Vincitore Arti Aplicate e Mestieri 2014
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All’età di tredici anni, dopo aver conseguito la licenza elementare, andò a lavorare, quale apprendista barcaiolo, presso un piccolo cantiere navale di Alì Terme.Qui Giorgio, adolescente, con molta passione ed interesse imparò le prime rudimentali tecniche del mestiere di costruzione e riparazione barche. All’età di vent’anni, dopo aver lavorato presso grossi cantieri navali a Palermo e Cefalù, consegui’ la qualifica di “Maestro d’Ascia” rilasciatagli da una qualificata commissione composta da Ingegneri Navali e alti funzionari della Capitaneria di Porto. Sposatosi giovane si trasferì a Nizza di Sicilia dove iniziò in forma autonoma la sua attività e diventò “Mastro Giorgio il barcaiolo”.La sua fama valicò i confini regionali e raggiunse la Calabria con le città marinare di Reggio Calabria, Vibo Valentia, Bagnara Calabra, Melito Porto Salvo, andò anche oltre come la Puglia, fino a raggiungere Genova città marinara per eccellenza, costruendo imponenti imbarcazioni da pesca.In ognuno di questi posti veniva chiamato con nomi diversi, nella Sicilia occidentale “u zi Giorgio” nel calabrese “ mastru Giorgio” o genericamente “ il signor Giorgio”. La sua attività raggiunse il suo massimo splendore costruendo barche da pesca con stazza fino a 160 tonnellate e barche da diporto fino a 25 metri, Le barche da pesca più importanti che costruì portano il nome di “Santa Barbara” con stazza di trentacinque tonnellate, “Ardito” quaranta tonnellate, “Mosè” sessanta tonnellate, “ Kon Tiki” sessanta tonnellate,” Sicilia” ottanta tonnellate, “Orazio Padre” centodieci tonnellate, “L’Aurora” centoventi tonnellate e il “Paradise” di centotrenta tonnellate.
La bravura del sig. “Giorgio” consisteva nel dare una forma slanciata e funzionale all’imbarcazione in modo da renderla veloce e sicura; poi usava la sua tecnica sopraffina per eseguire i lavori di rifinitura, che erano sempre di qualità eccellente usando materiali pregiati.Le attrezzature che usava maggiormente nell’esecuzione del lavoro erano l’Ascia , l’attrezzo principe, il mazzuolo, le palelle , la pialla a filo, la pialla a spessore, la sega a carrello e la sega a nastro.
Purtroppo, come tutte le cose della vita, tutto si evolve e tutto cambia ed oramai sulla battigia del mare ad Alì Terme non c’è più traccia del famoso cantiere navale dello “zi Giorgio” “mastro Giorgio” “sig. Giorgio”, a tenere vivo il suo ricordo solo qualche carcassa di vecchie barche in disarmo.Ciò è dovuto al fatto che per la costruzione delle barche si usa un nuovo materiale la “resina” e anche, perché i nostri governanti non hanno supportato e incentivato tale attività con leggi che proteggessero i prodotti sviluppando una politica Ittica che tenesse conto della freschezza e la salubrità del prodotto.