- di Maria Teresa Prestigiacomo -
Pur interessandomi della sezione arte e Letteratura, non potevo non scandagliare il tema della pericolosità delle proposte dei socials, considerati gli accadimenti dei giorni scorsi, in cui una bambina di dieci anni ha perso la vita per un "gioco d' azzardo" sui socials. Abbiamo interpellato la dott.ssa Argentina Sangiovanni, criminologa psicopedagogista e docente:
"Cambieranno le norme di utilizzo dei social, diventeranno più severe, più stringenti, cambierà l'uso dei Devices e la percezione del loro valore; ma la verità é che quello che é successo ai genitori della piccola Antonella, la bambina palermitana di 10 anni, morta dopo quella che é stata definita una "sfida di soffocamento", una presunta challenge che l'avrebbe portata alla morte, potrebbe capitare a tutti. L'uso dei social è inibito per legge agli under 14, salvo in alcuni casi, sotto il controllo dei genitori. In questo momento, sentiamo tutti il bisogno di difenderci dal male , identificando nel mezzo(il cellulare), in questo caso il diabolico potatore di morte. É legittimo pensare che a noi non capiterà mai una tragedia simile, la sfida, il gioco, la messa alla prova virtuale o reale, on line-off line, può mettere il minore in condizione di pericolo, sempre.
Pensiamo ad es.ai fratellini di Gravina di Puglia, Ciccio e Tore. Secondo una vulgata credibile, i bambini si sarebbero trovati in compagnia di altri coetanei e sarebbero precipitati in un pozzo per una sorta di gioco. E non é il solo caso, negli anni 80 si demonizzavano i cartoni animati, con supereroi in grado di volare, e quanti bambini hanno cercato di emularli gettandosi dalla finestra.Non servono le condanne, bisogna unirsi in un sol fronte, responsabile, intelligente e compatto per metabolizzare la tragedia senza colpevolizzare le vittime, e i genitori colpevoli di essere stati poco vigili. Un fronte maturo che richiede riflessione e considerazione di una nuova età generazionale in cui i bisogni , le esigenze emergono come sfida, competizione e spesso l'esaltazione di forme di emulazione che connotano un "io" egocentrico, la voglia di essere accettati nel gruppo e di non essere sopraffatti da esigenze o bisogni interiori non realizzati , perché mai compresi o inascoltati.
Molti adolescenti sembrano predilire il mondo virtuale a quello reale, fatto di studio, impegni, libri che non leggeranno perché a questi si preferisce roblox. Ne sono avvinti al punto di esserne dipendenti ; temo di non esagerare quando associo al mono virtuale destinato ai ragazzi a una nuova sofisticatissima droga alla moda, subdola, altrattanto perché crea dipendenza , alineanazione dal mondo concreto, disagio altrattanto concreto quando viene loro sottratta la possibilità di accedere al virtuale senza costrutto alcuno."