- di Maria Teresa Prestigiacomo -
Firenze. Scrive l’Accademia Euromediterranea delle Arti, nel presentare il manifesto del maestro-pittore Marullo, nel locale storico di Ungaretti, di Luzi, Spaziani, di Marinetti e del suo Manifesto del Futurismo: “E’ dir poco che le opere di Michelangelo emozionano; direi che sconvolgono, pur non essendo inquietanti nell’accezione semantica del termine odierno; sconvolge il composto, ma incisivo indagare, da parte dell’artista nell’ animo umano, nella condizione esistenziale dell’ uomo, smarrito di fronte ad un’esistenza che sembra lasci spiragli solo alla nostalgia del tempo perduto e ritrovato nelle immagini di un vecchio paese arrugginito dal tempo ma non nel cuore, negli affetti, nei sentimenti.
In particolare, si resto emozionati, di fronte a quella piccola donna che come una donzelletta in sul calar del sole, al contrario di quella leopardiana, ripercorre, a ritroso, il cammino della sua esistenza, rivolgendo lo sguardo al paese…accartocciata in un passato di ricordi, di saudade, una nostalgia amabile, piacevole, confortante.
Una forte emozione: trovarsi di fronte a delle opere che rappresentano un modo nuovo di rapportarsi alla pittura ed al suo messaggio sociale…
Michelangelo porta degnamente il nome di uno dei più grandi artisti della nostra Storia dell’Arte: la sua pitture è un mix tra antico e moderno...
Se l opera che raffigura una donna che , nel rivolgere le spalle al “lettore”, evoca le più belle poesie di Nicola Romano, come “Anch io avrei voluto un paese d’amare/Cento case a proscenio ed una roccia del cuore….” Un’altra evoca, invece, il fascino delle antiche cartografie che raffiguravano l’antico porto a falce dello Stretto di Messina, con la Madonna che si erge, maestosa a proteggerla…..
Michelangelo Marullo si erge in tutta la sua grandezza ed il suo splendore, compostamente, in modo elegante, tra umiltà e sicurezza, come i “grandi” sanno fare.
Non vi è alcuna citazione che rimandi dalla pittura dell’artista ad un altro pittore: Marullo fonda un suo movimento, una sua corrente, un suo modo unico di narrare pittoricamente, di stendere le sue cromie, di dosare le sue nuances.
Egli si conferma pittore dalla forte personalità che si impone, tra mille generi e movimenti artistici, nel mondo.
Emerge, in Marullo, pur nell ‘uso di colori non brillanti e vivi, una sua intensa sensibilità, una sua candida e forte sensualita’che affiora, pur nella compostezza del tocco e dei colori, pur nelle pudiche forme rappresentate che richiamano, evocano l’atmosfera del tempo e dei fasti della grandezza di Messina e della Trinacria, ma andando oltre, rimandano a quelle pagine di sentimento che appaiono come capitoli forse chiusi, per un attimo, dimenticati, sul baratro dei confini del mondo e della Storia.
Ecco che si fa strada, nell’artista, l’eco profonda della poetica del più intenso Quasimodo, quella di
“ Ed è subito sera”: Ognuno è solo sul cuore della Terra/trafitto da un raggio di sole/ ed è subito sera. Ma non solo questi versi, sembrano evocare i narrati pittorici del maestro.
La condizione esistenziale dell’uomo, rimando universale del messaggio subliminale dell’artista, ci riporta al Quasimodo de “Le Fronde dei salici”: può il poeta ancora riuscire a poetare? Ha ancora senso, sembra chiedersi Michelangelo Marullo, dipingere? Ha ancora senso dipingere con i pennelli e fare vera pittura, in questo mondo che sembra avere quasi dimenticato i valori universalmente riconosciuti come cardini della nostra esistenza?
Dal vicino…al lontano, dallo zampillo della fontana al fragore della cascata: dalla sua falce di mare sul cuore antico del Mediterraneo , dal suo paesello di Sicilia, assopito dal tempo ed estraniato dal mondo, ai messaggi senza tempo e senza spazio che rendono l’universo pittorico di Michelangelo Marullo…senza alcuna citazione pittorica.
Oggi, l’artista affida per il nostro tramite, testimone il giornalista Chiostri, critico e giornalista, e il maestro Ghiribelli, qui a Firenze, location di Annigoni, pittore della Regina Elisabetta d’Inghilterra e di Vespignani, di Luzi e di Ungaretti… il Manifesto della sua arte che, con il suo bilanciamento cromatico, l’armonia delle forme ed il suo metalinguaggio pittorico, si rende unica ed inconfondibile.