Cari Amici,
“I luoghi hanno una memoria. Ricordano tutto. Il ricordo è inciso nella pietra. E' più profondo delle acque più profonde. E' come sabbia delle dune che si sposta di continuo”.
Così scrive Wim Wenders nel suo libro fotografico “Places”, e sembra questo il cappello più adatto da porre alla rassegna “Memoria e scrittura: i libri e l'identità” che si svolgerà da ottobre nella sala convegni del “Museo Provinciale Messina nel '900”.
Un “luogo” per eccellenza, al centro della città, all'estrema propaggine del torrente Boccetta, ricavato nei locali dell'ex “Ricovero Bunker antiaereo Cappellini” voluto dal Ministero della Guerra e costruito negli anni 1939 – 1940.
Entrando in questi ambienti, pare ancora di udire il fischio delle bombe che, piovendo a gragnuola dalle “corazzate volanti” alleate, facevano vibrare di rumore e di panico le centinaia di persone che vi si radunavano durante il coprifuoco.
Nei locali del Museo c'è la storia di Messina del secolo scorso, raffigurata in immagini contenute in pannelli che si succedono in sequenza, insieme a una strepitosa collezione di uniformi, di materiale bellico e una variegata messe di reperti, testimonianze coevi agli eventi del secolo scorso, provenienti prevalentemente da collezioni private. C'è la memoria della gente che non c'è più ma che ancora, grazie alla suggestiva evocazione creata dalle sale che si susseguono e dei video proiettati, rivive nel presente.
Il direttore del Museo, Angelo Caristi, ha affidato al giornalista e scrittore Giuseppe Ruggeri, il coordinamento della rassegna “Memoria e scrittura: i libri e l'identità”, che prevede una serie di eventi culturali nel corso dei quali verranno presentate pubblicazioni di vario genere – romanzi, saggi, raccolte di articoli giornalistici – aventi per contesto la Messina del secolo scorso. L'obiettivo è quello di riscoprire valori identitari troppo spesso sopiti o per lo più dimenticati, ma che si rivelano indispensabili, specie nelle giovani generazioni, per immaginare e costruire un futuro dentro e non fuori Messina.
Stimate personalità del mondo culturale messinese proporranno le loro opere durante una serie d'incontri che si svolgeranno nel Museo nei prossimi mesi.
Ad aprire la rassegna, sabato 3 ottobre alle ore 11.00, il giornalista e scrittore messinese e direttore di “Moleskine” Geri Villaroel, autentica memoria storica del secondo dopoguerra ed espressione viva di messinesità positiva ed orgoglio d'appartenenza.
Nell’attesa dell’ incontro, è gradito porgere un cordiale saluto
Messina 28/09/2015 La Direzione
Calendario Rassegna per il prossimo bimestre
RASSEGNA “MEMORIA E SCRITTURA: I LIBRI E L'IDENTITA'”
Calendario d'incontri
03/10/15
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“Il pupo di carne” di Geri Villaroel
Presenta Giuseppe Amoroso, critico letterario
Ambientato a Roma e nella Messina del secondo dopoguerra, la vicenda della difficile ricerca memoriale di un'identità divisa tra ardori giovanili e pulsioni intellettuali
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17/10/15
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“Riverberi sulla fiumara” di Giovanni Matteo Allone
Presenta Nino Sarica, giornalista e scrittore
Il dramma degli sfollati e dei reduci di guerra fa da sfondo all'incontro di due storie esistenziali profondamente diverse, eppure tenute insieme dalla comune tragedia del secondo conflitto mondiale vissuta in un villaggio della periferia messinese
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31/10/15
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“L'infinito in fondo all'anima” a cura di Antonio Baglio
Presenta Matteo Pappalardo, giornalista e critico
Un parroco e la sua città: le omelie di un sacerdote che ha vissuto con intensità il suo impegno religioso e civile a Messina nella seconda metà del Novecento
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14/11/15
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“Identikit di un'epoca” di Anastasio Majolino
Presenta Girolamo Cotroneo, filosofo e saggista
Sapiente e suggestiva raccolta di elzeviri di storia, tradizione e costume assemblati in modo da tracciare una nitida fisionomia della Messina del secolo ventesimo sulla base delle caratteristiche psico-antropologiche dei suoi abitanti
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28/11/15
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“Messina anni '50” di Geri Villaroel – Presenta Vanni Ronsisvalle, giornalista e scrittore BREVI NOTE SUI TESTI
Dalle favolose rassegne cinematografiche di Irreramare e Taormina ai fasti di una città – Messina – che negli anni Cinquanta raggiunse il picco della sua notorietà internazionale e della sua affermazione identitari
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