- di Marcello Crinò -
Sabato 30, nel Salone Parrocchiale della Basilica di San Sebastiano, è stato presentato dalla Pro Loco Manganaro il libro La Basilica di San Sebastiano in Barcellona Pozzo di Gotto, scritto da Gino Trapani, Andrea Italiano, Marcello Crinò e Salvatore Scilipoti, pubblicato da Giambra Editori. Il libro nasce per affrontare nelle sue molteplici sfaccettature la Basilica barcellonese, imponente luogo di culto, finito di costruire esattamente ottanta anni fa ed inaugurato il 25 marzo 1936, le opere d’arte contenute, in parte provenienti dall’antico Duomo seicentesco demolito nel 1936, e il suo rapporto con la città. Ma quest’anno ricadono altre due ricorrenze: il trentesimo anniversario della sua Consacrazione (8 giugno 1986), il venticinquesimo della sua elevazione a Basilica Minore (9 febbraio 1991) e il centoottantesimo anniversario dell’unione dei due centri di Barcellona e Pozzo di Gotto in unico Comune, attuato con decreto reale del 5 gennaio 1835, entrato in esecuzione il 20 giugno 1836. Alla presentazione del libro, alla presenza dell’arciprete Tindaro Iannello, il quale ha ricordato le figure di Angelo Paino, l’Arcivescovo artefice della costruzione del Duomo, e dell’Arciprete Francesco Mento, che arricchì il Duomo di opere d’arte e lo fece elevare a Basilica Minore, sono intervenuti il sindaco Roberto Materia e gli assessori Ilenia Torre e Gianluca Sidoti. L’intervento principale è stato svolto dal giornalista della Rai Nicola Alosi, il quale ha esordito ricordando che dove oggi c’è il Salone Parrocchiale c’era una volta il Cinecircolo, che molti ancora ricordano. Per quanto riguarda il libro, ha dichiarato, se sentiva la necessità, in quanto mancavano molte informazioni sulla Basilica e sulle opere d’arte contenute; si è soffermato sul ruolo degli edifici sacri e il loro rapporto con la città, ribadendo che dopo la lettura del libro i barcellonesi capiranno ed apprezzeranno meglio la loro chiesa. Anche l’editore Pierangelo Giambra ha ricordato la presenza del Cinecircolo, soffermandosi sulle caratteristiche del libro, e ricordando oltre gli autori anche il ruolo dei fotografi, Ignazio Brigandì e Antonio Il Grande, che hanno documentato le opere d’arte. Gino Trapani, autore della parte storica del libro, ha parlato della “società liquida” in cui viviamo, immersa in un presente con poca attenzione verso il passato, e della perdita di conoscenza del significato dei simboli presenti nelle chiese, quei simboli che anticamente sostituivano le parole per un popolo che non sapeva leggere. L’autore di queste note, autore nel libro della lettura architettonica dell’edificio, si è soffermato sulla tipologia planimetrica (navata unica con cappelle laterali) e sulle analogie con la basilica Romana di S. Andrea della Valle. Salvatore Scilipoti, autore del capitolo sulle chiese del territorio parrocchiale, esistenti e scomparse, si è soffermato su alcune opere d’arte in esse custodite e sulla scoperta di un altare proveniente dalla chiesa degli Agonizzanti, attigua all’antico Duomo. Infine Andrea Italiano, autore delle schede delle opere d’arte custodite nella Basilica, ha evidenziato come questo libro sia una sorta di prosecuzione de Il mosaico della memoria, la schedatura delle opere d’arte barcellonesi dal Quattrocento al Seicento, illustrando poi una tela restaurata qualche tempo fa da Marianna Saporito, la Madonna del Rosario e Santi Domenicani. Si anche soffermato sugli antichi rapporti culturali tra Messina e Barcellona, ricordando infine i primi pittori barcellonesi, Giuseppe Russo e Antonino Vescosi, vissuti a cavallo tra Sette e Ottocento, con alcune opere a loro attribuite esposte nell’abside della Basilica.