- la Redazione -
L' Importante Convegno sul” Significato storico del Cantenario della Vittoria” promosso dal ch.mo prof. Angelo Sindoni, storico con 200 pubblicazioni,ha avuto luogo nell'Aula Magna dell'Università degli Studi di Messina con relatori di chiara fama. Presenti Associazioni d'Arma, la Banda della”Brigata “Aosta”apprezzata nolto dal pubblico presente,:docenti dell'ateneo, universitari e studenti degli Istituti Superiori cittadini, Particolarmente interessanti risultavano le relazioni. Ne ricordiamo tra quelli programmati, quella del comm O.M.R.I.prof.Domenico Venuti, che nel porgere il saluto diceva tra l'altro:“ Ho il privilegio oggi di parlare di un momento importante della nostra Storia,, dei nostri eroi caduti della Grande Guerra, della Vittoria., Sebbene sia trascorso tempo i sentimenti dei nostri cuori non sono diminuiti.bensi cresciuti, Quale Consigliere Nazionale e Presidente Provinciale dell’Associazione Nazionale del Fante che si fregia di 650 Medaglie d'Oro al Valor Militare e dell'apprezzamento del Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella,accompagnato dalla prof.ssa Maria Teresa Prestigiacomo, nostra vice Presidente del Comitato Patronesse,giornalista dell' ord.naz.le giornalisti e critico d'arte transnazionale.
Avvertiamo la riconoscenza e la forte emozione che proviamo a distanza di anni ascoltando le note della leggenda del Piave..Note che esprimevano il profondo desiderio di essere italiani, una nazione orgogliosa e libera.ecco cosa volevano i Fanti Fu espresso dwai Fanti A riprova ricordiamo le parole della canzone Del Piave Il Piave mormorava calmo e placido al passaggio dei primi fanti il ventiquattro maggio; l'esercito marciava per raggiunger la frontiera. Il giorno della Vittoria riportò all’Italia Trento e Trieste congiungendo all’Italia Trento e Trieste rendendo ultimato il Risorgimento e l’indipendenza nazionale. Non dimentichiamo però i lutti e le sofferenze di quel particolare periodo storico. e al tempo stesso crediamo e auspichiamo sempre più la pace tra i popoli europei L’Unità d’Italia, l’indipendenza sono conquiste che devono essere difese. Onoriamo quindi i caduti della Grande Guerra, ricordando per cenni i profondi significati che vengono espressi attraverso i beni culturali, mi corre l’obbligo di rilevarli quale già docente di questa disciplina all’Università a Lugano, considerandone e ricordando l’apporto dell’UNESCO a Firenze per i suddetti. Ricordiamo che il fenomeno del dar vita ai monumenti ai Caduti della Grande Guerra aveva avuto luogo già prima dell’avvenuta conclusione della Guerra, cioè direttamente sul Campo di battaglia, infatti venivano messi su , tra i tanti le Tre Cime di Lavaredo, realizzati con materiale povero disponibile in trincea. Alla realizzazione di monumenti dignitosi si evidenzia la sollecitazione del Ministero della Pubblica Istruzione retto da Benedetto Croce..Sorgono anche quelli architettonici, si ricordano quello di Galbiate, come quelli di Como, e quello Giuseppe Terragni ai Caduti di Erba, considerato come il Monumento architettonico più bello d’Italia. Non dimentichiamo le epigrafi, le lapidi e i parchi delle rimembranze. veri e propri monumenti vegetali nei quali ogni albero piantato ex-novo dopo la guerra riportava i nomi.dei Caduti. Abbiamo il dovere quindi di dare ai soldati di quella guerra il posto che meritano nella costruzione ripeto di un'Italia libera e unita e al tempo stesso animata da un anelito di pace tra i pli europei.Nel manifestare la più viva gratitudine e l’apprezzamento più sentito al ch.mo Prof. Angelo Sindoni, già illustre Prorettore del nostro Ateneo e Maestro storico,Membro di Merito della nostra ”Associazione Nazionale del Fante, per l’organizzazione dell’incontro odierno, con una finalità nobilissima, quella di onorare i Caduti e di sollecitare alla conoscenza dei nostri giovani le drammatiche vicende che “i giovani di allora” ebbero soffrendo con dignità presentandoci eroiche gesta.Onoriamo tutti i caduti della Grande Guerra.
Viva l'Italia!