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Messina – 24 febbraio 2017 – ore 17.30 Evento letterario al Gabinetto di Lettura promosso dall'Associazione Culturale “Hortus Animae”.

- di Rosario Fodale - 

Onore al merito: bisogna riconoscere che la neonata associazione culturale “Hortus Animae” ha dato un notevole impulso alle attività culturali della nostra città che, in questo specifico settore, non è purtroppo all’avanguardia. Per dire: a Reggio Calabria, la città speculare dello Stretto che condivide con noi secolari pregi e difetti, non passa giorno in cui non ci siano conferenze, incontri, dibattiti politici e culturali, presentazioni di libri, mostre di pittura, spettacoli musicali e teatrali di gran rinomanza. Tanto che la nostra “consorella” sembra, al confronto, una nuova Atene: è anche questo, purtroppo, un segno della decadenza della cara Messina, alla cui rinascita dovremmo convincerci che è ora di collaborare tutti - politici, imprenditori, lavoratori, intellettuali, educatori, uomini di chiesa - facendo ognuno la propria parte.

La fa, intanto, egregiamente, la sua parte l’associazione “Hortus Animae”, che non perde occasione per organizzare eventi presso il Gabinetto di Lettura e tiene un frequentato “Caffè Letterario” in un bar centrale della città, a scadenza mensile.

Sicché l’ottocentesco Gabinetto di Lettura, che fu un centro culturale effettivo nella città dello Stretto e che vanta una biblioteca nonché un’emeroteca di grande rilievo nazionale, sembra restituito, in questi ultimi tempi, anche grazie a “Hortus Animae”, alla sua originaria funzione.

Ieri, nel Gabinetto di Lettura, per iniziativa della suddetta associazione e grazie alla instancabile attività del prof. Giuseppe Rando, un folto pubblico di uomini e donne ha avuto la gioia di partecipare a un evento non comune dalle nostre parti. L’illustre relatore, con la sua limpida competenza, con la sua passione, con la sua consueta forza comunicativa, ha difatti, mostrato, facendolo quasi rivivere davanti agli occhi degli astanti – un “nuovo” Giovanni Pascoli, sconosciuto finora ai più e ignorato dalla critica: un poeta che, negli anni messinesi, nel discorso L’èra nuova, elabora una seconda poetica, evolutiva rispetto all’arcinota poetica del Fanciullino, facendosi promotore di una poesia alleata della scienza – quindi materialistica, nichilistica, neoleopardiana – atta a ricordare agli uomini la comune natura mortale per esortarli alla solidarietà, all’amore fraterno, alla pace e al rifiuto della guerra.

Il professore ha, quindi, evidenziato la presenza di tali, nuovi temi nella poesia postmyricea di Pascoli, consegnando al pubblico estasiato perle poetiche di incredibile bellezza.

Forse, per la prima volta in assoluto, un argomento critico e filologico “da seminario universitario” (se non da Accademia dei Lincei) è stato reso fruibile, con successo, al più vasto pubblico dei non addetti ai lavori. Lo stesso relatore ha riconosciuto che il suo intento principale, da professore universitario, è sempre stato quello di «abbattere gli steccati del “giardino accademico» e di trasmettere al maggior numero possibile di persone i risultati delle sue ricerche, contro la pratica, purtroppo diffusa, tra non pochi professori universitari di «parlarsi addosso e di scrivere libri astrusi, pseudo scientifici, che vengono letti, al massimo, da pochi, volenterosi colleghi».

La poetessa Mariagrazia Genovese ha letto, a corredo, con grande sensibilità e con la giusta intonazione, alcune poesie della stagione myricea e della stagione postmyricea, del grande poeta romagnolo: “Il tuono, “A Maria”, “La mia malattia”, “Il sogno di Rosetta”: la lettura di quest’ultima, in particolare, ha suscitato applausi a scena aperta.

Siamo usciti tutti, dal Gabinetto di Lettura, arricchiti nell’anima.

Ultima modifica il Sabato, 25 Febbraio 2017 09:56
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