- di Maria Teresa Prestigiacomo -
Messina. Il presidente del Teatro Vittorio Emanuele Maurizio Puglisi inaugurerà mercoledì 4 maggio alle ore 19:00 la mostra, curata da Saverio Pugliatti, dal titolo “Dentro il bianco” personale di Claudio Militti.
Per il ciclo “R-esistenza d'artista” a cura di Saverio Pugliatti, il Teatro Vittorio Emanuele ospiterà dal 4 al 20 maggio la personale “Dentro il bianco” di Claudio Militti.
Presentati Claudio Militti circa 40 anni fa, nemmeno ventenne, a Palermo; si fidò della mia scrittura, sin d'allora, si vede, creativa ed efficace a decodificare l'ermetico ma efficace messaggio dell'artista messinese.
Fu un successo di pubblico e di critica straordinario, in un'amena località di Mondello, l'Addaura, di preciso, al noto Complesso residenziale turistico La Marsa frequentato dai "Vip" del tempo: Franco Franchi e Ciccio Ingrassi, alti magistrati ed imprenditori svizzeri in odore di brillanti. Fu un notevole successo, siglato dalle emittenti televisive locali che segnarono, giorno per giorno, i successi della innovativa mostra personale di Claudio Militti: tecniche miste, su tavola, organze e pittura, in una produzione di alto livello, minimale e composita, innovativa a Palermo, per gli anni Settanta.
Oggi la Mostra Personale presso i locali del Teatro è connotata da una accentuata matericità e da un calibrato equilibrio compositivo, l’ultima produzione di Claudio Militti ( pittore, orafo raffinato) trae ispirazione da alcune delle più feconde e suggestive culture artistiche del Novecento, dall’Astrattismo all’Informale. Espressione di una ricerca costante e rigorosa, estranea a intellettualismi gratuiti o a fatui e manierati decorativismi, i lavori presentati in questa occasione dall’artista sono riconducibili a tipologie differenti (Composizioni e Ricomposizioni soprattutto), ma accomunati da un evidente fil rouge cromatico, o più correttamente, acromatico: il bianco. Come il bianco comprende tutti i colori dello spettro elettromagnetico, così, infatti, tutte le opere oggetto della presente esposizione includono qualcosa di bianco. Si tratta di pannelli, di diverso formato, generalmente di masonite o di polistirolo, sui quali, con esiti visivi ed espressivi differenti, si dispiega uno strato di impasto cementizio (in qualche caso di sughero) variamente trattato, ora multiframmentato e ricomposto, ora graffiato e inciso, fisicamente e cromaticamente. Pur formalmente e tecnicamente ineguali, le varie opere sviluppano una poetica affine, incentrata sull’elaborazione dell’idea congiunta di materia, di frammento e di colore. Sebbene in maniera sostanzialmente evocativa, raccontano e traducono, con un linguaggio semplice ma efficace, luoghi, istanti, dettagli, ricordi ed emozioni, realtà ad un tempo fisiche e mentali, tangibili e astratte, precedentemente analizzate in piccoli studi grafici che anticipano sempre la fase esecutiva vera e propria. Secondo un modus operandi che occhieggia all’opera di Alberto Burri, Militti segue nei suoi lavori un percorso che lo porta, sovente, a ridurre in frantumi la materia, anche quella da lui stesso creata, per darle in seguito nuova vita attraverso la ricomposizione, al contempo reale ed ideale, dei vari frammenti, attorno ai quali prende forma una rete di labirintici interstizi, dall’accezione marcatamente grafica ma che imprime dinamicità alle varie composizioni. Elemento vivificante di queste superfici dalla texture crettata o semplicemente incisa, è il colore, terso e saturo di pigmenti, che intride la materia sino a fondersi e confondersi con essa e prendere fisicamente corpo; si deve ad esso lo svelamento del sembiante di ogni singolo lavoro, destinato in sua assenza ad una visione teoricamente in trasparenza.
La mostra, che si concluderà domenica 20 maggio, resterà aperta dal martedì alla domenica dalle 9:30 alle 13:00 e dalle 17:00 alle 21:00. Ingresso libero.