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- DALLA RUSSIA CON AMORE - UN EVENTO CULTURALE PER I 111 ANNI DEL TERREMOTO DI MESSINA

- Di Giuseppe Messina -

   L’Associazione Culturale “Spazio teatro Europa 94”, presieduta dal messinese attore-regista di cinema e teatro Nico Zancle, ha organizzato un magnifico evento culturale nella ricorrenza del gravissimo terremoto di Messina avvenuto nella notte del 28 dicembre 1908.

   La manifestazione, ben riuscita, in omaggio alla comunità russa per il suo primo eccezionale soccorso durante il grave evento tellurico che ha distrutto la città dello stretto, si è svolta nel “Salone delle Bandiere della Comunità Europea” sito nel “Palazzo Zanca” sede del Comune di Messina.

NICO 1

   Per celebrare la grande letteratura russa, oltre Nico Zancle, Silvana Paratore e Gaetano Gemelli, che hanno interpretato “Una domanda di matrimonio” di Anton Cecov, hanno partecipato, Giovanni Giuffré, che con lo stesso Nico Zancle ha interpretato “Il canto del cigno” di Anton Cecov, Francesco Rigano, Cecilia Laganà e Argentina Sangiovanni, hanno interpretato un brano de “I fratelli Karamazov” di Fiodor Dostoiovskij. Hanno dato il loro contributo professionale anche: Renato Di Pane e Franz Franciò, che hanno interpretato rispettivamente le poesie “Anima tua” di Fedor Tjutcev e “Per la stanchezza” di Majakovskij. Ma non sono mancati altri pregevoli interventi di personaggi del mondo della cultura, come quelli del. Prof. Giuseppe Rando che ha parlato della letteratura russa e della sua importanza, Giuseppe Sturniolo che ha letto la poesia “La blusa del bellimbusto” di Majakovskioj; Ruslava Kustusik ha letto “Poesia” di Marina Cvetava. Altri lettori di poesie di autori russi sono stati: Giovanna Sculco, Viviana Guerra, Nino Minutoli, Salvatore Celano, Domenica Iero, angelo De Marco e Antonino Bevilacqua. Al sottoscritto è toccato leggere “La Partenza”, una poesia di Boris Pasternak, il poeta che era solito dire: «L'arte è nell'erba e bisogna avere l'umiltà di chinarsi a raccoglierla», l’autore dell’unico romanzo della sua produzione letteraria “Il dottor Zivaco”

NICO AL MICROFONO

C’è una significativa frase, tratta da questo suo romanzo: «Vivere significa lanciarsi sempre in avanti, verso qualcosa di superiore, verso la perfezione, lanciarsi e cercare di arrivarci.» e Boris Pasternak c’è riuscito. Da questo capolavoro della narrativa novecentesca, nel 1965 sarà tratto il film omonimo di successo diretto da David lean, con Omar SharifJulie ChristieGeraldine Chaplin,                                               Alec GuinnessRod Steiger ed altri.
 

   Il romanzo fu rifiutato dall'Unione degli Scrittori che ai tempi del regime bolscevico-stalinista non poteva permettere la pubblicazione di un libro che, fortemente autobiografico, raccontava i lati più oscuri della “Rivoluzione d'Ottobre. L'opera, bandita dal governo, fu causa per l'autore di persecuzioni intellettuali da parte del regime e dei servizi segreti che lo costrinsero negli ultimi anni della sua vita alla povertà e all'isolamento. Ad ogni modo il manoscritto riuscì a superare i confini sovietici e il libro, nel 1957, fu pubblicato per la prima volta in Italia, tra molte difficoltà, dalla Giangiacomo Feltrinelli Editore in una edizione diventata poi storica, di cui subito parlò il critico letterario Francesco Bruno.

NICO E IL PUBBLICO

   Il libro si diffonderà in occidente e nel giro di pochissimo tempo, tradotto in più lingue, diventerà il simbolo della testimonianza della realtà sovietica.

   Nel 1958, per Il dottor Živago, fu a Pasternak il Premio Nobel per la letteratura. Proprio l'assegnazione del premio scatenò una vicenda mai registrata prima che vide il coinvolgimento dei servizi segreti occidentali. Infatti il regolamento dell'Accademia Svedese, ente designato a scegliere il vincitore del Premio Nobel per la letteratura, prevede che per ottenere il riconoscimento, l'opera in questione debba essere stata pubblicata nella lingua madre dell'autore, requisito che il romanzo di Pasternak non aveva. Pertanto, a pochi giorni dall'assegnazione del premio, un gruppo di agenti della Cia e dell'intelligence britannica riuscì ad intercettare la presenza di un manoscritto in lingua russa a bordo di un aereo in volo verso Malta. Obbligarono così l'aereo a deviare, per entrare in possesso, momentaneamente, del manoscritto che, fotografato pagina per pagina, fu precipitosamente pubblicato su carta con intestazione russa e con le tecniche tipografiche tipiche delle edizioni russe. Questo lo stratagemma per consegnare il capolavoro perseguitato alla verità e al merito del Premio Nobel.

RANDO MESSINA PARATORE ETC

   Dapprima Pasternak inviò un telegramma a Stoccolma esprimendo la sua gratitudine attraverso parole di sorpresa e incredulità. Alcuni giorni più tardi, in seguito a pressanti minacce e avvertimenti da parte del KGB circa la sua definitiva espulsione dalla Russia e la confisca delle sue già limitatissime proprietà, lo scrittore con rammarico decise di comunicare all'organizzazione del prestigioso premio la sua rinuncia per motivi di ostilità del suo Paese. Pasternak rifiuta così la fama, il denaro del premio e il riconoscimento che avrebbe trovato all'estero per non vedersi negata la possibilità di rientrare nell'URSS. Da allora trascorrerà il resto dei suoi giorni senza aver ritirato il premio e comunque perseguitato. Morirà due anni più tardi in povertà a Peredelkino, nei dintorni moscoviti, nel 1960, (non aiutato da chi, vergognosamente, in Italia e in altre nazioni si arricchiva con la vendita del suo romanzo)

   Il romanzo fu pubblicato legalmente in Russia solo nel 1988, nel periodo di riforma dell'Unione Sovietica promosso da Gorbačëv, e sarà il figlio dell'autore Evgenij che si recherà in Svezia nel 1989 per ritirare il  premio spettante al padre 31 anni prima. Evgenij, che ha dedicato la vita alla memoria del padre pubblicando tra l'altro un'edizione critica in undici volumi dell'Opera Omnia e ripercorrendo il percorso esistenziale che aveva portato lo scrittore alla conversione cristiana. Evgenij Borisovič Pasternak è morto a Mosca il 31 luglio 2012, all'età di 88 anni.

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