- di Maria Teresa Prestigiacomo -
Messina. Camminando per la mia città di Messina, di fronte al Mercato Ittico, su una grande parete prospiciente, il palazzo, sul mare, un enorme murales campeggia sullo sfondo dell' immensa azzurrita' dello Stretto: rappresenta un pescatore con il suo bottino di 'caccia' in mano, un'opera gradevole che sottrae la zona certamente non ridente, alla tristezza del contesto, fatto di loschi incontri notturni, antichi quanto il mondo e di un peregrinare di Rom in cerca di elemosine e di oggetti di spazzatura da riciclare.
Più in là un' altra opera fronteggia la piazza della stazione: anch 'essa occupa parecchie decine di metri come la ' sorella' ma non sembrano essere, le due opere, della stessa mano.
Una donna nell' opera, versa una lacrima....una sirenetta che piange le sorti di miti e leggende dello Stretto?
Chissà. Certa è una cosa: sono opere monumentali anche se naif e favolistiche da illustratori di favole dei nostri giorni, ma sono grandi opere di giovani che meriterebbero almeno di avere un loro spazio nella vita come pittori....ed avere il giusto riconoscimento....e riconoscibile la loro firma....invece quel che campeggia , unica protagonista ....è la pittura....mentre, indifferente, la gente passa, ogni giorno, davanti a queste opere con profonda indifferenza. Qualcuno, come me, vorrebbe conoscerne i nomi....ma è solo la pittura a fare da padrona e contribuisce a rendere meno triste il grigiore di giornate uggiose e poco allegre di una Primavera che tarda ad arrivare.