide Fodale e l’architetto Gabriella Lauria. Gli sposi hanno scelto  il Santuario S. Maria di Montalto  per far da cornice al coronamento del loro amore. Emozionante la cerimonia, ha  Benedetto  le nozze Don Lorenzo Campagna, Parroco , Rettore del Santuario S. Maria di Montalto di Messina, ha Presieduto  la SS. Eucarestia Don Luca Ramello, Direttore Ufficio Pastorale Giovanile Arcidiocesi di Torino, ha Concelebrato Don Franco Crimi -  SdB..

Sono stati Testimoni  per la  Sposa  la sig.ra Lucia Grosso,  l’ing.re  Maria Grazia Grosso e la dott.ssa Francesca La Fauci Belponer.  Per  lo Sposo il dott. Alberto Fodale, la dott.ssa Daniela Fodale e il dott. Mario Zizza.

Dopo la cerimonia, Gabriella e Davide hanno salutato parenti e amici   presso il Grand Hotel Timeo di Taormina , in uno scenario davvero da favola.

Alla giovane coppia di sposi va l’affettuoso augurio, da parte  di Tutti i componenti l’Associazione Culturale MessinaWeb.eu, di una lunga e serena vita matrimoniale.

Sinagra

- di Silvana Paratore -

Si è appena concluso il Convegno sul Circuito Comuni Fioriti organizzato nell’ambito della Manifestazione Sinagra in Fiore promossa dalla Pro Loco di Sinagra, con il patrocinio del comune di Sinagra, dell'Assessorato Regionale delle Risorse Agricole e Alimentari Distretto dei Nebrodi – della SOAT di S. Agata di Militello, dell'Università degli Studi di Catania Dipartimento di Gestione dei Sistemi Agroalimentari (Di Ge,SA), dell'Università degli Studi di Palermo Orto Botanico, del Garden Club di Messina, del Museo Naturalistico di Francesco Minà Palumbo di Castelbuono e del Consorzio Nazionale Comuni Fioriti.

Il Convegno moderato dall’avv. Silvana Paratore dell’Ass. Messina web.eu, dopo i saluti del Sindaco di Sinagra l’avv. Vincenza Maccora e della Pres. della Pro- loco dott.ssa Vincenza Mola, ha avuto come relatori la dott.ssa Flora Bombarda Salleo, Presidente U.G.A.I. (unione garden club ed attività similari d’Italia),la prof.ssa Annamaria Amitrano, ordinario di etnologia ed etnostoria presso la facoltà Scienze della formazione dell’università degli Studi  di Palermo, il prof. Rosario Schicchi, ordinario di botanica sistematica presso la facoltà di Agraria dell’università di Palermo e il dott. Carlo Cardaci Responsabile Biblioteca Comunale.

Ha suscitato emozione il concorso floreale Balcone Fiorito suddiviso nelle 4 sezioni: fotografia, pittura, poesia, ricamo ispirati al mondo dei fiori che già dal  2000 ha visto il paese trasformarsi sempre più fiorito, tant ‘è che da cinque  anni il Comune di Sinagra ha potuto partecipare al Concorso Nazionale “COMUNI FIORITI” avendo riconosciuti ed assegnati tre premi dalla Giuria Nazionale Comuni Fioriti. Un balcone fiorito è un segno di eleganza nell’accoglienza, ha sostenuto l’avv. Paratore presentatrice della serata che equivale ad amare se stessi e la vita sottolineando l’importanza della salvaguardia dei beni naturalistici: una dimostrazione di cura che rappresenta una sorta di biglietto da visita per il visitatore occasionale.

Nel corso dell’evento allietato dalla musica napoletana del duo Mimmo e Teresa Amitrano e dalla voce di Maria Teresa Rossello, sono stati assegnati diversi riconoscimenti: per l’allestimento dei balconi del verde privato extraurbano, targhe  a Rosina Coci, Attilio Segreto, Maria Oliveti, Ada Ester Fogliari, Nardo, Angela Astone, Calamunci, Giglia, Gina Mancuso con menzioni speciali a Maria Bonfiglio, Antonella Giglia, Filippa Mola, Angela Sciacca, Giuseppe Vinci, Catena Fogliari; per l’abbellimento di balconi del verde privato urbano targhe a Donato Modugno, Santino Musca, Maria Coppolina, Salvatore Sinagra, Antonino Cipriano, Vincenzo Costatino, Mola Francesca, Rosaria Pintabona. Anche i vicoli fioriti più belli hanno ricevuto un prestigioso riconoscimento ed in particolare, per il modo come hanno abbellito il loro territorio, coppe sono state consegnate agli abitanti del vicolo Diaz, alla sig.ra Ladro, alla sig.ra Mela Magistero e alla sig.ra Rosaria Torre; per la sezione poesia (ispirata al mondo della Natura e dei fiori) riconoscimenti agli artisti: Enzo Caputo, Teresa Rizzo, Sandra Piogia con menzioni ad Aristide Casucci, Maria Elena Minciullo, Lembo Stefano; per la sezione fotografia ispirata alla fioritura del territorio, targhe a Claudio Gullotti, Pietro Dalle Cave e Silvana Emanuele; per la sezione ricamo (ispirato ai fiori) targhe a Trusso Carmen, al Circolo Femminile Antichi Mestieri, al Corso di Ricamo Sinagra; per la sezione pittura ad Alessandro Barocchi, Nadia Favazza, a Danak Norbert. Interessante la prolusione della giornalista Franca Sinagra Brisca sull’arte del ricamo per il recupero delle tradizioni artigianali del Territorio di Sinagra.

La serata si è conclusa con degustazione di dolci e  granite e con la consegna di diverse confezioni di bulbi di quadrifoglio quali portafortuna ed auspicio di maggiore fioritura per il Comune di Sinagra consegnati al Sindaco dai membri della Giuria Nazionale del Circuito dei Comuni Fioriti.  

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