L’esperienza artistica di Turi Randazzo di Francavilla di Sicilia inizia nel lontano 1952 quando, a soli quindici anni, restando affascinato dalle emozioni provate di fronte ad un masso informe, comincia la sua attività per trasferire sulla pietra le forme volute (ci troviamo di fronte ad una delle poche persone che esercitano ancora l’arte dello scalpellino nella Valle dell’Alcantara
La fonte ispiratrice per eccellenza è l’arte classica, soprattutto quella greca la cui bellezza, è ineguagliabile per l’equilibrio, per il senso delle proporzioni, la compostezza che la caratterizzano. Convinto che chi non è capace di rendersi conto del valore della civiltà classica <<rimarrà al buio e vivrà alla giornata senza alcuno stimolo>>, egli evidenzia un profondo culto per il passato ed un grande amore per la cultura. Da qui il suo rimpianto per non aver potuto proseguire gli studi quando era adolescente e l’importanza che egli riconosce alla scuola.
Essendo infatti un autodidatta ed avendo per lungo tempo esercitato il mestiere del muratore, ha cercato di sopperire alla carenza di conoscenze teoriche con l’esperienza acquisita che, però, non è sufficiente a dargli l’esatto senso delle proporzioni e della prospettiva. Caparbiamente, però, il sig. Randazzo non si scoraggia mai e così costruisce un modellino in creta, in gesso o in argilla, un plastico, prima di intraprendere il lavoro commissionato. La pietra scelta è quella di Comiso, che, essendo molto dura, è si difficile da lavorare ma assicura risultati migliori rispetto ad altre tipologie.
L’esperienza umana del Randazzo scorre parallelamente a quella artistica che si avvale di un personale arricchimento culturale determinato dal suo interesse per la lettura.
Uscire dall’ignoranza è come <<liberarsi dalla schiavitù>> perché consente all’uomo di dare <<sfogo e corpo>> alla propria passione, alla propria creatività, alla propria fantasia.
<<Il lavoro rende gli uomini liberi>>: questa è la conclusione e il messaggio con cui lo scalpellino artista ci ha lasciato.
Consegna il premio il Prof. Francesco FALCONE
MOTIVAZIONE
PER ESSERE ESEMPIO DI ESPERIENZA E FANTASIA PER L’USO DELLO SCALPELLO
CON IL QUALE TRASFORMA LA PIETRA IN FORME DI ARTE PREGIATA.