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Mostra su Michele Stilo nel Villino Liberty di Barcellona Pozzo di Gotto

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- di Marcello Crinò -

Sabato 21, nella prestigiosa sede del Villino Liberty “Foti” di via Roma, è stata aperta la mostra di articoli, foto e documenti relativi all’attività teatrale del regista barcellonese Michele Stilo (1929-2000). A curare questa esposizione è stata la Pro Loco intitolata ad Alessandro Manganaro, che fu stretto collaboratore di Stilo nelle sue avventure teatrali. All’inaugurazione hanno preso parte il sindaco Roberto Materia, l’assessore Ilenia Torre, il presidente della Pro Loco Andrea Italiano, il presidente emerito Gino Trapani, il pattese Filippo Nasca. Materia ha ringraziato la Pro Loco per gli eventi che propone alla città e per il fascicolo pubblicato in questa occasione (grazie all’editore Giambra), dove sono raccolti testi, foto, ritagli stampa provenienti dall’archivio di Stilo, forniti dal figlio Luigi. Stilo ha rappresentato, ha proseguito Materia, un pezzo della storia cittadina, che oggi si vuole portare avanti attraverso il rapporto teatro-cultura, con le attività che adesso possono riprendere grazie ai prossimi laboratori del Teatro Mandanici assieme al direttore artistico Sergio Maifredi. Filippo Nasca, già dirigente dell’Azienda Soggiorno e Turismo di Patti, oggi dirigente regionale, si è soffermato sul ruolo svolto da Stilo sessanta anni fa, nel 1956, quando si battè per la riapertura del teatro antico di Tindari mettendo in scena l’Aiace, e delle lotte che dovette sostenere il regista con la Soprintendenza e gli altri enti per ottenere le autorizzazioni. crin

Stilo, ha ribadito Nasca, fu un intellettuale di grande carattere, con opinioni nette. Fece solo sei allestimenti a Tindari, ma lasciarono il segno, lasciando anche il segno sulla vita culturale pattese, dalla quale emersero varie figure, come i registi Vittorio Sindoni e Paolo Gazzara. Ma il ’56 segnò anche l’inizio del turismo in provincia di Messina. Prima dell’intervento di Andrea Italiano, Gino Trapani ha mostrato un vero reperto d’epoca: una bottiglia etichettata e ancora chiusa, del vino che Michele Stilo produceva nei terreni di contrada Sulleria (Rodì Milici), il cui nome era EVOE’ (Enoe), cioè il grido delle baccanti di Euripide! Andrea Italiano ha evidenziato il coraggio di Stilo, che diresse quello che allora era uno dei più grandi e noti attori italiani, Alberto Lupo, attore protagonista del Sebastiano di Narbona, messo in scena sul sagrato del Duomo barcellonese nel 1963. La mostra si inserisce, con alcuni giorni di anticipo, nelle manifestazioni per i centoottanta anni dell’unione di Pozzo di Gotto e Barcellona, il cui inizio ufficiale è previsto per il primo giugno. Infine l’assessore Ilenia Torre, la quale ha specificato che oggi celebriamo Stilo ma vogliamo guardare al futuro, e ricordando l’amicizia della sua famiglia con il regista e i suoi meriti, cioè le battaglie per la rinascita del Dramma Sacro per sottrarre la Sicilia alla barbarie culturale.

 

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