- di Maria Teresa Prestigiacomo -
Ricordo di avere visitato una grandiosa mostra di Hopper, a Parigi, al Grand Palais sugli Champs Elisées laddove alcuni artisti da me proposti al Salon, nelle sale attigue, presentavano le loro opere. Il 15 Maggio del 1967 moriva Edward Hopper, esponente "realista" contemporaneo americano ,è vissuto tra gli anni 20 e gli anni 30, cantando un'epopea di luci ed ombre, conosciuto prevalentemente per essere uno dei pochi ad aver trattato gli interni,attraverso il tema della incomunicabilità della coppia, il tema della solitudine esistenziale, con senso poetico ed essenzialità, sfrondando i dipinti dal superfluo e concentrando l'attenzione dello spettatore sulla solitudine, sull'alienazione dei soggetti e anche, in alcuni casi, sul senso di attesa e di delusione, come nella in un quadro in cui una ragazza attende un probabile compagno, al tavolo di un locale.
Il boy friend arriverà ?il viso deluso della figura femminile, la tazzina presa togliendo il guanto...non lascia presagire un probabile incontro...
Nei quadri di Hopper, come in pochi altri artisti, si avverte il senso di eternità, realismo e astrattismo si fondono. Il tema della incomunicabilita' è diffuso in questo originale, unico artista Edward Hopper.