- di MARIA TERESA PRESTIGIACOMO -
Messina. Appuntamento da non perdere per coloro che amano il jazz al Teatro Vittorio Emanuele: torna il jazz alchemico di Paolo Fresu e Daniele Di Bonaventura, protagonisti di “Vinodentro”, in programma mercoledì 16 settembre alle 21 al Teatro Antico di Taormina.
Il concerto, una produzione del Teatro di Messina, riprende i brani della colonna sonora dell’omonimo film noir di Ferdinando Vicentini Orgnani che, ispiratosi al romanzo di Fabio Marcotto, ha unito il mito del Faust alla passione per il vino.
E' un sodalizio ben rodato, quello del trombettista sardo e del bandoneonista e pianista marchigiano, artefici di un dialogo in musica dagli aromi mediterranei, un incontro di jazz, tango, richiami alla tradizione sarda, alla musica sacra e operistica. Nell’album - disco primogenito della Tuk Movie dedicato alle colonne sonore di film e documentari, da sempre terreno fertile del percorso compositivo di Paolo Fresu – sono presenti anche due composizioni del “Don Giovanni” di Mozart, “Fin ch’an dal vino” e “Madamina, il catalogo è questo”, che confermano l’attenzione dell’artista sardo per la musica classica e il suo gusto per la contaminazione stilistica.
Con “Vinodentro”, Paolo Fresu, che vanta nella sua carriera oltre 350 dischi, torna quindi ad esibirsi in Sicilia con un concerto imperdibile, un viaggio sonoro in cui, su una tessitura di archi e percussioni, il fraseggio elegante della sua tromba lunare e malinconica si impreziosisce delle note struggenti e laceranti del bandoneon, la fisarmonica simbolo del tango, di Daniele Di Bonaventura.
Ad accompagnare Fresu e Di Bonaventura, sarà ancora una volta l’orchestra del Teatro Vittorio Emanuele: si ripropone dunque quella formula, molto apprezzata dagli stessi due artisti, che, in occasione del concerto dello scorso marzo a Messina, aveva dato vita ad una atmosfera suggestiva e coinvolgente.
Paolo Fresu e Daniele Di Bonaventura sono due fra i jazzisti più interessanti della generazione maturata nel corso degli anni ‘90, largamente apprezzati, non solo in Italia, per le loro rare qualità artistiche. Jazzisti curiosi, aperti alle più diverse esperienze musicali, a partire da quelle legate ai loro rispettivi luoghi d’origine, la Sardegna e le Marche, Fresu e Di Bonaventura si sono imposti, oltre che per la loro indiscutibile tecnica strumentale, per un non comune talento compositivo, che li porta a prediligere il ruolo di leader in progetti sempre nuovi e stimolanti.
Musicista e compositore degli opposti, capace di far convivere sonorità ancestrali e avveniristiche, Fresu unisce poesia e razionalità, slanci onirici a fini cesellature: l’essenzialità estetica, l’innovazione bulimica e il carisma di Miles Davis, con il verseggiare morbido, sognante e intimista di Chet Baker.
È stato definito da Ralph Towner “uno straordinario musicista lirico. Uno capace di raccontarti una storia mentre suona”.