- di Alessandro Fumia -
La favola si è abbattuta sulla storia rendendo la trama avvincente. L'argomento più gettonato dai movimenti indipendentisti siciliani in chiave storica, non vi è dubbio alcuno è il presunto oltraggio patito dalla Sicilia, quando Ferdinando I di Borbone secondo queste frange, istituirà per la prima volta il regno delle due Sicilie. Mai, si afferma da quella parte, il glorioso regno di Sicilia fu politicamente "sporcato" da quando l'anno 1130 Ruggero II il normanno l'ebbe istituito. Non esiste menzogna più grande di chi la costruisce dovendosi confrontare con la storia. La politica che manipola la memoria rappresenta il punto più basso raggiunto dalla civiltà contemporanea. Il famoso regno delle due Sicilie ne è l'esempio più grande. Dopo la crisi politica scaturita dalla dominazione napoleonica, in Europa si fa strada la pace. Per raggiungere questa condizione di fratellanza fra i popoli, i vincitori di allora, pensarono di restaurare quel mondo perduto, sconvolto dalle idee di quella generazione che aveva disseminato fra i popoli europei la zizzania. Attraverso il congresso di Vienna 1812, si farà avanti il diritto della restaurazione. Si scelse la via più corta uniformando le monarchie al tempo storico antecedente la comparsa di Napoleone Bonaparte, per accontentare tutte le teste coronate. Cosa era accaduto di così grave nell'antico regno fondato da Carlo di Borbone? Una iattura politica. A Napoli si insedierà il cognato di Napoleone Gioacchino Murat, introducendo fra le varie novità, la restaurazione dell'antico regno delle due Sicilie perpetrata la prima volta dal sovrano d'Aragona Alfonso il Magnanimo, il quale impossessatosi del regno di Napoli nel 1443 cacciando gli Angiò, unirà in un solo regno i vecchi feudi di Napoli e di Sicilia con il motto "utriusque Siciliae"
«Alfonso V de Aragon, conseguio à despecho de la segunda casa de Anjon, que le disputabas a Napoles, efectuar la reunion de las dos coronas, y renovò el reino de las dos Sicilias».
Illustrazione 1: Stemma Ferdinando II detto il Cattolico, come re del Regno delle due Sicilie (1505 - 1516)
In pieno quattrocento su iniziativa di un sovrano innovatore, si verificò il tentativo di saldare la politica spagnola a quella francese nonché, ai rispettivi interessi in Europa. Progetto questo che era destinato a non riuscire, per l'ingerenza della chiesa di Roma che non amava il partito aragonese, spingendo per il ritorno delle armi francesi al fianco di Roma in Italia. Affinché questo progetto continuasse sulla base costruita dalla corona aragonese, dopo la morte di Alfonso V, i suoi discendenti erano portati a coltivarne l'idea. Invece, fin dai primi anni dalla sua morte, si crearono i primi distinguo.
«Però quando (Alfonso) murio, hubo nueva separation, y una linea bastarda de la casa de Aragon poseyò a Napoles, en tanto que la linea legitima reinaba en Sicilia; por ultimo, en 1504, Fernando el Catolico volvio a reunir los dos reinos, y esta vez, la union durò hasta la estincion de la casa austro-espanola».
Era accaduto nell'Italia meridionale, che il regno aragonese dopo la morte del Magnanimo si spaccasse di nuovo in due parti, seguendo la strada di due linee dinastiche. In Napoli regnava una linea bastarda essendo il figlio di re Alfonso, Ferdinando, concepito con l'amante Margherita Fernández de Hijar. Il ramo di Napoli fu governato da Ferrante I, mentre il ramo siciliano consanguineo ad Alfonso, fu governato da suo fratello, sotto le insegne di Giovanni II d'Aragona.
Sarà quest'ultimo, che nel 1460 porterà la Sicilia ad essere unificata al regno d'Aragona, creando nuove rivoluzioni all'interno dell'isola. Accadde che con l'ascesa di Fernando II detto il cattolico, il trono di Sicilia fu congiunto per la seconda volta al trono di Napoli; investitura avvenuta a Napoli l'8 marzo 1506 sotto le insegne del Regno delle due Sicilie. Dunque dopo Alfonso di Trastamàra detto il Magnanimo, Ferdinando il Cattolico recupererà le insegne del trono del Regno delle Due Sicilie. Non fu questa l'ultima volta che un sovrano aragonese in linea di discendenza da Federico III re di Sicilia ed Eleonora D'Angiò, realizzerà sotto le insegne di un Regno delle due Sicilie, il tentativo di tenere insieme i territori dell'Italia meridionale con la Sicilia.
Illustrazione 2: Pezza d'onore di Gioacchino Murat come sovrano del Regno delle due Sicilie
Accadrà al tempo di Vittorio Amedeo 1721, per la terza volta, restaurando le riunione di entrambi gli stati meridionali sotto le insegne dell'Austria.
«La paz de Utrecht (1713) diò la Sicilia à Victor Amedeo, y Napoles con la Cerdena pasò a poder de Austria: però 1720, Victor Amedeo permutò la Sicilia volverion a reunirse, primero en favor de Austria (1721)».
Così come era accaduto in passato, cambiata la politica cambiarono gli intenti. Trascorso il tempo in cui Carlo VI d'Asburgo regnava legittimamente sopra il "Regno delle due Sicilie" con la discesa in campo di Carlo di Borbone, i due stati, di Napoli e di Sicilia furono di nuovo separati. Fino a quando, la Francia di Napoleone rivolgendosi al passato, e instaurando l'impero, ripercorrerà le strade nobiliari sotto le insegne dell'antico Delfinato francese (Angiò) attribuendosi le insegne reali di un trono, per la quarta volta restaurando il Regno delle due Sicilie.
Decreto napoleonico del 10 settembre 1808. Il Ministro degli Affari Esteri di Napoli comunica all'Incaricato delle Relazioni Estere in Milano la proclamazione di Gioacchino Napoleone, Grand'Ammiraglio dell'Impero francese, a sovrano del Regno delle due Sicilie.
Illustrazione 3: Stemma del Regno delle due Sicilie 1816