- di Francesca Rossetti -
Intervista a Bruna Bianca De Stefano: scrittrice, giornalista e scienziata
Roma - Bruna Bianca De Stefano di Ravenna è scrittrice, giornalista e scienziata, già nota per le sue numerose opere di letteratura che le sono valsi importanti premi ed alle prese con la stesura di nuovi libri di medicina scientifica.
Chi è Bruna Bianca De Stefano e come nasce la Sua passione per la letteratura?
“Ho iniziato all’età di 13 anni con i diari dell’epoca, ho poi collaborato con i giornali locali in Sicilia, mia terra natale, fino a quando ho conseguito l’esame da giornalista a Roma durante gli anni dell’Università”.
Lei ha pubblicato vari romanzi ambientati in Sicilia, dove è nata: di che cosa parlano?
“Il mio primo romanzo è del 1980 e si intitola “La Siciliana” la cui protagonista trascorre la propria vita in Sicilia e il cui personaggio, con le sue alterne vicende, rimane nella memoria del lettore anche dopo molti anni, mentre nel 1983 ho pubblicato “La Baronessa ” ambientata in una regione italiana, sullo sfondo di violenze e passioni che spesso escludono i figli dalla vita dei protagonisti adulti. Il messaggio è molto chiaro: troppo spesso ci dimentichiamo dei figli che sono vittime della nostra indifferenza causata dai problemi della vita quotidiana e i giudizi del pubblico e della critica sono stati molto positivi. Il libro ha avuto un grande successo all’epoca ed ecco perché ho deciso di ripubblicarlo, è appena uscito ed è presente nelle maggiori librerie delle città più importanti. Nel 1989 è stata la volta del mio terzo romanzo, “L’Amante del “Papa”, ambientato a Siracusa fra mafia, droga, AIDS, massoneria ed intrighi ad ampio raggio, i cui tentacoli pericolosissimi sono manovrati dal boss, denominato “Papa” e dai suoi “nominati ed innominati” che non sbagliano mai la mira, purtroppo favoriti dagli errori di alcuni membri della giustizia, mentre nel 2000 ho pubblicato “L’Amante del Cardinale” che narra le tormentate vicende della protagonista, Santa, perseguitata da personaggi noti e meno noti e da influenti capi della criminalità organizzata e che sarà aiutata da un personaggio importante. Santa da sempre è il passatempo di personaggi senza scrupoli e si trova suo malgrado ad assistere ad episodi di mafia nel campo finanziario e politico da loro diretti. Nel 2005 è uscita la seconda parte de “L’Amante del “Papa” .
Nel 1997 ha pubblicato la prima parte de “L’Aracnide, il 13° segno zodiacale” e un Suo romanzo, “La voce del mio silenzio”, parla della medicina psicosomatica: come si collegano astrologia e malattie e quale ruolo svolge la medicina alternativa rispetto a quella tradizionale?
“L’Aracnide è stato da me scoperto nel 1965 in seguito ad alcuni studi compiuti in Cina, dove esiste come segno zodiacale, anche perché premetto che non credo all’astrologia classica, quella televisiva e pubblicata sui giornali tanto per intenderci, dato che si tratta di una scienza esatta e il singolo tema natale va calcolato sulla base dell’ora esatta e dell’ascendente, che cambiano da una persona all’altra. Si tratta di un settore strettamente legato alla medicina, dato che i pianeti indicano come prevenire eventuali malattie così come i periodi favorevoli per iniziare un nuovo lavoro o per compiere scelte determinanti quali il matrimonio od un trasferimento. Il libro ha riscosso un grande successo ed ho ottenuto premi molto importanti sia in Italia che all’estero(Boston, Tokyo, Melbourne) e recensioni sui più importanti giornali locali e non solo ed in esso ho analizzato gli influssi lunari (durante le 4 fasi mensili) sulle malattie, quindi i periodi più indicati per operazioni chirurgiche e i numeri personali legati alla data di nascita e non solo, numeri che caratterizzano tutta la nostra vita, oltre a tanti altri argomenti. Il romanzo, “La voce del mio silenzio” è uscito nel 2013 ed in esso affronto il problema delle malattie psichiatriche come frutto di pensieri sbagliati e quindi il ruolo della mente e dei pensieri positivi per essere sempre in buona salute. Ho vinto diversi premi importanti con questo libro.”
Uno dei Suoi libri è dedicato alle ricette ed al galateo siciliano: quali sono le più famose e quali abitudini è bene adottare per una vita sana e longeva?
“ Il libro è stato pubblicato nel 2005 e si intitola “Ricette Siciliane – Sapori, profumi, galateo e tradizioni della Terra di Sicilia” con indicazioni di medicina e spiegazioni sulle vitamine e minerali necessari per ogni età, perché ci si ammala e si invecchia e come mantenersi sani e giovani il più a lungo possibile. Le pietanze hanno nomi particolari e simpatici: carciofi del capo mafia e del criminale Benito, spaghetti dell’omertà, insalata del giudice cornuto ecc. E’ importante fare sempre movimento e un ruolo determinante è quello della frutta e della verdura che non devono mai mancare nell’alimentazione quotidiana, mentre cibi fritti, grassi e dolci vanno ridotti il più possibile”.
Il Suo ultimo romanzo da poco terminato si intitola “L’ultimo intermezzo”: di che cosa parla?
“ E’ la vera storia della vita di un famoso Ministro, del quale ovviamente ho cambiato il nome in Rodolfo, partendo dall’ultima guerra e passando per vari ricoveri che ha avuto ed in cui parlo naturalmente anche del ruolo della medicina e di vari disturbi della salute (anche articolari) che segnalano i nostri limiti a livello di sopportazione: stress, ansie, angosce e simili. Osservando gli accertamenti clinici non troviamo patologie, cioè nessuna malattia organica, dato che in questi casi le vere origini dei disturbi provengono dalla mente soffocata dai vari dispiaceri, “mens sana in corpore sano”
L’ho conosciuto durante un processo a Siracusa, dato che il cugino di mio padre era Presidente del Tribunale e quindi ho potuto seguire diversi processi privati non accessibili al pubblico, fra i quali questo ed in cui ho potuto parlare direttamente con le persone coinvolte nella storia.
La vicenda si svolge nella Sicilia orientale nel 1940 e sono narrati molti episodi comici ma anche drammatici: la Sicilia è anche questo! C’è la descrizione del funerale di Don Vito, famoso boss della malavita, che sembra il classico funerale di Stato, con parenti ed amici ma più che altro nemici, tutti avidi dei soldi che speravano fossero stati lasciati dal defunto. Don Vito, però conoscendo i suoi polli aveva già sistemato la situazione molto prima del decesso ed aveva confidato ad un suo amico:” Lascerò che si scornino fra loro e riderò da dove riposerò finalmente in pace, dato che ho deciso di lasciare tutto ad un orfanotrofio nel quale sono stato cresciuto”.
Durante la processione la macchina della polizia, con le sirene assordanti, sorpassò con velocità il carro funebre. I cavalli si impaurirono ed iniziarono una corsa sfrenata; la bara, non ancora sigillata, si rovesciò sulla strada ed avvenne un fuggi fuggi generale fra il panico dei presenti, quindi ecco un risvolto comico della storia.
In seguito a questo ho subito minacce ed un sequestro, che per fortuna si è risolto con il mio rilascio e ricordiamoci che siamo di passaggio sulla Terra, come viaggiatori frettolosi. La vita è paragonabile ad un treno veloce, ad un viaggio faticoso pieno di trappole prima di arrivare alla stazione finale e alla quale nessuno vorrebbe giungere in orario.
Nel libro descrivo in modo turbolente e terrificante la Seconda Guerra Mondiale ed il terribile governo fascista, con i rifugi durante i bombardamenti che furono la salvezza di parte dei Siciliani.
Descrivo poi la morte di Lusi, il grande amore del Ministro, a causa di un errore sanitario e le conseguenti denunce, la visita di un ufficiale di Stato al Conte Manfredi per costringerlo a pagare regolarmente le tasse, ma il Conte risponde:” Io non pago le tasse? E’ falso! E’ il Governo che truffa me, le Vostre leggi romane vanno bene per Roma che è un altro Stato. Per fortuna abbiamo le nostre leggi ed i mezzi giusti per farli rispettare”. L’ufficiale di Stato si mise a ridere e il Conte minacciò:” Vuole ritornare a Roma con i Suoi piedi o con un altro mezzo?”.
Il Conte morirà poi per Coronavirus sconfitto in un’invincibile guerra contro l’epidemia e con lui molte altre vittime dovranno cedere le “armi” a causa delle tante sofferenze che precederanno la loro morte.
L’associazione mafiosa aumenterà durante la dittatura fascista, così come il contrabbando di sigarette e altro: la mafia storica è tramontata ma rimane sempre come protagonista un virus internazionale inguaribile e che non ha il marchio esclusivo della Sicilia”.