- La redazione -
Il fortuito ritrovamento di una copia della prima biografia del musicista Placido Mandanici (1799-1852), scritta da Gioacchino Bartolone (Barcellona 1882- Messina 1968) e pubblicata a Catania nel 1915 ha posto nuovamente all’attenzione della città la figura del musicista barcellonese. La copia ritrovata possiede una caratteristica particolare; riporta in copertina la dedica a Ciccio Nicolaci scritta dal colonnello Giuseppe Barresi Mandanici, nipote di Placido Mandanici, figlio della figlia Giovannina. Il medesimo colonnello nel 1930 donò alla città di Barcellona l’unica foto conosciuta del musicista. La medesima firma sui due documenti ha dato l’avvio alla realizzazione di un pannello con le pagine della biografia del Bartolone, peraltro poco conosciuta dai più (una copia è disponibile nella Biblioteca Comunale), e un approfondimento della figura dell’autore, del quale si erano quasi perdute le tracce della sua intensa attività e dei suoi discendenti.
Un lungo lavoro di ricerca e il contatto con i discendenti e in particolar modo con il novantunenne figlio Loris, che vive a Messina, ha permesso di definire meglio il contesto culturale in cui operò il biografo, del quale esisteva soltanto una scarna ma importante nota biografica scritta dalla storico Nello Cassata.
Sabato 9 giugno 2018, nel foyer del Teatro Mandanici, è stato inaugurato il pannello con le pagine della biografia, affiancato dalla foto del Mandanici, entrambe con le dediche autografe del colonnello Barresi Mandanici e una scheda su Bartolone.
L’evento, il cui titolo “Placido Mandanici… fu un irrequieto: un po’ come tutti gli artisti”, che riprende una frase tratta dal testo del Bartolone, è stato promosso dall’Amministrazione Comunale, e curato dal prof. Gaetano Mercadante, esperto dell’Amministrazione, con la collaborazione dell’architetto Marcello Crinò che si è occupato della parte storica.
Mercadante ha introdotto la conferenza di presentazione, spiegando del ritrovamento fortuito del documento e della volontà, espressa dal Sindaco, di renderlo pubblico e nel contempo attenzionare la figura di Mandanici e del primo biografo.
Sono seguiti gli interventi e i saluti del Sindaco Roberto Materia, dell’Assessore alla Cultura Ilenia Torre e del Segretario Generale Comunale Lucio Catania, responsabile dell’Ufficio Teatro. Si sono soffermati sul rapporto del Teatro con la città e sui risultati raggiunti durante l’ultima stagione teatrale.
L’architetto Marcello Crinò ha compito un excursus sulla vita di Mandanici dagli studi compiuti al Conservatorio di Palermo, fino ai trionfi alla Scala di Milano e la morte a Genova, dove è sepolto. Il tutto corredato da foto e documenti. Ha sottolineato che Mandanici si trovò ad operare tra i giganti della musica del primo Ottocento: Rossini, Bellini, Donizetti, Verdi, Morlacchi, Mercadante, Ponchielli, Paganini, e con alcuni di questi ebbe ottimi rapporti d’amicizia. Purtroppo questa contemporaneità con i grandi contribuirà a non farlo emergere più di tanto. In epoca recente, nonostante l’impegno di tanti, la sua musica non è ancora conosciuta, se non in una ristretta cerchia di cultori. E’ rimasto un musicista minore, la cui opera si inserisce “nel solco dell’opera napoletana”.
Ha fornito una biografia di Bartolone integrando le notizie conosciute con quanto scoperto recentemente grazie all’apporto fondamentale di Gaetano Mercadante. Era medico di professione, valente giornalista e personalità di spicco nel secondo dopoguerra in provincia di Messina; nel 1944 fece parte della sezione locale del Comitato di Liberazione Nazionale, presieduto dal prof. Alberto Cutropia.
Bartolone era figlio di Carmelo ed Emanuela Rossitto, probabilmente discendente dello storico Filippo Rossitto. Bartolone si sposò con Dora Terlizzi, cantante o attrice napoletana, figlia di Pasquale Terlizzi e di Violetta Vicoli. Dora era nipote materna del maestro concertatore Vicoli, che operava nel Teatro San Carlo di Napoli, amico di Giuseppe Verdi.
Queste informazioni, apprese recentemente grazie alla collaborazione di Loris, figlio di Gioacchino, oggi novantunenne, e della discendente Adalgisa Scibilia, delineano meglio il contesto socio-culturale in cui operò il nostro biografo. Il quale fu anche insignito del titolo di Cavaliere della Corona d’Italia, che restituì dopo il referendum Repubblica/Monarchia perché lo riteneva incompatibile con la nuova situazione politica. Negli ultimi anni della sua vita visse a Milazzo, dove per primo aveva portato la tecnica dei raggi X. La sua casa, sulla Marina Garibaldi, era meta di attori e cantanti, che lui ospitava prima della loro esibizione al Teatro Trifiletti. Ebbe quattro figli: Filippo, Carmelo, Sergio e Loris, prima citato. Filippo fu un personaggio molto noto negli ambienti culturali, perché docente di filosofia all’Università di Messina e autore di numerosissime pubblicazioni. Fu grande amico del prof. Francesco Mercadante, dell’Università della Sapienza di Roma. Le famiglie barcellonesi Scibilia, Rossitto, Zumbo e Filiti sono riconducibili ai Bartolone, a partire dai genitori di Gioacchimo: Carmelo ed Emanuela Rossitto.
E’ stato altresì proiettato un video, girato a Messina nella casa di Loris Bartolone, il quale porta un saluto alla città e ricorda con parole commosse la figura del padre.
La serata è stata arricchita dagli intermezzi musicali eseguiti dal vivo dal violinista Antero Arena e dalla pianista Maria Assunta Munafò, che da sempre si occupano della musica di Mandanici. Del musicista barcellonese hanno eseguito: Sulle tue fredde ceneri, La melanconia e la cavatina dalla Griselda.
A conclusione, dopo la consegna degli attestati di partecipazione ai giovani che hanno coadiuvato il personale del teatro durante l’ultima stagione, è stato “svelato” il pannello con le pagine della biografia mandaniciana scritta da Bartolone. A compiere questo gesto sono stati il sindaco Materia e il dott. Carmelo Bartolone, figlio di Loris.