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Venerdì 13 ottobre ha avuto luogo nella saletta del Lion Bar di Piazza San Teodoro, il secondo appuntamento della rassegna “Ottobre si veste di Giallo”, organizzata dalla Pro Loco di Sinagra.

Venerdì 13 ottobre ha avuto luogo nella saletta del Lion Bar di Piazza San Teodoro, il secondo appuntamento della rassegna “Ottobre si veste di Giallo”, organizzata dalla Pro Loco di Sinagra, diretta da Vincenza Mola e giunta quest’anno alla sua terza edizione.

Protagonisti della serata sono stati il romanzo “Sicilia terra bruciata” di Vincenzo Maimone, pubblicato nella collana “noir” della Fratelli Frilli Editori di Genova e i dipinti di Salvatore Bella.

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A conversare con l’autore, Mariella Fischetti, presidentessa dell’Associazione culturale “Vie Traverse” di Acireale.

Il romanzo “Sicilia terra bruciata” è il quarto episodio della serie che ha come protagonisti il commissario Giacomo Costante e il professor Tancredi Serravalle le cui vicende si svolgono tra i vicoli e le decorazioni barocche di Acireale.

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Numerosi i temi affrontati nel corso della ricca e articolata discussione. Il genere letterario noir, infatti, costituisce uno strumento utile per descrivere e riflettere sulla natura umana, sulle sue idiosincrasie e sulle patologie individuali e collettive che caratterizzano, oggi, lo stato di crisi delle relazioni interpersonali. Sotto questo profilo, il noir fornisce uno spaccato privo di infingimenti e di inutili ipocrisie della realtà contemporanea e svolge una fondamentale funzione sociale.

La scelta della connotazione territoriale delle storie, inoltre, che rappresenta uno dei punti di forza della collana editoriale della Fratelli Frilli Editori, amplifica e favorisce una simile indagine andando al di là di una semplice raffigurazione scenografica e consentendo di osservare particolari ed elementi che, molto spesso, sfuggono ad uno sguardo superficiale e distratto dalla contingenza del quotidiano.

A fare da cornice alla discussione le opere pittoriche di Salvatore Bella in un connubio perfetto tra parole e immagini. I colori e le pennellate che animano le raffigurazioni dell’artista sono, citando Angelo Sturiale,“schegge di diari onirici e visionari personalissimi”. Segno che la conoscenza di se stessi, intesa come autentica missione filosofica, si affida a linguaggi e grammatiche fatte non solo di parole ma anche di linee, forme e colori in grado di suggestionare e stimolare ognuno di noi.

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