- di Maria Vadalà -
La Parrocchia “Santa Maria dell’Arco” di Messina Centro Polifunzionale “Magnificat” il 2 gennaio ha proposto presso la Chiesa di Porto Salvo un Concerto per Canto e Pianoforte. Il parroco Monsignor Letterio Gulletta ha presentato il programma immaginato sulla magica tematica del “Sogno”. lnterprete d’eccezione è stata la giovanissima Amalia Santamaria che si è diplomata con il massimo dei voti presso il Conservatorio “A. Corelli” sotto la guida del soprano Luisa Pappalardo, si è perfezionata con i maestri Corrado Caruso e Desirée Rancatore ed ha poi partecipato a numerose masterclass con esponenti del panorama operistico italiano. Svolge attività concertistica spaziando fra i diversi repertori operistici e cameristici riscuotendo vivi consensi della critica.
E’docente presso il Liceo Musicale di Siracusa e, avendo conseguito anche il Diploma di Contrabbasso, ha fatto parte dell’organico di varie Orchestre Sinfoniche. Al pianoforte il valente Maestro Salvatore Messina, artista noto nel panorama musicale della nostra città per la sua versatilità. Si è diplomato cum laude presso il Conservatorio “A. Corelli” allievo della Prof.ssa Caterina Ferrera. A Lausanne si è perfezionato con il M° Fausto Zadra e svolge con successo una intensa attività concertistica sia in formazioni da camera sia come accompagnatore dei cantanti lirici. E’ Maestro Sostituto presso E.A.R. Teatro Vittorio Emanuele ed è titolare della Classe di Accompagnamento pianistico presso il Conservatorio “A. Corelli”. Il Concerto si è aperto con la delicata “Wiegenlied” (Ninna Nanna) di Johannes Brahms. Dall’opera “Il Corsaro” di Giuseppe Verdi è stata quindi eseguita l’aria più famosa “Non riede ancora…Non so le tetre immagini” e la Santamaria, accompagnata in modo impeccabile dal M° Messina, ha ben interpretato l’ansia e l’inquietudine della protagonista con una intensa espressività sia della voce che del viso. Nell’aria “Chi il bel sogno di Doretta” dell’opera pucciniana “La Rondine” è stata ben caratterizzata l’idea del compositore di ricreare lo spirito dell’operetta viennese.
L’aria “Caro nome” dal “Rigoletto” di Giuseppe Verdi, con degli acuti limpidi e perfetti nell’intonazione, ha suscitato il plauso del pubblico. La seconda parte del Concerto si è aperta con il delicato brano “Sogno” di F. Paolo Tosti, seguito poi dall’aria del “Guglielmo Tell” di Gioachino Rossini “Ils s’éloignent enfin…sombre forêt”, in cui il canto delicato con un disegno melodico ampio e fluttuante tratteggia l’incanto della foresta illuminata dalla luna. Con l’aria “O mio babbino caro”, dal “Gianni Schicchi” di Puccini, il soprano ha delineato con eleganza il desiderio di Lauretta e la sua preghiera sofferta quando si inginocchia davanti al padre. Ultimo brano in scaletta di Adolphe Adam “Le Cantique de Noël”, Canto natalizio composto nel 1847 nel quale viene ricordata la nascita di Gesù bambino. L’eccellente performance si è conclusa con un bis “Ave Maria” eseguita sulle vibranti note dell’Intermezzo della “Cavalleria rusticana” di Pietro Mascagni.