Un turismo diverso per una Sicilia diversa
La Sicilia, la vocazione (turismo) il suo futuro!
Riceviano la lettera aperta di Giuseppe Manuli Responsabile Turismo del PRI:
La forza identitaria è ormai appannata, annaspa in un mare di cemento, e non solo, che ha stravolto i connotati essenziali della nostra terra, impoverendo l’immagine Sicilia; ci domandiamo se questa identità può essere recuperata, deve!
Questa non può essere ricostruita nei termini di rimembranze, ne favorendo i grandi o piccoli speculatori dell’edilizia o pensando a opere “pubbliche” non inserite in un organico disegno di sviluppo “sostenibile” per la Sicilia”.
E’ tempo della “scelta”, il futuro prossimo non pone problemi tecnico-giuridici, ma problemi politici.
La Sicilia si fa con l'innovazione.
Si fa elevando a principi comuni interessi e valori dimenticati, identificando nuovi mezzi per realizzarli e difenderli.
La Sicilia così come l’abbiamo conosciuta, non sopravvive: se si adottano soluzioni vecchie per nuovi problemi, se non si crede in un futuro “diverso”, sappiamo che non possiamo fermarci, né codificare l’esistente.
Bisogna prendere atto di quanto avvenuto, ma questo non è sufficiente, non possiamo pensare all’ordinaria gestione del turismo e passare all’utopia del recupero del tempo in cui si costruì il mito del grand tour !
“ tenerlo presente come memoria si”
Dunque che fare?
La pandemia ha sancito che un'era, per come era concepita è chiusa, ha esaurito la sua azione; ci lascia una Sicilia attonita, ferma, già minata e sconvolta dall’edilizia, chiamata, di necessità, dalla speculazione, dalla perdita dell’incanto di alcuni tra i panorami e paesaggi più entusiasmanti del globo, e soprattutto dalla perdita della sua unicità; dell'identità Siciliana che affonda le radici nella storia e nel “mito”
Nel tempo della crisi ci siamo limitati a non far quasi niente, solo compromessi al massimo ribasso!.
Le innumerevoli, si fa per dire, riunioni sul “Turismo” hanno sortito solo aggiornamenti e interpretazioni, oppure manutenzioni di norme preesistenti, non dirette a decidere nuove strategie, ma solo sporadici e inefficaci interventi a pioggia con poca ricaduta, non solo sul lavoro.
Mai è stato toccato il nocciolo del problema, mai un’iniziativa realmente innovativa e vincolante,.in breve siamo stati “ Insufficienti”
Per eccesso, abbiamo inteso la nostra Sicilia solo come una grande area ricettiva aperta, con infrastrutture, a volte insufficienti e anche inadeguate, e senza regole!
Per difetto, non abbiamo una visione politica del Turismo che ci attende dopo il virus.
Come andare avanti?
Oggi deve iniziare un’altra fase, che non può che essere politica, nel farlo dobbiamo evitare alcuni errori:
L’uso di metodologie già usate:
gli errori, proprio degli analisti ed esperti che vedono tutto tranne l’essenziale!.
Questo nuovo ciclo o è dettato dalla politica o non lo sarà; o avrà un’alta intensità politica, nel senso proprio della parola o non sarà!.
Sappiamo delle resistenze culturali, della forza attrattiva dei luoghi comuni, del pregiudizio dei blocchi mentali, ma non è mai troppo tardi per sperare.
Non si tratta di dare alla Sicilia qualcosa di più, ma di fare della Sicilia qualcosa di diverso; . allora perché non iniziare questa fase col porsi l’obiettivo della riqualificazione intesa anche e soprattutto, come, recupero Ambientale, Culturale, Storico e Civico per una migliore e diversa offerta turistica?
E’ un impegno da far tremare i polsi, per gente che ha visione; una missione, la Sicilia!
La Politica, quella sana, può e deve affrontarlo, è in gioco il suo futuro.
Pippo Manuli PRI Sicilia -responsabile turismo.
Taormina 16 febbraio 2022