- di Walter Bramanti -
Alla fine della guerra (1940 /44) eravamo bambini, e, poi adolescenti, negli anni 50 eravamo ragazzi o poco più, insomma eravamo i ragazzi che sono cresciuti giocando tra le “ Villette del Torrente Boccetta “ , oggi, Viale Boccetta.
Ebbene si, quei ragazzi di ieri nel trascorrere degli anni sono divenuti, gradatamente: studenti, poi professionisti, quindi adulti, ed ora avanti negli anni, ma coi ricordi sempre vivi scolpiti nel cuore in modo indelebile di quella fanciullezza spensierata ed appagante, di quella gioia di vivere che allora si annidava in fondo all’anima bambina. Un mix che poi si incuneava nell’ Essere, corroborando ed affinando la sensibilità di uomini e di cittadini : giocherelloni e leali, volenterosi e corretti.
Ed, in ciascuno dei “ ragazzi del Boccetta “ di ieri, quella gaiezza, quella voglia sfrenata di giocare, di vivere e di amare, sì di amare la vita, non si è mai assopita, neppure negli anni che si sono succeduti. Eppure, il dopoguerra non era un periodo storico florido, gli effetti della guerra erano evidenti e tangibili ed il reddito familiare era esiguo.
E, se il tempo inesorabilmente trascorso, ha impresso una patina di antico alle vicende di ieri, certi ricordi sono ancora vivi e palpitanti di quella parte del vissuto, che in quanto tale è intimamente legato ai ragazzi del Boccetta. Quella parte scanzonata della vita, appartiene a ciascuno, impreziosita dai ricordi incancellabili dei giochi bambini, delle marachelle, di quelle fantasiose proiezioni di vita con tanti sogni nel cassetto, con mille idee sostanziate di purezza di sentimenti, strutturati di valori fondanti, cesellati nell’Essere del ragazzo di un tempo, quali : famiglia, scuola, onestà, Dio.
Tutto il mondo di allora era fatto di “piccolezze “ senza ricchezze, solo giuochi innocenti alla luce del sole. E, già non esistevano i cellulari, non si possedevano i motorini e neppure le auto di papà, le ragazze non erano a portata di mano e si sconosceva l’esistenza della droga, dello sballo e del bullismo.
Ecco perché nel caleidoscopio delle altalenante vicende della vita di oggi, ritornano piacevolmente in mente come un filmato, i momenti esaltanti di quella fanciullezza trascorsa e sono e restano come ricordi di episodi inestinguibili, che hanno permeato la vita di ciascuno.
Ritornano in mente le prime partitelle di calcio, (prima con le palle di pezza che venivano confezionate in casa), poi con una palla di gomma –non sferica, anzi quasi a foggia di rombo- giocate “supra u muntarozzu “ (spazio che allora esisteva allocato tra l’isolato 374 a / 374 b e 374 c del torrente Boccetta ) .
Poi, in successione: gli incontri di calcetto avevano luogo, nello spazio a monte della Chiesa dell’Immacolata, spazio –allora, in terra battuta- poi asfaltato ove successivamente è stata allocata la Statua di S. Francesco di Assisi; e, dopo si partecipava agli incontri ed ai tornei nel campo di calcio dei Salesiani – nella vecchia sede del Torrente Boccetta- indi, la partecipazione ai tornei di calcio più impegnativi ai Salesiani “San Luigi “ sulla Circonvallazione.
Nei lunghi pomeriggi estivi si giocava a “palla prigioniera “ nelle Villette –site nella zona bassa del Boccetta- , con la partecipazione occasionale di qualche ragazzina vicina di casa. Via, via crescendo venivano organizzati i primi balli, rigorosamente in casa ed in famiglia, sotto lo sguardo vigile e scrupoloso dei genitori, che a cerchio sedevano nel sala dove i maschietti, trepidanti ed impacciati, cingevamo con il braccio destro la vita –e, senza stringere- della timida e pudica ragazzina vicina di casa, seguendo con attenzione il tempo del tango, del valzer o della mazurca. Talvolta, si riusciva a sussurrare furtivamente qualche parolina nell’orecchio alla graziosa damina, o, a sfiorare i capelli col viso, approfittando del fatto che la mamma –dalla posizione di vedetta- si era distratta scambiando qualche frase con la vicina di posto.
Seguirono negli anni a venire, i percorsi scolastici diversi, e poi gli impegni di lavoro con lo scorrere ineluttabile della la vita, che fecero da sparti acque ed ognuno si incamminò per strade diverse.
Percorsi diversi, vite diverse, destini diversi.
Ma, pur sempre tutti i percorsi dei ragazzi del Boccetta si sono incanalati su binari e su itinerari strutturati, con un comune denominatore di valori, anche se in un vissuto diversificato di carriere, tra le vicissitudini della vita, talvolta in salita, ma con una energia corroborata da solidi concetti del vivere, dell’agire e dell’essere Uomini.
Sempre, figli del tempo, ma ancor prima e sempre creature sensibili e di sani principi, di famiglie amorevoli, compatte ed aggreganti, attorno al calore ed all’afflato umano di un focolare, nutriti di affetto e raccolti attorno ai genitori ed ai fratelli. Un insieme di elementi strutturanti la personalità che hanno consentito di divenire membri a ben diritto, di un società sempre più convulsa ed emarginante.
Però, non è mai deragliato il percorso dei ragazzi del Boccetta, percorso di vita sempre vissuto su tracciati etici, ispirato da sentimenti corroborati di affetto e con concetti profondamente assimilati e sacri di: famiglia, rispetto ed affetto inestinguibili.
Il tracciato descritto è solo un profilo che attiene alla storia semplice, ma significativa dei ragazzi del Boccetta di ieri, con la rievocazione nitida e struggente dei luoghi , che erano la cornice stupenda ed ineguagliabile di quell’infanzia passata. Quei luoghi rivivono in ciascuno in termini idealizzati, perchè luoghi rivivono sempre nella memoria di ciascuno perché erano affrescati con i colori e le visioni suggestivi degli occhi e dei sentimenti della splendente giovinezza.
In definitiva, dei ragazzi del Boccetta –ora avanti negli anni- ho voluto mettere in rilievo, soprattutto ed innanzi tutto, la semplicità e gaiezza della loro infanzia, la poesia della loro anima, il percorso della loro crescita e della loro formazione fatta di piccoli, semplici e sani giuochi, che li hanno aiutato a crescere in armonia, ora dopo ora e giorno dopo giorno, con un cuore di bambini, semplicemente innamorati della vita, dei suoi valori e dei suoi Beni.