- di Maria Teresa Prstigiacomo -
“L’eco di parole che non si perdono nel tempo”, una motivazione che da sola fa capire perché Taobuk ha voluto assegnare a Tahar Ben Jelloun il premio per l’eccellenza letteraria, a lui consegnato dall’assessore alla Cultura Mario D’Agostino, in rappresentanza dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Eligio Giardina, principale sostenitore del Festival insieme all’associazione albergatori di Taormina. A Tahar Ben Jelloun è stato conferito dal presidente del Rotary Club di Taormina, Dott. Salvatore Ramella, anche il premio per la pace. L’incontro con l’autore di “E’ questo l’Islam che ci fa paura” (Bompiani, 2015) è stato particolarmente interessante e ricco di spunti, grazie anche alla conduzione del giornalista Andrea Nicastro, raffinato intellettuale ed esperto di politica internazionale. La prima riflessione è stata dedicata ai muri con riferimento al tema scelto dal festival per la quinta edizione: “il muro più terribile non è quello fatto di filo spinato ma è il muro del silenzio, dell’odio e della paura. Un muro invisibile che esiste e che vieta alle persone di vivere in pace”. L’altro punto sul quale ci si è soffermati è stato l’Islam. “L’Islam sta conoscendo adesso il suo medioevo. Il problema dipende dalle sette che leggono il Corano come se fossimo nel VII secolo e non lo rapportato al XXI secolo. Anche io ho paura di questo Islam perché non lo riconosco”.