- di Marcello Crinò -
Il 12 agosto, come ogni anno, è stato ricordato l’anniversario del bombardamento di Barcellona avvenuto nel 1943 ad opera degli alleati. La città di Barcellona Pozzo di Gotto, oltre a settantaquattro civili morti durante i bombardamenti, e numerosi feriti, pagò un tributo di sangue attraverso circa centotrenta militari morti nelle due guerre mondiali.
Gli alleati, quel 12 agosto del 1943, secondo informazioni errate, cercavano i tedeschi (che non c’erano), ma bombardarono e spararono deliberatamente sui civili innocenti e disarmati, accanendosi soprattutto sul centro di Barcellona. Colpirono anche l’ufficio postale, nei cui pressi cadde il dottor Gaetano Bavastrelli mentre si recava a prestare la sua opera all’ospedale, compiendo quella che è ricordata da Carmelo Bilardo, nel libro Amo, la mia città (edito dalla Corda Fratres nel 1993), come “una strage inutile”. Le case distrutte, riferisce Nello Cassata nella storia di Barcellona (vol. III, p. 17, 1982) furono 154, le danneggiate 287, circa duemila sinistrati senza tetto. I nomi di tutti i caduti, civili e militari, delle due guerre, sono incisi sulle lapidi poste accanto al Monumento ai caduti.
Nella mattinata di venerdì un piccolo corteo di amministratori comunali, forze dell’ordine, rappresentanti di associazioni e pochi cittadini, ha raggiunto dal Municipio il Monumento ai Caduti. Dopo la deposizione da parte dei vigili urbani di una corona d’alloro sotto la lapide, c’è stato un momento di preghiera con padre Giuseppe Turrisi, parroco di San Giovanni e Vicario foraneo. Ha poi preso la parola il vicesindaco Filippo Sottile, che ha salutato i parenti dei caduti, esprimendo la vicinanza dell’Amministrazione Comunale. Subito dopo è intervenuto Salvatore Scilipoti, socio della Pro Loco Manganaro, per ricordare la figura del dottor Gaetano Bavastrelli. Infine Gino Trapani, presidente emerito della Pro Loco Manganaro, ha letto la poesia Il primo giorno di Bartolo Cattafi ispirata ai bombardamenti.
Questi i nomi dei caduti così come riportati sulla lapide, seppur sbiaditi dal tempo: Aliberti Santa, Aliquò Erminia, Aliquò Rosaria, Aliquò Santa, Anastasi Michele, Barresi Margherita, Battista Agata, Dott. Gaetano Bavastrelli, Benedetto Giovanni, Biondo Carmelo, Biondo Francesca e Flavia, Biondo Maria, Brigandì Angelo, Brigandì Giuseppe, Brigandì Salvatore, Brigandì Santo, Bucalo Rosa, Bucolo Tindaro, Bucca Sebastiano, Calabrò Giuseppe di Mariano, Calabrò Giuseppe di Salvatore, Caliri Domenico, Caliri Francesco, Cicciari Domenico, Cipriano Salvatore, Conti Salvatore, Cortese Agnese, Currò Salvatore, Currò Sebastiano, Cutropia Filippo, Cutugno Carlo, Cutugno Francesco, Cutugno Salvatore, Cutullo Sebastiano, D’Amico Carmelo, Di Bartola Angela, Fazio Angela, Genovese Antonio, Genovese Lorenzo, Genovese Santo, Guido Antonino, Iannello Attilio, La Motta Carmelo, Lazzaro Alfredo, Leotta Giuseppina, Longo Giuseppe Garibaldi, Lo Presti Mariano, Mazza Eugenia, Mazzeo Angelo e Fortunato, Mazzeo Giuseppa, Merenda Grazia, Pandolfo Giuseppe, Perdichizzi Giovanni – Giov., Petrella Michele, Pino Sebastiana, Pittari Santo, Presti Francesco e Sebastiano, Rotella Vittorio Emanuele, Scarpaci Caterina, Scollo Paolo, Scopelliti Carmela, Siracusa Vincenzo, Siracusa Vito, Sortino Carlo, Spada Antonino, Trattaro Luigi, Trimboli Antonino, Triolo Nunziato, Trovato Caterina, Trovato Giovanni, Perdichizzi Giovanni – Ant.