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Barcellona Pozzo di Gotto: le origini della pittura “barcelgottese” nel convegno della Pro Loco

-  La redazione - 

La Pro Loco “Alessandro Manganaro” ha organizzato domenica 14 gennaio 2018 l’incontro: “Origini. Convegno di studi sui primi artisti Barcelgottesi”. Nella sala convegni dell’ex Monte di Pietà Giovanni Spagnolo tre studiosi hanno discusso su tre artisti “Barcelgottesi” (neologismo creato dal pittore Iris Isgrò per accomunare le popolazioni dei due centri), vissuti tra Sette e Ottocento, che hanno dato il via alla pittura nella città del Longano.

L’apertura dei lavori con i saluti di Flaviana Gullì, presidente della Pro Loco, la quale ha ricordato che si tratta del primo evento organizzato dall’associazione quest’anno, e tanti altri, già programmati, seguiranno. Ha portato i saluti anche l’assessore alla cultura Ilenia Torre, anche a nome del Sindaco e dell’amministrazione comunale che ha patrocinato l’evento, assieme a Giambra Editori.

L’introduzione a cura di Andrea Italiano, storico dell’arte, componente del direttivo della Pro Loco e presidente fino allo scorso anno. Ha spiegato il senso di questo convegno, che vuole mettere in evidenza tre artisti che stanno alle origini della pittura della città del Longano, anche se c’è la presenza incerta sul luogo di nascita, del pozzogottese o messinese, Gaspare Camarda, vissuto a cavallo tra Cinque e Seicento. Ma i tre pittori di cui si parlerà, ha precisato, sono abbastanza documentabili.

Italiano si è soffermato quindi sulla figura del pittore-sacerdote Antonino Vescosi, nato nel 1744 e morto nel 1824. Probabilmente si formò a Roma, e la sua opera risulta legata alla pittura romana del Settecento. Sue opere si trovano nella chiesa madre di Saponara, a Gualtieri Sicaminò, a Barcellona nella chiesa di Gesù e Maria e affreschi a San Vito, tele a San Sebastiano, nella chiesa dell’Idria, a Novara e  Basicò.

La dottoressa Valeria Bottari, della Soprintendenza ai Beni Culturali di Messina, si è soffermata sul pittore Giuseppe Russo, documentato tra il 1770 e il 1805. Nato secondo alcune fonti a Lipari, e secondo altre, più sicure, a Barcellona. Studiò per sette anni a Roma, poi visse a Milazzo, dove si trovano molte sue opere. Punto di partenza per la conoscenza di questo pittore è stato il ritrovamento, nel 1991, dopo un furto, della Sacra Famiglia e Trinità. Altre opere si trovano a Palermo, Castroreale, San Marco D’Alunzio, Milazzo, Frazzanò, Novara di Sicilia, e gli affreschi nell’abside della chiesa di San Giovanni a Barcellona. Pittore dal linguaggio pittorico popolareggiante, prolifico e non sempre di grandi capacità espressive.

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Infine l’architetto Marcello Crinò ha tratteggiato la figura di tre componenti della famiglia Bonsignore, di cui uno solo pittore, cioè Gaetano, nato nella seconda metà del Settecento, autore di parte degli affreschi della chiesa di San Giovanni (volta della navata, pareti laterali, controfacciata principale), e di due opere datate: la Madonna di Porto Salvo in gloria, del 1828, a Reggio Calabria, e Il martirio di San Bartolomeo, del 1834, a Novara di Sicilia. Ha poi illustrato la figura del figlio Michele, Tenente della Gendarmeria, nato nel 1788, ma non si conosce la data di morte, e di Gaetano, il nipote, sarto di professione, che attraverso la sua opera manoscritta finita di comporre nel 1922 e pubblicata postuma nel 2015 (La stirpa inicua), ci fornisce preziose informazioni sui suoi antenati e su alcuni momenti storici della città di Barcellona tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento.

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