La decisione delle Poste Italiane di chiudere alcuni uffici postali nella nostra città e in provincia è perfettamente in linea con l'orma conclamata sopraffazione della finanza e dell'economia sul primato della Politica che assolveva – o doveva assolvere – in primis alla difesa dei diritti dei cittadini, specialmente di quelli più a rischio di emarginazione sociale.
Un Sindaco, in quanto tale ha l'obbligo, anche se non sancito da mere norme, di interloquire con tutti al fine di scongiurare siffatte ingiustizie, a cominciare con il Direttore Provinciale delle Poste, con i Sindacati di categoria, con il Responsabile Nazionale delle Poste e, persino con il Ministro competente, non escludendo azioni eclatanti come un ricorso al Tar. Non sono a conoscenza se tali azioni sono state intraprese o meno, tuttavia vorrei segnalare una recentissima sentenza del Tar del Friuli Venezia Giulia, sezione I, del 15 Luglio 2015, n.332 con la quale sono stati dichiarati illegittimi i provvedimenti di chiusura di due uffici postali, giustificati solamente per pure ragioni economiche, senza una comparazione degli interessi e senza aver tenuto conto della CONFORMAZIONE OROGRAFICA del Comune, confermando la necessità di una CONGRUA MOTIVAZIONE e l'insufficienza del mero richiamo a disposizioni legislative che, per la loro genericità, non potevano tenere conto di diverse situazioni di fatto.
Credo, che per le stesse ragioni possa essere invocato lo stesso principio. Il Sindaco, qualora non l'avesse già fatto, valuti con gli uffici legali dell'ente, l'avvio di identica procedura non trascurando quanto suggerito da alcuni Deputati intervenuti nel merito.
Nella foto
Giuseppe Previti
( già Presidente del Consiglio Comunale di Messina)