PER MESSINESI ....A MILANO
- di Maria Teresa Prestigiacomo -
Milano. Vi assicuro che quando abitavo a Milano, dal 1975 al 1981, la mia felicità era recarmi ai Navigli che incominciavano priprio allora, con il Baretto, con il Vicolo delle Lavandaie, con il Ca' Bianca Club, a rinascere.
Oggi più che mai, andare per i Navigli significa abbracciare la vecchia Milano di un tempo perduto e ritrovato....
Oggi: Marco Bellomi, Giulio Belloni, Valentina Carrera, Raffaele De Francesco, Rossano Di Cicco Morra,
Siberiana Di Cocco, Anna Epis, Carlo Fontanella, Silvia Gobbo, Paolo Lo Giudice,
Clara Luminoso, Marija Markovic, Italo Mazzei, Giuseppe Orsenigo, Lyudmila Vasilieva, in mostra con le loro opere, per voi, una giustificazione in più per recarsi al Vicolod ellelavandaie e bearsi di una Milan la gran Milàn, più assonnata, "passeggiata", in versione, insomma, slow
Gruppo E Fotografi: Comunicazione
presso lo Spazio E2
Alessandro Baito, Fiorenzo Bordin, Ivano Boselli, Valentina Carrera, Liliana Casadei,
Paola Gatti, Serena Groppelli, Marco Lombardo, Monica Mietitore, Luigi Profeta,
Alessandra Repossi, Francesco Romoli, Susanna Serri, Pavel Vavilin
dal 4 al 10 luglio 2015
Orari:
dal martedì al sabato dalle ore 15.00 alle ore 19.00
domenica dalle ore 11.00 alle ore 19.00
Ingresso libero
Con questa mostra si chiude il ciclo tematico a cui gli artisti del Gruppo E si sono dedicati sin dall’ottobre scorso. Si sono succedute dieci mostre, ciascuna con un’ispirazione leonardesca omaggiando la città di Milano che quest’anno ospita l’Esposizione Internazionale. Si sono succeduti trenta modi di rappresentare la realtà: per metà fotografi e per metà pittori o scultori gli artisti del Gruppo E si sono dedicati alla sperimentazione delle proprie tecniche, cercando il più possibile un confronto, un dialogo con gli altri, una comunicazione aperta che poi risulta essere la sostanza stessa dell’essere non solo artisti, ma semplicemente uomini e donne in questo mondo.
La comunicazione è il tema di questa mostra, una chiusura in levare che apre come non mai ad ogni tipo di interpretazione e sviluppo, ad ogni pensiero. Civiltà, società, evoluzione, probabilmente la storia umana in senso più lato vengono definiti dalla comunicazione: tra gli uomini, tra le comunità, tra le nazioni. E’ la base stessa che determina lo sviluppo della società umana.
Senza le vie di comunicazione e i mezzi per percorrerle realtà diverse non si sarebbero trovate e non si sarebbero influenzate a vicenda e non si sarebbero stimolate per un miglioramento della vita.
Senza il desiderio o anche la necessità di comunicare non si sarebbe sviluppato il linguaggio e l’Uomo non avrebbe avuto modo di comprendere anche le necessità degli altri, per arrivare ad un accordo e non ridurre tutto ad una lotta animalesca per il territorio.
Senza essere così idealisti potremmo pensare ad un triste mondo senza musica o poesia, figlie predilette della comunicazione.
Se siamo quello che siamo è grazie alla costante spinta umana verso lo sviluppo di sempre nuovi modi di comunicazione.
Nella società contemporanea spesso si criticano i mezzi di comunicazione come cellulari o media sociali legati alla rete. Si parla di spersonalizzazione o di diffuse mitomanie per cui ci si presenta al mondo per quello che non si è. E tutto ciò è vero.
Prima di tutto però si dovrebbe fare un passo indietro e cercare di immaginare come sia stata accolta a suo tempo la macchina da scrivere, fredda riportatrice di parole, certamente incapace di reggere il confronto con il calore e la personalità della scrittura a mano.
E poi bisognerebbe riflettere sul fatto che la banalizzazione delle idee e la creazione di immagini fittizie di sé non sono state inventate dalla tecnologia, bensì insite nella struttura stessa della fragilità umana. Le nuove tecnologie danno loro una maggiore, più sensibile, visibilità, ma erano e saranno comunque sempre parte della vita sociale.
Speriamo anzi che il fatto che siano così visibili e criticabili e ridicolizzate, queste tendenze vengano almeno in parte superate per andare verso un ulteriore sviluppo dell’Umanità.
Alessandro Baito
in allegato alcune immagini di opere in mostra