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- di Maria Teresa Prestigiacomo #

I messaggi dei suoi testi sono profondi messaggi che coinvolgono le tematiche della condizione femminile, la solitudine, le paure, le contraddizioni del mondo, il sofferto Mediterraneo, la condizione di coppia…

Quali tematiche sono maggiormente vicine alle sue corde?

Sicuramente la coppia che ritengo crogiuolo della storia. Sottovalutiamo molto la potenza della relazione della coppia coniugale nella formazione di ogni Homo Sapiens, maschio e femmina che sia; è lì che ognuno di noi, ancor prima di nascere, ha annusato che aria tira nel mondo dove abiterà. E purtroppo nella nostra cultura è troppo misera l’attenzione alla coppia che, come dico spesso nella mia professione, è come il primo figlio di un uomo e una donna, misconosciuto e abbandonato in un’incubatrice! Da questo, a mio avviso, discende tutto l’approccio dell’individuo col mondo: l’attitudine all’amore o alla guerra, l’accoglienza e l’emarginazione, sentirsi nella natura o al di sopra di essa, saper risolvere i conflitti… in nome di una relazione che supera l’individuo, ma che, contemporaneamente, vive grazie alla gioia dei suoi componenti.

Un suo libro è un invito ad andare “Controcorrente” (il titolo stesso lo dice), cioè invita ad infrangere le regole dello spirito del gregge, dell’illusione di parità con il possesso di oggetti firmati status symbol?

Il Contro Corrente non è una posizione a priori, polemica, ma un desiderio di Incontro. Se le regole sono ingiuste o ledono i Valori dell’Essere, penso sia giusto infrangerle, per denunciare un’ingiustizia ed innescare un cambiamento. E’ un atto di Amore. Come dice “Cosa sarà” di Lucio Dalla. Le mode? Le guardo: se mi si confanno bene, altrimenti niente! La mia moda la stabilisco io.

Il perché dell’adozione del titolo “Caleidoscopio” lo scopriamo nella sua stessa post-fazione: lei ha raccolto diversi componimenti creati nel corso di un ventennio, tema centrale le vicissitudini della coppia e i sentimenti espressi.

Le sue liriche sono declinate in rosso e nero, tra eros amore e morte, metaforicamente: l‘eros, la passione quanta parte secondo lei occupano nella condizione di una coppia, oggi?

Per provare dei sentimenti bisogna fermarsi, esserci: purtroppo essere sempre di corsa, distratti, non permette di costruire un’intesa dove nasce l’Eros ovvero dove esso apre alla profondità. Col risultato che a volte nelle coppie trovi una solitudine più cocente di quando si è soli. Bisogna avere il coraggio della presenza: essere nel momento per poter cogliere il divino che vive nell’incontro.

Sia in Caleidoscopio che in Vado Contro Corrente e Vivo, ci sono delle poesie in siciliano. Come mai? Che rapporto ha con la sua terra/lingua d’origine?

I miei genitori mi proibivano di parlare in siciliano ed ha stupito anche me che queste poesie mi siano nate in siciliano, praticamente perfette. Ho capito perché: la prima, ‘Attesa d’amore’ l’avevo scritta in italiano due mesi prima di fidanzarmi con quello che sarebbe diventato mio marito. Dopo la sua morte, parlando con un amico marchigiano che non apprezzava l’espressione ‘fiato del mio fiato’, ho capito che l’avevo pensata in siciliano: così mi sono data il permesso di scriverla in siciliano, acquistando un patos molto più adeguato. E poi sono venute le altre, nel momento in cui rinascevo nelle Marche, mia terra adottiva, il sentimento di appartenenza si esprimeva con la prima lingua che le mie orecchie avevano udito, come una certificazione e segno di gratitudine. Sono poesie nate con i brividi che mi attraversavano il corpo. L’ultima parla ‘Ad ogni figlio di questo tempo’, che possa nutrire il sogno della propria vita, senza il quale non si può realizzare un vero cambiamento.

C’è un verso, in “Cantiere” che mi ha particolarmente coinvolta emotivamente: nella poesia “A mia madre”, lei scrive: ”Ed ora con me/ vorrei portarti a volare”E’ un personale rimpianto cui vuole alludere? E’un invito rivolto agli adolescenti, a vivere un più profondo rapporto con la madre, oggigiorno trascurato?

Non un rimpianto, direi una complicità di liberazione. Ho avuto con mia madre un rapporto molto onesto e franco, ma l’ho anche ascoltata ed osservata, entrando in empatia con la sua stanchezza per una vita all’insegna del dovere e del sacrificio: prima lo accetto, poi mi ribello rivendicando anche per lei il diritto alla leggerezza e alla gioia.

Coltivare i sogni, la forza e la tenacia: la dedica a Santa Rita, Da quale input scaturisce?

Io mi chiamo anche Rita, per un voto che mia madre fece, poco prima del parto, perché sognò che avevo un viso mostruoso. Così già a tre anni l’obbligo della novena, con la divisa nera… me la rese ostica … e la spina e la croce in mano: pesante e quasi paurosa! Tuttavia mi attraeva sempre quella nomea di santa dei casi impossibili, quella tenacia e determinazione. In effetti anche nel mio lavoro le situazioni più difficili mi sembravano di obbligo. Pur tuttavia la passione della Santa per le rose mi lasciavano arguire una sensualità ed amore per la bellezza effimera che me la rendeva simpatica. Nei recenti mesi di isolamento, ritrovai una biografia e un filmato che mi rappacificarono con lei. Così ho commissionato alla mia amica e pittrice, Lucia Stefanetti, un ritratto sulla traccia dell’antica icona dipinta sulla cassa in cui fu deposta la Santa. L’ho posta a protezione del libro, insieme a don Milani e Franco Basaglia, altri controcorrentisti di razza, “che nel mio cuore santi lo sono da tempo”!

Mi piace concludere con questi versi che interpretano il profilo psicologico della scrittrice” Vado contro corrente/ per vedervi bene in faccia/quando marcio in fila indiana/ sono sola nel mio cuore/ e neanche di uno /incontro lo sguardo”; come pure, mi piace evocare “Nel monotono incedere”, una poesia che ci invita a vivere in un tempo slow e non quando sull’orlo del baratro, i tonfi del quotidiano travolgono la nostra esistenza. La scrittrice Daina, ci lascia un messaggio di profonda speranza: ci invita a “Pilotare mongolfiere dei miei (nostri) desideri” (in “Passano notti”).

Daina ci coinvolge emotivamente, con le sue tematiche di significativa attualità: la condizione femminile sofferta, il fanciullino pascoliano che ritorna, il Mediterraneo sofferto (“Ho visto”)…La religiosità traspare sempre e comunque: è latente in “ Terra di mezzo”, appare indiscussa ne “Il poeta”; è manifesta nella scelta della dedica di un libro a Santa Rita da Cascia.  Ritroviamo metafore ed allegorie, tra eros e thanatos, “senso corpo e morte” (evocando, inconsciamente, Jacques Lacan). Inoltre, sono presenti le allegorie delle illusioni perdute, come nella poesia “Da Bambina”, in cui i girasoli rappresentano quel mondo che muta, a nostra insaputa, cancellando i nostri sogni…E ritroviamo, inoltre, il compiacimento nostalgico del ricordo di epistole di carta/che odorino di inchiostro/ e di rosa (in “Nostalgia”. Infine, il piacere del respirare quel silenzio di echi infiniti perduti in “Voglio dolce silenzio per / vedere/ e buio per germinare rinascita” (in

“ Settimane si affastellano”), una poesia quanto mai attuale, considerato il momento storico che l’umanità tutta sta vivendo.

 

Biografia della scrittrice Anna Maria Rita DAINA

Siciliana di nascita, Sciacca 1958, vive nel fermano dal 1984; studi classici nella città natale e poi laurea in medicina e specializzazione in Psichiatria alla Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma dove incontra il futuro marito. Ha tre figli ed esercita la professione di medico e psicoterapeuta sistemico dal 1984. Considera le Marche sua terra adottiva ed è molto interessata alla cura del paesaggio, come fondamento per la salute ed armonia psicofisica. Ha partecipato a progetti di Riabilitazione Urbana Sostenibile ed ha messo a punto un progetto per la costruzione di salute mentale. Ha frequentato corsi di teatro con Vincenzo Di Bonaventura e recita volentieri le sue poesie. Ha pubblicato "Caleidoscopio" (Libroitaliano 2003), con presentazione di Sergio Soldani e Matilde Morrone Mozzi, e "Cantiere” (2006) con postfazione di Giovanni Zamponi (Medea Libri 2006), rieditate in”Incontro” (Pagine, 2014, presentazione Elio Pecora); ha partecipato a varie manifestazioni letterarie è stata finalista a molti concorsi internazionali. I suoi testi sono presenti in molte antologie (Aletti, Pagine, Poeti Kanten, I.V.A.N. Project)

La sua poetica esistenziale arriva al lettore come un confidente: esplora l'intimità per aprirsi al mondo centrando il dramma d’amore, dall’attesa al suo epilogo, la maternità, la condizione di donne e di uomini, oggi sospesi fra solitudine e paura dell’incontro. Questo ultimo lavoro, “Vado Contro Corrente e Vivo”, è un ampliamento del punto di vista, in cui propone un percorso attraverso le contraddizioni del mondo verso una rinascita che parte dalla forza del sogno. Hanno scritto di lei autorevoli critici letterari tra i quali la prof.ssa Maria Teresa Prestigiacomo, giornalista direttore rivista internazionale e presidente Accademia Euromediterranea delle Arti.

 Prestigiacomo m

Maria Teresa Prestigiacomo 

#Maria Teresa Prestigiacomo è docente di Istruzione Superiore; contrattista universitaria presso Università di Messina, rettore il Ch.mo Prof. Tomasello; è critico d’arte Letterario e giornalista iscritta all’Ordine dei Giornalisti ODG Nazionale Roma; ha collaborato e collabora con pù testate giornalistiche direttrice di rivista internazionale inglese italiano cartacea ed on line, presidente accademia euromediterranea delle arti; vincitrice di premi internazionali per il Giornalismo culturale e per la Cultura , per la critica d’arte; ricordiamo soltanto il Premio Internazionale Cartagine, Hammamet Sousse Africa; numerosissime le sue pubblicazioni cataloghi d’arte e letterari.

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