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La tradizione da sempre rappresenta l'identità di un popolo, tanto da condizionarne i comportamenti e gli atteggiamenti a prescindere dal luogo in cui questa tradizione è radicata, e ne testimonia gli usi e la cultura che lo rende unico rispetto a tutti gli altri.
Le feste e le processioni sono da sempre state sinonimo di preghiera e di folclore, in cui il sacro va a braccetto col profano e la parola d'ordine è: baldoria! Ancora oggi si mantiene saldo questo legame, eredità di un passato in cui i mercatini, nei giorni di festa, erano uno dei momenti in cui si poteva praticare il commercio con grande riscontro della popolazione. Attraverso i secoli processioni e bancarelle sono arrivate fino a noi e continuano a far riversare nelle piazze, e nelle vie della città e dei paesi fiumi di gente.

Proprio per sottolineare l'importanza di questo aspetto, vi presentiamo (attraverso testi e foto dagli anni passati ai giorni nostri) le feste popolari, alcune delle quali di rilevante interesse etno-antropologico. Elemento comune degli eventi descritti é l'assoluta partecipazione da parte delle comunità interessate, cosa che li rende particolarmente vivi e straordinariamente, incredibilmente attuali.

Insieme alle feste popolari, numerosi sono i miti e le leggende che emanano l'essenza delle nostre radici: Mata e Grifone, Dina e Clarenza, Scilla e Cariddi e la Fata Morgana.

Oltre a miti e leggende, a fiere e mercati, alle feste popolari ed ai mestieri di un tempo in questa sezione potrete assaporare il delicato ma intenso profumo della tradizione culinaria messinese racchiusa nei vari libri.

 

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Gli scienziati della NASA sono riusciti a filmare un'onda sulla superficie del Sole, una regione attiva sul lembo orientale scoppiata ed esplosa, liberando plasma nello spazio. Gli esperti del Solar Dynamics Observatory della NASA dicono che il fenomeno è chiamato "espulsione di massa coronale" (CME per il suo acronimo in inglese), e non è diretto verso la Terra.

 

Video: http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=ocqLj1P2aCw

 

La fossa delle Marianne

La fossa delle Marianne, la depressione oceanica più profonda al mondo e uno dei luoghi più inaccessibili del pianeta, è un ambiente ricco di vita che pullula di microrganismi. E' quanto ha scoperto un gruppo di ricerca internazionale coordinato dal danese Ronnie Glud, della Southern Danish University, e pubblicato sulla rivista Nature Geoscience.

Nonostante l'ambiente nel punto di massima profondità, a 11 chilometri sotto il livello del mare, sia sottoposto a una pressione estrema, quasi 1.100 volte superiore rispetto al livello del mare, ospita nei suoi sedimenti 10 volte più batteri rispetto alle aree circostanti, profonde 5-6 chilometri.
All'apparenza ostili alla vita, le fosse oceaniche, sono in realtà punti caldi per l'attività microbica perché ricevono un flusso insolitamente elevato di materia organica, fatta di animali morti, alghe e altri microrganismi, provenienti dall'ambiente circostante meno profondo.

Per studiare la Fossa delle Marianne i ricercatori hanno utilizzato un robot sottomarino che ha studiato l'ambiente direttamente sul posto. Se si raccolgono campioni dal fondo marino per indagini da fare in laboratorio, infatti, molti dei microrganismi adattati alla vita in queste condizioni estreme moriranno, a causa delle variazioni di temperatura e pressione.

Il robot ha utilizzato sensori che misurano la distribuzione di ossigeno sul fondale marino e che permettono di vedere se questo gas è correlato all'attività dei microrganismi presenti nei sedimenti. "Sappiamo molto poco di quello che accade nelle fosse oceaniche e l'impatto - osserva Glud - che queste depressioni hanno sul ciclo globale del carbonio e sul clima. Inoltre siamo molto interessati a descrivere e comprendere le comunità batteriche uniche che prosperano in questi ambienti eccezionali". Le informazioni provenienti da questa e altre fosse oceaniche, sottolinea l'esperto, "ci permetteranno di comprendere meglio quali sono le condizioni generali a queste profondità e ciò contribuirà a conoscere meglio la Terra".

 

ansa.it

 

 

 

 

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