- di Marcello Crinò -
Sabato 2 aprile 2016, all’ex Monte di Pietà, l’Università della Terza Età ha proposto una conferenza su “Pianeti di altre stelle: c’è vita altrove?” con la partecipazione del dottor Gaetano Scandariato, astronomo dell’Istituto Nazionale di Astrofisica di Catania. Il relatore è stato introdotto dal Rettore dell’ U.T.E. Tanina Caliri e dal professore Paolo Faranda, dell’Associazione Andromeda di Castroreale. Scandariato, che si occupa dello studio degli esopianeti, ha affrontato l’affascinate argomento partendo dai dati generali del sistema solare e dai concetti espressi dagli antichi sulla possibilità dell’esistenza di altri mondi, toccando anche il pensiero di Giordano Bruno che affermava la molteplicità dei mondi per via dell’esistenza di molte stelle. La prima ricerca per trovare pianeti simili a Giove (si scelse Giove per la maggiore dimensione e quindi maggiore visibilità a grande distanza) orbitanti attorno a stelle iniziò nel 1995, rintracciandone solo uno attorno alla stella denominata dagli scienziati 51 Pegasi.
Ha spiegato le tecniche principali utilizzate per la ricerca di questi pianeti. La prima è il metodo delle velocità radiali, che permette la misurazione degli esopianeti grazie all’interazione gravitazionale con la loro stella. La seconda tecnica è chiamata dei transiti, e si basa sull’osservazione delle loro ombre quando passano davanti alla stella facendo ridurre la loro luminosità. Viene utilizzato il telescopio Kepler in orbita dal 2009, che studia 145000 stelle, 1205 sistemi planetari, 1909 pianeti e 480 sistemi multipli con più pianeti. La terza tecnica consiste nell’oscurare la stella al centro per ridurre la luminosità ed osservare meglio gli eventuali pianeti che ruotano attorno.
Con questi sistemi negli ultimi trenta anni sono stati scoperti pianeti di massa e dimensione simile alla terra. Si è poi soffermato su alcuni argomenti “caldi”, come le caratteristiche dei pianeti extrasolari, e se il sistema solare con le sue caratteristiche è unico nell’universo oppure è la regola. Ha spiegato il significato di fascia di abitabilità dei sistemi stellari, cioè le condizioni per avere la presenza d’acqua, la massa rocciosa, l’atmosfera, ricordando che finora tutti i pianeti scoperti non rientrano in questa fascia. Per concludere ha illustrato le missioni in corso o in preparazione, alle quali partecipa anche l’Istituto catanese: la missione Cheops, che partirà alla fine del prossimo anno e la missione Plato, che inizierà nel 2024.