- di Maria Teresa Prestigiacomo -
La premiére del film “Il Pittore e la Santa”di Biagio Cardia del quale abbiamo più volte parlato, coincide con una grandiosa mostra dedicata ad Antonello, a Milano.Segno, questo, dell'attenzione rivolta ad un maestro dell'arte che insegui' e realizzo' i suoi sogni, pur a distanza di migliaia di chilometri, dai luoghi strategici in cui nasceva la grande ricerca delle nuove tecniche artistiche. Oggi, desideriamo parlare dei luoghi di Antonello e la Santa Eustochia ( il titolo del film è Antonello e la Santa).
Nacquero a Messina nella stessa zona,chiamata Sicofanti (oggi via XXIV maggio) a pochi anni di distanza l’uno dall’altro. Antonello da Messina nel 1430; Smeralda Cofino - al secolo Santa Eustochia - nel 1434.
Compagni di giochi? Amici fin dall’infanzia?
Probabile!
Partendo da questa suggestiva ipotesi il film “Il pittore e la Santa: Antonello e santa Eustochia” scritto da Nino Giordano e diretto da Biagio Cardia (con la collaborazione di G Majolino), intende porre all’attenzione degli spettatori la vita del più grande pittore siciliano del quattrocento, Antonello da Messina, orgoglio della nostra Messinità - seguendo la sua vita in parallelo a quella di Santa Eustochia
fin da ragazzo, Antonello vuol fare il pittore: non cede all’insistenza del nonno che lo vedrebbe alla guida della sua attività mercantile; né del padre che vuole che prosegua la sua attività di scalpellino.
Estroverso, egli si dibatte tra l’aspirazione ad esplorare nuovi territori di conoscenza nel campo della pittura ad olio e il suo legame viscerale con Messina; tra le intriganti offerte di lavoro fuori dalla Sicilia e la profonda nostalgia per la città dello Stretto.
Carattere molto riservato,quello di Suor Smeralda, al secolo Santa Eustochia: la fondatrice dell’ordine delle Clarisse a Messina.
Il film accompagna lo spettatore nei momenti più importanti della vita dei due protagonisti: la fanciullezza, con i loro sentimenti e i loro giochi; la giovinezza con le scelte di vita e gli ostacoli “familiari” da superare; la maturità: con Antonello, ormai padrone della nuova arte della pittura ad olio; con Santa Eustochia che nel monastero di Montevergine, riconduce le sue consorelle all’autentico spirito francescano.
E’ così che si possono cogliere tratti comuni alle due esperienze di vita: simbologie pittoriche che si ricollegano ai loro giochi fanciulleschi; ambientazioni di forte richiamo evangelico quali la Crocifissione , l’Annunciazione; e il quadro dell’Annunciata del palazzo Abatellis di Palermo: anello di amicizia tra i due e tematica centrale del film.
In forma di fiction- in una miscellanea di colori, atmosfere, ambientazioni paesaggistiche ( come la località Pantano a Rometta; il porto di Messina, la chiesa di Santo Stefano di Salice e la presunta tomba di Antonello da Messina, a Santa Maria di Gesù Superiore di Ritiro) e con una sentita e nutrita partecipazione di un cast di oltre 40 persone, tra attori,scenografi, costumisti e fotografi - “Il pittore e la Santa” offre uno spaccato di vita del ’400 in Sicilia, proponendo - al di là del tempo e dell’importanza dei due protagonisti - la forte determinazione di due giovani nel perseguire le loro scelte di vita, ribelli al volere delle loro famiglie di origine.
Felici di poter trasmettere - in ogni momento della loro vita - il profondo amore per l’insegnamento di S. Francesco d’Assisi. Nino Giordano scenografo e Biagio Cardia regista hanno risposto così alla nostra intervista.