- di Maria Teresa Prestigiacomo -
Christo era un genio alla Dalì, come pochi lo siano; aveva avuto il coraggio di pensare di avvolgere fontane a Piazza della Concordia, a Parigi e il suo ultimo progetto di “incartamento” totale dell’Arco di Trionfo, di Parigi, avrà luogo ugualmente,nel settembre ottobre 2021, come progettato, in precedenza, rendendo il giusto tributo al genio della follia creativa. Non ci dilunghiamo sui suoi progetti grandiosi ma ne ricordiamo uno, il più recente: il ponte-passerella sul lago d’Iseo che Christo Yavachev e la moglie Jenne Claude Denat de Guillebon ( statunitense, ormai, come l’artista ma di Gabrovo, Bulgaria, lui e di Casablanca, lei) avevano progettato e realizzato con enorme successo, come pure Porta Pinciana a Roma ed il Pont Neuf di Parigi. Jeanne Claude muore per aneurisma cerebrale nel 2009, ma Christo, continua, da Soho (nel suo ricordo) i suoi progetti grandiosi che restano sino a noi. Cosa significava questo ricoprire importanti fontane e monumenti grandiosi? A mio avviso, da critico, al di là della follia dell’artista (che è dei geni della scienza) ”l’incartare” ed occultare monumenti e ponti, serviva a Christo per farne rinverdire la memoria storica, per farne prendere coscienza, consapevolezza dell’importanza di quel monumento o di quella fontana. Christo, nel mascherare, auspicava che il ponte o l’Arco di Trionfo, potesse riprendere, acquisire un maggiore interesse e potesse suscitare ulteriore curiosità nella gente, riscattando, quindi, la subalternità della distrazione del passante, esaltandone, pertanto, pienamente, la memoria storica, soprattutto tra i giovanissimi, sempre più distratti.