-Di Giuseppe Messiona-
“Volevo gli occhi blu”, un monologo di Angela Matassa, diventa “Io, Me” un interessante adattamento teatrale di Francesco Coglitore che lo ha anche diretto. Un’operazione riuscita benissimo, non soltanto per la professionalità del regista, ma anche per la magistrale interpretazione dell’attrice Rosemary Calderone, ancora una volta insuperabile e la bravura straordinaria di Alessandro Santoro che, con la complicità di uno specchio sono riusciti ad essere veramente convincenti tanto da rapire fortemente l’attenzione del numeroso pubblico presente che non si è risparmiano nell’applaudire.
La messa in scena è stata realizzata nella piazza sotto la suggestiva torre del castello di Santa Lucia del Mela in Provincia di Messina, concessa per l’occasione dall’Amministrazione Comunale del sindaco Matteo Sciotto.
La storia è quella del giovane Giulio che una mattina si sveglia e scopre di avere il corpo di una bellissima donna e, compiaciuto di tanta avvenenza, intanto che spera di ritornare nella normalità, si chiede come possa essere possibile una tale trasformazione e cerca di capire come e perché possa essere successo, ma, naturalmente non trova alcuna risposta. Lo scopo, anzi la provocazione dell’autrice è riflettere e fare riflettere proprio sul corpo dell’uomo e della donna e del significato più recondito: una divertente indagine sul maschile e sul femminile messi improvvisamente a confronto, vantaggi e svantaggi dell’uno e dell’altro sesso. Ed ecco che, dalle riflessioni, dal dialogo che il personaggio ha con se stesso, emergono gli interrogativi, i desideri, le speranze, le paure e le fragilità. È un’alternarsi di disperazione e curiosità: una tale metamorfosi può essere una risorsa o un problema? L’occasione per una nuova vita o una condanna?
Certamente si tratta di un monologo originale che sbocca in momenti di comicità controllata, grazie alla capacità di Francesco Coglitore che, intorno all’opera di Angela Matassa, ha saputo costruire una interessante storia, con l’introduzione del personaggio maschile e dello specchio, anch’egli protagonista. Pirandellianamente potremmo intitolare il testo “Tre protagonisti in cerca della propria identità”.
Una messa in scena degna di un professionista veterano che spazia tra cinema e teatro, non soltanto come regista, ma anche come autore e attore.
Coglitore è nato a Messina nel 1956 dove si è laureato in Giurisprudenza, ma al di là di ciò, egli è un personaggio straordinario che opera con grande passione e, certamente, da questo deriva la sua competenza che gli dà tanta soddisfazione nell’ambito della creatività artistica.
Per quanto riguarda gli interpreti: Alessandro Santoro è un 36 enne che da tempo calca le scene teatrali e cinematografiche con grande impegno diretto da diversi registi come Nicola Calì, Antonello Gargano, Domenico Cucinotta, Tiziana Frascarini, Salvo Grasso, Nicola Bambare e tanti altri.
Dulcis in fundo, ecco la protagonista: Rosemary Calderone che, come si ha avuto modo di riferire in altri interventi non è soltanto insuperabile, ma anche bellissima e, naturalmente, ciò non guasta. Lei è l’interprete adatta e pronta a tutti i ruoli teatrali, televisivi e cinematografici, come ha sempre dimostrato interpretando personaggi drammatici e brillanti con grande facilità da vera attrice competente e coraggiosa di fronte a qualsiasi avventura artistica. Ciò a vanto di chi le è stato maestro e l’ha saputa capire e plasmare nel duro lavoro di interprete: sì di interprete, perche ella non recita, ma interpreta sapientemente entrando nel personaggio da rappresentare, e lo ha dimostrato benissimo anche in “Io, Me”, in cui ha vestito i panni di Giulio-Giulia, un lavoro non certo facile.