- di Maria Teresa Prestigiacomo -
Napoli. Erminia Lombardi, avvocato, napoletana, ci ricorda una triste storia accaduta ad un bambino del Vomero, a Napoli, un bimbo che sarebbe potuto essere vostro figlio o nipote o parente o amico di giochi dei vostri figli.
Simone, aveva solo 8 anni, quando dal quartiere napoletano del Vomero venne deportato prima ad Auschwitz e poi ad Amburgo e qui sottoposto a sperimentazioni pseudoscientifiche prima di essere ucciso. La sua colpa? L'origine ebraica e il vivere in Italia dove le folli leggi razziali del fascismo diedero la possibilità ai nazisti di scatenare la ‘caccia al giudeo' e la successiva deportazione nei campi di sterminio.
Il medico e criminale nazista Josef Mengele, entrando nella baracca dove erano stati riuniti i bambini, per selezionarli disse: «Chi vuole vedere la mamma faccia un passo avanti». Sergio subito si fece avanti insieme ad altri bimbi. Una volta selezionati, furono successivamente trasferiti nel campo di concentramento di Neuengamme, presso Amburgo, dove sarebbero stati usati come cavie.
Vennero poi tutti barbaramente ammazzati a pochi giorni dalla Liberazione, nei sotterranei della scuola amburghese di Bullenhuser Damm.
Dall’inferno dei lager, tutto il nucleo familiare, tranne Sergio, riuscì a tornare a casa.
Per non dimenticare