- di Giuseppe Rando -
Tre fatti hanno attratto la mia attenzione di recente: il Brexit; il viaggio in Armenia di Papa Francesco; la macchina incendiata di padre Santino Cannistrà. Ne dirò molto sinteticamente, poiché, da uomo di mare, non pettino la cagna.
1.) La conseguenza più clamorosa della fuga degli inglesi dall’Europa è che certi uomini e certe donne di formazione fascista (stando al loro cursus honorum) sono diventati, in Italia, paladini di democrazia e/o europeisti convinti: Giorgia Meloni dà lezioni di democrazia, in televisione, a Beppe Severgnini, e Maurizio Gasparri, novello Altiero Spinelli, invita il collega Salvini a frequentare la sua scuola di europeismo, prima di parlare dei difetti dell’unione economica europea. Evidentemente, hanno dimenticato, l’una, che sotto il fascismo i democratici marcivano in galera o al confino (mentre le donne erano costrette alla dimensione delle casalinghe o tutt’al più delle maestrine), e l’altro che il vero Altiero Spinelli, quel suo maestro Benito lo ha mandato al confino, a Ventotene. Miracoli della democrazia … obliterante.
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- 2) Vero rappresentante di Gesù Cristo in terra, Papa Francesco non conosce il ni e il so di certi clericali cerchiobottisti: come insegna il suo - e nostro - Maestro, dice «“sì” se è sì, “no” se è no» (Mt, V, 37): pane al pane e vino al vino. I turchi hanno massacrato, tra il 1915 e il 1918, un milione e mezzo di armeni? Sì. Dunque, hanno fatto un genocidio. Lo ammettano. Si pentano. Chiedano perdono. E cerchino, finalmente, armeni e turchi, la via della pace.
- 3) Padre Santino Cannistrà è un ottimo, zelante parroco: si sforza di tradurre in comportamenti concreti le parabole di nostro Signore nonché la dottrina sociale della chiesa, seguendo l’insegnamento dei grandi papi che, a partire da Giovanni XXIII, lo Spirito Santo continua a mandare in soccorso della chiesa stessa e dei fedeli. Non è quindi strano che la sua azione pastorale non incontri il gradimento di certa gente, diversamente cristiana, che altri linguaggi e altri comportamenti adotta, compreso quello di incendiare proditoriamente una povera, utilissima macchina, «pensando di limitare la libertà di azione e di pensiero di un prete». Costoro vanno prontamente ricercati e giustamente puniti, senza dubbio veruno. Ma, in questo contesto, appare impropria – sia detto con spirito amicale – la polemica (nemmeno molto limpida nello stile) di padre Santino con la stampa (quale?) che si occuperebbe solo di sacerdoti e vescovi che sbagliano, per giustificarli («conciliante secondo i gusti del momento») o per condannarli «dimenticando che nessuno è perfetto».
(foto da Internet)