- di Maria Vadalà -
Presso l’Auditorium del Conservatorio “A. Corelli” di Messina, nell’ambito della Stagione Concertistica “Riflessuoni”- Edizione 2018, fortemente voluta dal Direttore M° Antonino Averna e dal Presidente Giuseppe Ministeri, si è svolto il Concerto “Napule è” eseguito dall’ensemble strumentale formato da docenti e allievi del Conservatorio coadiuvati da qualche musicista esterno. Il progetto musicale è stato ideato e coordinato dal M° Francesco Maria Vadalà, docente presso lo stesso Istituto, che ha curato, in qualità di Compositore e Direttore d’orchestra, anche gli arrangiamenti dei brani più amati e famosi del repertorio classico napoletano, punta di diamante della canzone italiana e simbolo dell’Italia nel mondo. Ospite d’onore è stato il tenore Carmelo De Salvo, già docente presso il Conservatorio “F. Cilea” di Reggio Calabria, che ha riscosso vivi consensi dal pubblico. Gli altri interpreti che hanno dato vita a questa scintillante chermesse sono stati: Laura Paone (flauto), Ivano Biscardi (fisarmonica), Carlo Magistri (violino), Giuseppe Santamaria (contrabbasso), Pippo Adorno (batteria), Cristiano Ranieri (mandolino), Antonio Bellinghieri (tromba), Giuseppe Trimarchi (sax soprano); Claudio Vadalà, tecnico del suono, ha curato anche le suggestive proiezioni dei video e delle foto d’epoca che hanno accompagnato l’esecuzione dei brani. Il M° F. Vadalà ha impreziosito la manifestazione con un’attenta analisi storica sulla genesi della Canzone napoletana che risale al XII sec. ricordando, anche con curiosità e gustosi aneddoti, i più grandi compositori ed interpreti che nel corso del tempo hanno reso grande ed immortale Napoli: R. Carosone, A. Fierro, E. Caruso, R. Murolo, B. Gigli, G. Di Stefano, Totò, P. Domingo, L. Pavarotti, J. Carreras, A. Bocelli, M. Ranieri, Renzo Arbore, Lucio Dalla. Le delicate melodie focalizzano l’eterna dicotomia tra l’incanto del paesaggio naturale e l’oggettiva difficoltà della vita quotidiana che mette in affanno la vivace linfa vitale, che sostiene gli abitanti. Viene cantato l’amore con tutte le sue variegate sfumature, la freschezza e la spontaneità dell’ispirazione lasciano trapelare sentimenti contrastanti come tenerezza, amarezza, rimpianto, odio e desiderio, malinconia e gioia, dando vita ad un grande e suggestivo affresco. I ritmi serrati delle tarantelle hanno fatto spiegare le ali all’anima spumeggiante e briosa del popolo napoletano, che ha convinto ed ammaliato il pubblico in tutto il mondo. La serata ha avuto inizio con uno strepitoso pout-pourri dei brani più celebri, quindi sono stati eseguiti : “ O Sole mio,” “Reginella”, Funiculì Funiclà”, “Te voglio bene assaie”, “Malafemmena”, ”I’ te vurria Vasà”, “A Vucchella”, “Marinariello”…A conclusione della manifestazione il brano di Pino Daniele “Napule è”, interpretato dallo stesso M° Francesco Vadalà, ha creato una magica e commovente atmosfera. Indimenticabile, infatti, è la figura di Pino Daniele, che ha dato un volto nuovo alla musica napoletana con la sua tecnica compositiva, influenzata dal rock, dal jazz e vivificata dalla sua particolare vena passionale. Lo stesso artista ha voluto chiamare “tarumbò questo nuovo stile, per focalizzare la contaminazione dei ritmi della tarantella con il blues.