- di Aurora Smeriglio -
Ubicato sul Viale Principe Umberto, sorge sui ruderi dell'antico Castello di Roccaguelfonia, un importante luogo di incontro degli eserciti e le flotte che partivano alla volta di Gerusalemme, nonché uno dei primi esempi di fortificazione particolarmente strategico; la sua posizione, infatti, permetteva il totale controllo sia costiero che collinare. Vi soggiornò Riccardo I Cuor di Leone nel 1190-91, prima di partire per la Terra Santa durante la III crociata. Fu anche dimora regale e importanti lavori di ampliamento si ebbero durante il regno di Ferdinando il Cattolico e quello di Carlo V.
Nel 1838 fu adibito a carcere ed ospitò i detenuti che risiedevano nel vecchio sito che doveva servire per la costruzione del Teatro S. Elisabetta (oggi Vittorio Emanuele).
Con il terremoto del 1908 della fortezza rimangono la Torre poligonale, restaurata dopo il disastro, con l'iscrizione del XV secolo e resti imponenti delle mura insieme all'ingresso cinquecentesco della fortezza, ancora oggi visibile in via delle Carceri, che si presenta come un portale monumentale a bugne sormontato da un mascherone.
Nell'agosto del '35 fu collocata una campana alta 2.80 metri e di 130 q.li, la più grande d'Italia, fusa con il bronzo dei cannoni sottratti ai nemici nel primo conflitto mondiale.
Nonostante un decreto del Ministero della Pubblica Istruzione del 1925 avesse posto sotto vincolo i resti della Rocca, si procedette a una quasi totale distruzione dell'area su cui nel 1937 fu inaugurato il Sacrario di Cristo Re, in stile neobarocco, su progetto dell'ingegnere F. Barbaro.
Esso si presenta come un imponente edificio di forma ottagonale con un'alta cupola, alla cui base sono inserite otto statue in bronzo raffiguranti le Virtù teologali e cardinali eseguite dal romano Teofilo Raggio. In cima alla scalinata d'accesso si trova una statua di Cristo Re opera di T.Calabrò, mentre nelle pareti sono ricavati un migliaio di loculi contenenti le salme dei caduti di guerra.