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Quando Nino Pino Balotta incontrò Einstein. Serata alla Biblioteca Comunale di Barcellona Pozzo di Gotto

DSCF3997ri- di  Marcello Crinò -

Nel 1933 l’intellettuale e politico barcellonese Nino Pino Balotta (1909-1987) incontrò per la prima volta Albert Einstein a Le Coq-sur-mer in Belgio. Vi furono successivamente altri incontri, anche a Parigi, e in Pino maturò l’idea di pubblicare in Italiano alcuni suoi testi. Esiste una lettera di Einstein, peraltro pubblicata in diversi libri, del 1 luglio 1933, dove Einstein autorizza Nino Pino alla pubblicazione delle sue opere: ”Preg/mo Signore!  Non ho nulla in contrario acchè Ella pubblichi in italiano le opere da Lei prese in considerazione. Penso che non vi siano diritti di autore. Con i sentimenti della più alta considerazione. A. Einstein”.

Purtroppo l’iniziativa di Pino naufragò perché le vicende giudiziarie nei suoi confronti durante il fascismo provocarono la sottrazione e la dispersione dei manoscritti e della traduzione italiana, come si evince dalla biografia su Nino Pino curata da Giuseppe Alibrandi nel 1982. Nino Pino comunque nel 1968 pubblicherà un testo, intitolato Albert Einstein a dieci anni dalla scomparsa, dove spiega le varie tappe percorse dallo scienziato per la costruzione della teoria della relatività, la messa al bando e la persecuzione nazista, con il rifugio temporaneo in Belgio e in Francia, e l'approdo negli Stati Uniti, dove diviene cittadino americano nel 1941, fino alla morte, a Princeton, il 18 aprile 1955.

            Partendo da questo rapporto tra i due personaggi e dalla recente conferma dell’esistenza delle onde gravitazionali, ipotizzate  cento anni fa da Einstein, sabato 17, nella sede della Biblioteca Comunale di Barcellona, si è svolto un incontro, intitolato: Sull’onda delle onde gravitazionali. L’incontro di Nino Pino con Einsten, promosso dalla Pro Loco Nomos di Manno, dall’Associazione Andromeda di Castroreale e dalla stessa Biblioteca. A relazionare, dopo i saluti della responsabile della Biblioteca Maria Rosa Naselli, l’architetto Mimmarosa Barresi, l’astronomo Paolo Faranda, Giuseppe Campagna dell’Università di Messina. Hanno portato i saluti il presidente della Pro Loco Nomos Carmelo Maimone e l’assessore Ilenia Torre.

La Barresi ha innanzitutto precisato che l’idea di questa celebrazione è da condividere con Nino Costa, custode dei materiali dell’archivio di Nino Pino, ed ha ripercorso la vicenda dell’incontro  dei due personaggi in Belgio. Sarebbe utile consultare i documenti dell’archivio, ha precisato, per capire se Pino intendesse tradurre la teoria della relatività o tre conferenze di Einstein, perché ciò ancora non risulta chiaro.

L’astronomo Paolo Faranda, presidente dell’Associazione Andromeda di Castroreale, ha spiegato con l’ausilio di un power-point, la complessità delle onde grDSCF4004avitazionali e il metodo utilizzato per scoprirne la loro esistenza, cioè l’uso degli interferometri al laser, che a cento anni di distanza hanno dato ragione ad Einstein.  

Il professore Giuseppe Campagna ha svolto una interessante relazione sulla presenza ebraica in Sicilia da epoca antica, seppur poco documentata, soffermandosi sulla vita sociale e religiosa, e sulla comunità di Castroreale dove si occupavano principalmente di arte medica, di lavorazione di stoffe e di metallurgia.

Il dottore veterinario Giovanni Rossitto ha ripercorso l’attività di Pino come docente di veterinaria all’Università di Messina (lui stesso fu suo studente, oltre ad essere lontano parente), le ricerche molto avanzate per il suo tempo, tanto da definirlo un profeta per l’indirizzo normativo europeo, avendo intuito che la salute umana dipende dalla salute degli animali di cui ci nutriamo. Ha sottolineato pure l’alta statura morale del personaggio, molto stimato anche dagli avversari politici.

A completamento della serata, nella Biblioteca sono stati esposti articoli e libri su Nino Pino scienziato e su Albert Einsten. In particolare un articolo del quotidiano l’Ora di Palermo del 12 maggio 1955 sulla commemorazione a Barcellona di Einstein organizzata dalla Corda Fratres, con interventi degli allora giovani studenti Giuseppe Bonavita e Aldo Ginebri.

In conclusione è stata offerta una degustazione di dolci tipici della tradizione ebraica offerti  dalla Pasticceria Freni. Tra questi le orecchie con marmellata e il pane tipico preparato per il sabato, giorno festivo degli ebrei in cui non si cucina.

 

 

Ultima modifica il Martedì, 20 Dicembre 2016 08:35
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