- di Maria Teresa Prestigiacomo -
"Come scrittore, non posso fare a meno d'immaginare, l'ho sempre fatto con assiduità, rigore, scrivendo ovunque: chiusa in macchina, in treno, in aereo, a volte anche camminando per strada, uscendo a volo il taccuino, sospesa dal mondo, risucchiata in un tempo privato dettato dal narrare.
Ora questo tempo è tanto, le idee s'accrescono, le voci nella testa si moltiplicano in emozioni che stordiscono, distruggono, esaltano, sfiniscono.
C'è chi muore senza morire.
Resisto e impugno per stiletto la penna.
Sono sempre stata abituata alla solitudine dell'invenzione necessaria a far volare un aquilone nell'equilibrio delle correnti. Ora in questo tempo isolato, l'istinto è quello di riavvolgere il filo, serrare il rocchetto in un pugno, dire all'aquilone che il tempo dei giochi è sospeso. Manca la terra dove correre, mancano le persone in viaggio, manca l'applauso al teatro della vita che brulica di vita.
Stanotte le case sono spente e non si dorme. Lina Maria Ugolini