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UN PROGETTO ANDATO FELICEMENTE IN PORTO

- La Redazione -

Si è concluso ieri nella splendida Sala della Borsa della Camera di Commercio di Messina, gentilmente concessa dal presidente, dott. Ivo Blandina, il lungo percorso che ha visto impegnati in una serie d’incontri culturali sulla “Resilienza delle due città dello Stretto”, a 110 anni dal terremoto - maremoto del 1908, i soci dell’Associazione “Cento Messinesi per Messina 2008”, il Comune di Messina, il Dipartimento Architettura e Territorio dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, alcuni docenti dell’Università di Messina nonché i Dirigenti scolastici, i docenti e gli alunni di alcuni Licei e Istituti di Istruzione Superiore di Messina e Reggio Calabria.

La locandina prevedeva, dopo i saluti delle autorità, brevi interventi dei relatori (Prof. Marzio Lo Curzio e Prof. Giuseppe Fera dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria) e “Quesiti e proposte dei giovani”.

La dott.ssa Rosita Lereley Borruto ha portato i saluti del CIS Centro Internazionale Scrittori della Calabria, di cui è presidente, comunicando che, per sopraggiunti, imprevisti problemi gestionali, gli alunni del Liceo Scientifico “L. Da Vinci” di Reggio non erano potuti giungere al convegno messinese. La preside del Liceo Classico “La Farina”, prof.ssa Giuseppina Prestipino, si è detta lieta di partecipare all’evento.

Il Prof. Lo Curzio ha offerto agli studenti un’ampia, dettagliata relazione sui successi effettivi e sui problemi ancora aperti in ordine alla ricostruzione e al restauro del patrimonio architettonico e artistico delle due città dello Stretto. Il Prof. Giuseppe Fera ha illustrato, sinteticamente ma efficacemente, il ruolo centrale dello Stretto dalle origini greche di Reggio e Messina fino alla scoperta dell’America, la successiva «perdita di centro» fino al terremoto del 1908 e l’attuale situazione di stallo, se non di recessione (che penalizza soprattutto i giovani), da cui le due città possono tuttavia risollevarsi «mettendo insieme le risorse che abbiamo, in primis i porti».

Chi ieri ha partecipato all’incontro finale ha quindi potuto ammirare la sagacia e la volontà di partecipazione degli studenti (due del “Verona-Trento” hanno presentato, con grande proprietà di linguaggio, il Robot che hanno costruito con i compagni sotto la guida del loro professore; un altro studente dello stesso Istituto ha fatto acute e limpide osservazioni sulla «complessità» della situazione economica di Messina e sul «senso di appartenenza che difetta in città»; due ragazze e un ragazzo del “Basile” sono intervenuti con osservazioni puntuali a proposito della difficile condizione giovanile in riva allo Stretto; uno studente della IV C dello “Jaci” ha evidenziato, con chiarezza di idee e precisione lessicale, le sue perplessità di studente interessato al marketing e orientato a trasferirsi in una Università del Nord per avere maggiori possibilità di lavoro).

Nel rispondere agli studenti, il Prof. Lo Curzio ha invitato tutti a visitare i restauri di San Placido Calonerò, esortando gli studenti a non essere «troppo pessimisti», perché «le risorse ci sono»; il Prof. Josè Gambino, che coordinava i lavori, ha ricordato che la Sicilia è «la parte del mondo più ricca di beni culturali», il Prof. Fera ha dichiarato di essere d’accordo con lo studente che aveva lamentato la mancanza di senso di appartenenza tra i giovani (e non solo tra i giovani), aggiungendo: «bisogna riscoprire l’orgoglio di essere messinesi»; il Prof. Giuseppe Rando ha detto di essere meno pessimista, dopo avere sentito i discorsi dei giovani, l’ing. Antonio Rizzo, in rappresentanza del Sindaco, ha incoraggiato gli studenti a resistere, garantendo che «le opportunità ci sono: vanno ricercate e coltivate»; il prof. Pietro Chillé, nell’esortare i giovani a impegnarsi sempre per il bene comune, ha amaramente notato che manca a Messina un monumento ai numerosi soccorritori di tutte le nazioni che hanno aiutato Messina e Reggio dopo il terremoto del 1908; il Prof. Giuseppe Restifo si è rivolto cordialmente ai giovani esortandoli a essere consapevoli del nuovo e del positivo che c’è nella società e a non desistere mai dall’impegno.

Uno splendido esempio di interazione, insomma, tra amministratori, professori e studenti: c’è da bene sperare a Messina.

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