Lo straordinario culto di cui è fatta oggetto la Madonna Santissima di Dinnammare ha fatto sì, nel corso dei secoli, che ad Ella venissero tributati tre giorni di solenni festeggiamenti che si svolgono dal 3 al 5 agosto di ogni anno fra Larderia e il Santuario sul monte.
Questa grande venerazione è ben nota alle autorità religiose, tanto che i121 novembre 1996, con il consenso dell'allora Arcivescovo di Messina Mons. Ignazio Cannavò, la PAENITENTIARIA APOSTOLICA, su mandato del compianto Papa Giovanni Paolo II, concesse il privilegio di lucrare una `Particolare Indulgenza', impartita dal parroco di Larderia e rettore del Santuario sac. Domenico Rossano, ai fedeli che si fossero recati a pregare presso il Santuario di Dinnammare nei giorni: 1° maggio, dal 3 al 5 di agosto, la prima domenica di settembre e l'8 dicembre, festa dell'Immacolata.
L'Indulgenza poteva essere lucrata in qualsiasi momento da tutti i fedeli che si fossero recati a pregare in gruppo sia al Santuario, sia presso l'altare della Madonna sito nella chiesa parrocchiale. La concessione fu valida fino al 2003. Come si può ben notare Larderia ha avuto concesso il Giubileo assai prima di quello generale proclamato dallo stesso Pontefice in occasione dell'avvento del terzo millennio.
I festeggiamenti iniziano nella notte tra il 3 ed il 4 agosto con una solenne S. Messa celebrata nella stracolma chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista. Dopo la funzione il quadro viene accompagnato, con una seguitissima processione che attraversa i due abitati di Larderia, fino alla contrada S. Biagio; da qui il quadro parte per il monte tra l'ovazione dei fedeli. Per tutta la giornata e la nottata successiva il quadro resta nel Santuario, ove vengono celebrate in continuazione delle sacre funzioni. Nelle prime ore del 5 il quadro viene riportato a valle e viene deposto nella piccola chiesa di S. Biagio, sita nella parte alta del torrente Larderia.
Sul far della sera viene posto sulla monumentale vara, addobbata di fiori bianchi, partita dalla chiesa parrocchiale e trasportata da numerosi forti portatori, che 8 alla volta si danno il cambio sotto le grosse assi di sostegno. Un componente il comitato ne comanda la partenza e la sosta con due colpi di martelletto battuti su una piastra metallica posta su un ripiano della macchina. Abbiamo chiamato macchina la `vara' in quanto essa è costituita da due parti indipendenti: il piedistallo, che costituisce la vara vera e propria, e la `macchinetta' soprastante, incernierata a quello.
In passato, una volta in chiesa, la `macchinetta' in cui è inserito il quadro veniva disancorata dalla vara e, sollevata mediante una carrucola, veniva deposta nell'apposito vano dell'altare della Madonna. In un trave del soffitto prospiciente all'altare è ancora visibile la boccola a cui veniva fissata la carrucola. Le cerniere permettevano anche la rimozione della macchinetta nei tratti in cui la processione percorreva dei bassi sottopassi, la cui altezza non consentiva il passaggio della grande macchina.
La monumentale vara, restaurata dalla parrocchia nel 2001 sotto la direzione della Soprintendenza ai BB.CC.AA. di Messina, è stata costruita dal prof. Saccà nel 1892 per l'ammontare complessivo di Lire 750. La vara, di stile barocco, è costituita da due ripiani sorretti da quattro gambe ricurve a forma di angeli. Essa pesa circa 700 kg a vuoto, mentre sfiora gli 800 chili quando vi si installano i grossi accumulatori, necessari per l'illuminazione durante la processione.
La `macchinetta' è di costruzione più remota, probabilmente settecentesca; lo comprova il restauro effettuato nello stesso 1892; in quella occasione venne sborsata "per rinnovazione della `indoratina della macchinetta' della Madonna della Neve"', la somma di Lire 100. La macchinetta è un telaio con cornici modanate, i cui montanti sono supportati da due colonnine semiconiche lisce sormontate da capitelli scolpiti che sorreggono una cimasa trabeata; sulla sommità erano due angioletti in legno magistralmente scolpiti, reggenti una corona su un tondo scolpito in cui è raffigurante una colomba simbo¬leggiante lo Spirito Santo. Gli angioletti originali sono purtroppo stati trafugati dopo il recente restauro.
La solenne ed affollatissima processione, accompagnata da batterie di giochi d'artificio, canti liturgici e brani bandistici, si conclude a tardissima ora quando, dopo una suggestiva serie di danze sul sagrato che comporta un ulteriore sforzo dei portatori, la vara viene deposta nella chiesa parrocchiale di Larderia Inferiore. La festa si conclude con un fantasmagorico spettacolo pirotecnico.
Filippo Occhino
Dal libro "Larderia nella memoria" Isolana Edizioni Di Nicolò Messina
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