Di Rosario Fodale -
Tante le presenze di amici, di estimatori, di soci della “FilicusArte” di Milazzo
presieduta dalla Professoressa Caterina Barresi e del “Movimento per la
Divulgazione Culturale” di Barcellona Pozzo di Gotto, il cui Presidente Fondatore è
l’artista Giuseppe Messina, Associazioni culturali che hanno organizzato l’evento
nell’auditorium del bel parco dedicato al Maggiore Giuseppe La Rosa a Barcellona
Pozzo di Gotto (Me). L’evento è stato dedicato allo stesso Maestro Giuseppe
Messina, uno dei più anziani artisti della città del Longano, in occasione della
presentazione in pubblico del suo diciassettesima libro.
A relazionare sull’attività artistica e culturale del Maestro Messina sono state, oltre
la Professoressa Maria Torre, sua biografa, anche lei artista, la scrittrice Graziella Lo
Vano, la Professoressa Caterina Barresi e l’Assessore alla Cultura Angelita Pino che
oltre a parlare dell’artista ha portato i saluti del Sindaco Avv. Pinuccio Calabrò e di
tutta l’Amministrazione Comunale che ha concesso il patrocinio gratuito e il locale. Il
magnifico intervento musicale è stato del grande Maestro Alessandro Monteleone che
con la sua chitarra ha estasiato il pubblico.
La professoressa Torre, che ha dato inizio alla serata, in qualità di biografa ha
ricordato alcuni momenti significativi dell’attività artistica del Messina che si è
distinto in diversi ambiti dell’arte, infatti egli è pittore, scrittore, autore di teatro,
sceneggiatore, regista, attore di teatro e cinema, ma anche giornalista. da scultore ha
realizzato anche opere pubbliche, come il monumento all’eroe della prima guerra
mondiale Luigi Rizzo, sul porto di Milazzo; il monumento allo storico di Barcellona
Pozzo di Gotto Nello Cassata, oltre opere funerarie ed il Cristo fermato, come fosse
in un fotogramma, nel momento in cui spezza un braccio della croce mentre,
contemporaneamente, scende dalla stessa croce ed il monumento a Demetra fonte
della vita. Questi due ubicate negli spazi attorno la “Casa Museo” dello stesso artista
sita ad Acquaficare quartiere di Barcellona Pozzo di Gotto, meta di tanti visitatori e di
scolaresche.
La Professoressa Maria Torre ha accennato ad alcuni dei tanti premi che sono stati
attribuiti al Maestro nelle sua lunga carriera. “L’elenco sarebbe troppo esteso” - ha
sottolineato - “Mi limiterò a ricordare soltanto la medaglia d’oro attribuitagli dal
Senato della Repubblica Italiana per la trilogia dedicata ad Omero ovvero ‘Odissea
ultimo atto’ che continua l’opera di Omero; ‘La leggenda di Omero’ che reinventa la
vita del cieco poeta e ‘Stirpi di Atlantide’ che narra gli ultimi giorni del continente
sprofondato in mare di cui racconta Platone. Poi è stato insignito della targa d’argento
da parte del Presidente della Repubblica, come premio alla carriera ed in fine del
Trofeo dell’Assemblea Regionale Siciliana, altro premio alla carriera”.
Subito dopo è stato il turno del Maestro Alessandro Monteleone il quale, alla fine
della sua esibizione, ha visto il pubblico alzarsi in piedi per attribuirgli un
lunghissimo applauso.
La scrittrice Graziella Lo Vano ha indagato nell’intimo contenuto del libro di
Giuseppe Messina composto da trentatré poesie, quasi tutte in quartine endecasillabe,
ed un monologo intitolato “Cristo 432 anni dopo Socrate”, ed ha fatto notare come
l’autore abbia trattato, da agnostico quale egli si definisce, la figura di Cristo, soltanto
come uomo rivoluzionario, che aveva capito, a differenza di Barabba, che gli invasori
romani non potevano essere sconfitti né con la guerriglia, né con un potente esercito.
Ecco, dunque, il Cristo che sceglie di fare la sua rivoluzione predicando l’amore,
divulgando il messaggio d’amore che può vincere su tutto, il messaggio di
fratellanza, di giustizia, di uguaglianza, di pace, di verità; tutti sentimenti scomodi per
i corrotti e i corruttori. Lo stesso Cristo era diventato un uomo scomodo per i
sacerdoti corrotti i quali, come ben sottolineato nel monologo, cominciarono a
tramare per eliminarlo e ci riuscirono. Infatti non fu il potere di Roma a condannare a
morte Gesù Cristo: Ponzio Pilato aveva lasciato nelle mani del popolo la vita
dell’imputato Cristo, quel popolo vile che si era fatto convincere da chi voleva
eliminare l’uomo scomodo e scelse di liberare Barabba. Proprio come era successo
432 anni prima al filosofo Socrate, un uomo buono, giusto che lottava per fare
trionfare la verità, condannato dal popolo ingrato e corrotto ovvero da chi come
Callicle, uno degli accusatori del Filosofo, il quale lo aveva minacciato dicendogli
“Socrate, tu devi rispettare i guardiani del gregge affinché le pecore se ne stiano
buone!”. Giuseppe Messina, specie nel monologo, sapientemente fa un encomiabile
parallelismo tra Cristo ed il filosofo greco Socrate, un parallelismo che fa capire
come fino ai nostri giorni, quando qualsiasi potere corrotto e corruttore, sia esso
politico, religioso o economico si sente infastidito da chi è onesto perciò scomodo,
riesce ad eliminarlo, come un qualsiasi ostacolo, spesso servendosi del popolo
incolto, disinformato, corrotto o prezzolato. Quasi tutti i versi di questa sua
pubblicazione esprimono dei parallelismi, ed ecco un esempio:
Gesù, un tempo, parlava alla folla
e così parla ancora qualche giusto,
però Gesù non fu salvato allora,
l’altro è ristretto in un angolo angusto.
Ciascuno lascia qui il proprio segno,
la sua parola e, spesso, il suo dolore,
così, colui ch’è giusto e soffre, lascia
l’illuminante segno del suo amore.
Come evidenziato nella stessa nota dell’autore, dai suoi versi emerge un Cristo
uomo innamorato dell’amore, mai divinizzato, un rivoluzionario in mezzo al popolo
per il popolo, per elevarlo dalla sua condizione di ignoranza e sottomissione al potere
corrotto e corruttore.
Alla fine, la scrittrice Lo Vano suggerisce al Maestro Messina di leggere il suo
monologo contenuto nel libro. Egli accetta e con questo, che suscita un grande, corale
applauso, si conclude l’evento dal sapore straordinario.