La complessità di un’epoca, che si rispecchia in un luogo - simbolo - il “Ricovero - Bunker Cappellini” in viale Boccetta, adiacente al Liceo Scientifico “Archimede”, divenuto, grazie a un intraprendente restauro condotto con sapienza e passione, il Museo Provinciale “Messina nel ‘900”.
Un contenitore d’idee e progetti che, partendo da un pezzo di storia della nostra città, si protende verso un possibile futuro. Un alveo di memorie fissate in pannelli didattici e vetrine espositive, che con suoni e musiche dell’epoca accompagnano il visitatore.
Immagini, giornali, manifesti, fotografie, uniformi, armi e oggetti raccontano il “ Novecento Messinese “, con il dramma del terremoto, delle due guerre mondiali e gli entusiasmi della Ricostruzione e di una Repubblica inedita, fino all’evento del sogno europeo.
La direzione del Museo, si pone anche l’ obiettivo di contribuire a far riscoprire i valori identitari, troppo spesso sopiti o dimenticati, che però sono indispensabili per ridestare l’identità collettiva e rafforzare il senso di orgogliosa appartenenza.
Per raggiungere questi scopi è stato pianificato un variegato programma culturale, che si svolgerà attraverso lo snodarsi di una sequenza di incontri, dibattiti, proiezioni di filmati d’epoca, rassegne, analisi interpretative di varie pubblicazioni – romanzi, racconti, saggi, raccolte di articoli – prodotti da personalità del mondo culturale, ambientate nella Messina del secolo scorso.
A tal fine la direzione del museo ha avviato e presentato la rassegna bimestrale “Memoria e scrittura: i libri e l’identità”, alla presenza di un folto e attento pubblico.
Il giornalista – scrittore Geri Villaroel , direttore di Moleskine, con la consueta travolgente passione ha aperto la rassegna con la Sua ultima fatica letteraria “Il pupo di carne”, che è stata definita nel corso di un’acuta disamina condotta da Giuseppe Amoroso un vero e proprio “romanzo nel romanzo”, per la fitta embricatura di temi, citazioni e rimandi letterari.
Vivo e animato il dibattito che ne è scaturito, al quale hanno preso parte, oltre all’autore, personalità di spicco della vita intellettuale cittadina, come il direttore della biblioteca regionale Sergio Todesco che ha sottolineato la funzione del libro nell’ambito della trasmissione della memoria e il consolidamento dell’identità collettiva, e l’anatomopatologo Cosimo Inferrera, il quale, dopo aver esaltato il ruolo del Museo Provinciale Messina nel ‘900 come <rifugio dall’ignoranza>, si è soffermato sulla scelta, quasi antropologica, del titolo e su alcune tematiche testuali.
La rassegna di cui la Direzione del Museo ha voluto affidare ilcoordinamento editoriale al giornalista e scrittore Giuseppe Ruggeri, continuerà sempre nel segno dell’identità.
Sabato 17 ottobre, ingresso libero, con il seguente programma:
A seguire:
- il 31 ottobre, il saggio “L’infinito in fondo all’anima” a cura di Antonio Baglio, ispirato alla figura di Don Angelo Sterrantino, presentato dal Matteo Pappalardo, giornalista e critico;
- il 14 novembre “Identikit di un’epoca” di Anastasio Majolino, presentato da Girolamo Cotroneo, filosofo e saggista;
- il 28 novembre, a conclusione di questo ciclo d’incontri, “Messina anni ‘50” di Geri Villaroel, presentato da Vanni Ronsisvalle, giornalista e scrittore.
Il Direttore del Museo
Angelo Caristi