- di M.C. -
Progetto del Comune di Barcellona Pozzo di Gotto, fortemente voluto dal sindaco Roberto Materia e dal direttore artistico Sergio Maifredi, “Un canto mediterraneo”, in cartellone il 29 aprile alle ore 21 al Teatro Mandanici, per Mario Incudine, che ne firma la direzione artistica e la regia, è “un’occasione irripetibile. Così, con queste atmosfere, con queste emozioni, con questa ‘trama’, non potrà essere replicato da nessun altra parte. Perché non ha uno spartito o un copione immaginato a tavolino e poi allestito. Al contrario si è delineato giorno dopo giorno, tra un laboratorio e un incontro, tra una proposta e una sollecitazione. E’ figlio del confluire delle tantissime eccellenze di questo territorio, delle loro tradizioni e capacità, dei loro desiderata, della loro voglia di raccogliere nuove sfide artistiche”. “Amo credere – conclude Incudine – che la cultura e la creatività possano e debbano produrre eventi con grandi numeri, cosa che ammetto essere particolarmente controcorrente in un periodo di profonda crisi quale quello attuale, ma che è, allo stesso tempo, uno dei doveri insiti nel fare arte. Di questo spettacolo io mi reputo solo ‘l’assemblatore’ e non vedo l’ora, davvero, di essere sul palco e dare vita a questo sogno comune”.
Un sogno sufficientemente folle da vedere tutti insieme più di cento artisti, con sensibilità differenti, tutti disponibili a dare supporto agli altri e tutti degni, come si vedrà in scena, di un proprio intenso protagonismo. “E’ un sogno nel significato più ampio”, dice sorridendo Antonio Vasta, che di “Un canto mediterraneo” è maestro concertatore e direttore. “Anche perché è uno spettacolo che contiene a pari merito i maestri e i 40 allievi dei tre laboratori che abbiamo tenuto in questi mesi, esperti e giovani alle prime armi, tradizioni e sonorità che avevano preso strade differenti e oggi si ritrovano come in una nuova origine a mischiarsi e darsi reciprocamente spazio”.
E se Mario Incudine e Antonio Vasta, neanche a dirlo, saranno sul palcoscenico, ci sarà in partecipazione straordinaria quel Peppe Servillo che per l’occasione ha studiato di presentare anche un tributo alla canzone siciliana. Al loro fianco, Faisal Taher, Stefania Patané, Antonio Puztu, Giorgio Rizzo, Antonio Livoti, Anita Vitale, Carmelo Imbesi, Carmen Zangarà, Pino Ricosta e Manfredi Tumminello. E ancora un’orchestra creata per l’allestimento di questo spettacolo, l’Orchestra popolare del Teatro Mandanici composta dal coro di voci bianche “I piccoli cantori” diretti da Salvina Miano, i Visillanti di Barcellona e di Pozzo di Gotto, il grande ensemble di Zampogne a paru, gli organetti di Pippo Benevento e Antonio Merulla.
A ben rappresentare l’unicità di “Un canto mediterraneo” infine ancora altre presenze: il quindicenne Anthony Bellinvia, l’allievo più giovane che si misura con passione con la fisarmonica, il diciassettenne Carmelo Puliafito che si è presentato interpretando antiche nenie ormai sconosciute e che oggi tornano a vivere grazie al suo talento, e i tre zampognari ultimi depositari della tradizione, Domenico De Pasquale, Salvatore Grasso e Salvatore Vinci.