- di Maria Teresa Prestigiacomo -
Salina, Me.L’assessore regionale al Turismo Anthony Barbagallo: “Promuoviamo un progetto vincente che configura l’intero arcipelago siciliano come un grande parco letterario”- «Lo straordinario successo del primo appuntamento di Taobuk nelle Isole minori, e in particolare nelle Eolie, patrimonio dell’Umanità, è la conferma di un progetto vincente: trasformare o meglio configurare l’intero arcipelago siciliano in un grande parco letterario». Così l’assessore regionale Anthony Barbagallo esprime soddisfazione per l’iniziativa promossa a Salina dall’Assessorato Regionale al Turismo, Sport e Spettacolo, da lui guidato con lungimiranza nei quasi due anni di un mandato ricco di idee, creatività e innovazioni, mirate ad incrementare e innovare l’articolato settore delle attività turistiche, sportive, ma anche teatrali, cinematografiche e attinenti, in generale, a tutte le arti performative. «Desideriamo puntare sull’insularità come valore non solo turistico ma anche culturale – ribadisce l’Assessore Barbagallo – ed è emblematico, in questa visione, l’esordio a Santa Marina con la narratrice messinese Alessia Gazzola, ormai costantemente in vetta alle classifiche, una siciliana che fa onore alla propria terra».
E l’incontro con la scrittrice che ha inventato il personaggio di Alice Allevi - anatomopatologa tanto pasticciona quanto dotata di raro talento investigativo - ha davvero galvanizzato l’amena Piazzetta Paino, letteralmente gremita di residenti e turisti. In apertura, il Sindaco Domenico Arabia ha pubblicamente ringraziato l’Assessore Barbagallo per aver offerto a Santa Marina l’opportunità di vivere un evento letterario e artistico così ben congegnato, e ha auspicato che questo ponte tra Salina e Taobuk, il festival letterario di Taormina, possa diventare un appuntamento fisso dell’estate.
Aver reso itinerante la rassegna ne amplia gli effetti sul territorio isolano, come ha sottolineato Antonella Ferrara, presidente e fondatrice di Taobuk, che ha ormai per scenario l’intera Sicilia.
Tante le suggestioni della serata, arricchita dalle letture dell’attore e regista Ezio Donato, che ha curato anche la selezione dei momenti musicali affidati alla pianista Claudia Aiello e alla sorella Margherita, soprano: due raffinate musiciste che hanno affrontato brani di Debussy (Claire de lune, La puerta del vino, Romance), sul presupposto che Alessia Gazzola nei giorni scorsi ha pubblicato un post su Facebook con brani del compositore francese, facendo intendere che l’ambientazione del prossimo romanzo sarebbe stata proprio le Eolie. Un indizio che non sarà sfuggito ai suoi tantissimi lettori.
A condurre l’incontro Franco Arabia, che ha evidenziato come, nonostante si muova con mitezza, la vera arma di Alice sia la capacità intuitiva, mentre la scrittura di Alessia ha profonde radici: sembra quasi che il destino bussi alla porta dei personaggi, ricreando un clima da tragedia greca.
Al centro della conversazione il recente “Un po’ di follia in primavera”. «In parte un giallo, in parte un poliziesco – chiosa Gazzola, ma senz’altro anche un romanzo psicologico. Per Alice è il passaggio definitivo all’età adulta. Ha compiuto gli studi. Si è specializzata. Non è più “L’allieva” del primo titolo che le ho dedicato. Sono ormai sei. Ogni volta che mi accosto ad un nuovo episodio, scelgo uno scenario da indagare: in passato è stato il teatro, l’archeologia, questa volta la psichiatria. Nei miei romanzi prevale il tono della commedia, che però cela risvolti drammatici. Il rapporto che c’è tra medico e paziente ha zone d’ombra che volevo esplorare da un punto vista narrativo. Io credo nella necessità del dolore: per me è la chiave per migliorarmi, per cercare vie d’uscita. Il giallo si configura qui come romanzo sociale. E ha a che fare coi temi della manipolazione, per questo è il più cupo e malinconico della serie».
Com’è noto, l’universo di Alessia Gazzola è prima di tutto femminile: «Amo raccontare storie di donne, verso le quali ho un occhio solidale e partecipe. Attraverso quella di Alice, voglio percorrere altre vite. Quello che mi piace di più è raccontare scenari di donne coraggiose, che hanno subito vicende a cui reagiscono».
Una correlazione fondamentale è altresì quella tra l’autrice e la sua formazione professionale di medico legale: «Scrivo per relazionarmi con me stessa e la mia professione. Quando ho iniziato a scrivere i romanzi su Alice ero una specializzanda in medicina criminale. Per me era un hobby, non pensavo di essere una scrittrice. Sono un tipo un po’ astratto, la testa fra le nuvole, sto sempre un passo indietro. Vivendo in un ambiente molto competitivo ho perciò dovuto tirar fuori le unghie e mi sono messa in gioco. Alla mia protagonista facevo succedere le cose peggiori in funzione catartica, per poter vivere meglio quel periodo complesso».
E complesso è anche il meraviglioso e cifrato mondo di Alice: «Alcuni personaggi – chiarisce Alessia Gazzola - si sono imposti per i loro nomi in codice nell’immaginario collettivo. Come ad esempio CC, ossia Claudio Conforti, la cui sigla già da sola s’imprime nella mente e lo rende un personaggio al di sopra delle parti. Il Supremo è invece il grande maestro di Alice, capace di andare oltre i meccanismi di vessazione degli ambienti accademici. Se la Wally è la temuta professoressa Boschi, cerco sempre di bilanciare il rapporto tra Alice e l’ispettore Calligaris. Ho già in mente il romanzo nuovo. Claudio ama Alice a modo suo, ma ho bisogno di tanti altri libri per raccontarlo nei mutamenti e nelle mutazioni». I milioni di fan di Alessia/Alice sono avvertiti … ed anche rassicurati.